We Italians love our beautiful markets, how characteristic and traditional they are and we still consider them central part of our weekly routine. Truth is, markets are common across Europe, from north to south, and we aren’t the only nation to have a special bond with them. In medieval times, towns developed around the market square and market day is synonym with vitality, movement and crowded streets, especially in those small, usually sleepy, bucolic villages many of us love.
Markets are far from being an Italian invention, so. Nor are they an Italian prerogative. But —yes, we have a but — Italy can boast the largest market in the whole continent. Funnily enough, I doubt most of us Italians actually know about it.
“Where is this market?” I hear you ask. Well, it isn’t in Rome, as some of you may have thought, and it isn’t in Milan, a city that knows a thing or two about commerce, business and goods exchange.
No, Europe’s largest market is in Turin, Italy’s first capital and elegant queen of the Alps.
Of course, every Piemontese knows it, it’s the Porta Palazzo market. It develops around Piazza della Repubblica, the largest square in the city, measuring a hefty 51,300 square meters. Its name derives from the ancient Palatine Gate, or Porta Palatina, important archeological evidence of Roman life in the area. It is, in fact, one of the best preserved examples of Roman gates still standing.
Part of the Porta Palazzo market is dedicated, of course, to local produce: it’s your typical farmers’ market, where you can find the best, freshest, seasonal ingredients. The rest of the square is divided in sections: from fishmongers to homeware, from food to clothes, you’ll find everything at Porta Palazzo.
Within the Porta Palazzo market, you’ll find also the Mercato Centrale, which occupies a bit less than a quarter of the square: here, you’ll usually get food and clothing, but it’s also known for hosting the works of artists and craftsmen from everywhere in the world. Sometimes, the area becomes an open-air stage for theatre performances and shows, too: a continuous discovery and a new surprise everyday.
Not far from Porta Palazzo — so close, in fact, that many just believe they are the same thing — is Turin’s own Portobello, Piemonte’s personal puces: il Balon. Rigorously pronounced with a “U” (“ba-loon”), as you do in Piedmontese dialect, the Balon market develops in and around Piazza Borgo Dora, a melting pot of people, styles, objects and trends. It’s the city’s own vintage and bric-a-brac daily appointment, but if you want to get the best out of it, you should definitely visit on a Saturday.
Sources tell us that the area where the Balon market is today was used for commerce already in 1698, when it was home to the local farmers’ market. “Balon” means “ball” in dialect, but it’s also the name of a famous local sport, pallapugno or pallone elastico, which is very popular in Piemonte and some parts of Liguria. That’s why some believe the area was, perhaps sometimes in the 18th century, used to play pallapugno, and that the name stuck. Others think that Piazza Borgo Dora used to slope gently towards the river, creating what was called a valon (a ditch). From “v” to “b” the step is short, as linguists can testify.
Regardless to the origin of their names, the Porta Palazzo market and its cousin, the Balon, are quintessentially Turinese and filled with curious anecdotes for those who have the time to listen. Pity not many know a lot about the latter’s history and the former’s claim to fame as largest market in Europe. Whenever we’ll be able to travel again, if you happen to fly to Piemonte, dedicate a Saturday morning to the exploration of this colorful corner of local history and tradition.
Noi italiani amiamo i nostri bei mercati, quanto sono caratteristici e tradizionali, li consideriamo ancora parte centrale della nostra routine settimanale. La verità è che i mercati sono comuni in tutta Europa, da nord a sud, e non siamo l’unica nazione ad avere un legame speciale con essi. In epoca medievale, le città si sviluppavano intorno alla piazza del mercato e il giorno del mercato è sinonimo di vitalità, movimento e strade affollate, soprattutto in quei piccoli villaggi bucolici, solitamente sonnolenti, che molti di noi amano.
I mercati sono tutt’altro che un’invenzione italiana, quindi. Né sono una prerogativa italiana. Ma – sì, abbiamo un ma – l’Italia può vantare il più grande mercato di tutto il continente. Stranamente, dubito che la maggior parte di noi italiani ne sia a conoscenza.
“Dov’è questo mercato?” Vi sento chiedere. Beh, non è a Roma, come alcuni di voi avranno pensato, e non è a Milano, una città che ne sa qualcosa in fatto di commercio, affari e scambio di merci.
No, il più grande mercato d’Europa è a Torino, prima capitale d’Italia ed elegante regina delle Alpi.
Certo, ogni piemontese lo conosce: è il mercato di Porta Palazzo. Si sviluppa intorno a Piazza della Repubblica, la piazza più grande della città, che misura ben 51.300 metri quadrati. Il suo nome deriva dall’antica Porta Palatina, importante testimonianza archeologica della vita romana nella zona. Si tratta, infatti, di uno degli esempi meglio conservati di porte romane ancora in piedi.
Una parte del mercato di Porta Palazzo è dedicata, ovviamente, ai prodotti locali: è il tipico mercato dei contadini, dove puoi trovare gli ingredienti migliori, più freschi e di stagione. Il resto della piazza è diviso in sezioni: dalle pescherie agli articoli per la casa, dal cibo ai vestiti, troverete tutto a Porta Palazzo.
All’interno del mercato di Porta Palazzo, si trova anche il Mercato Centrale, che occupa poco meno di un quarto della piazza: qui, di solito, si trovano cibo e abbigliamento, ma è anche noto per ospitare le opere di artisti e artigiani provenienti da tutto il mondo. A volte, la zona diventa persino un palcoscenico a cielo aperto per rappresentazioni teatrali e spettacoli: una continua scoperta e una nuova sorpresa ogni giorno.
Non lontano da Porta Palazzo – così vicino, infatti, che molti credono che siano la stessa cosa – c’è il Portobello torinese, il mercato delle pulci del Piemonte: il Balon. Rigorosamente pronunciato con una “U” (“ba-loon”), come si dice in dialetto piemontese, il mercato del Balon si sviluppa in piazza Borgo Dora e dintorni, un melting pot di persone, stili, oggetti e tendenze. È l’appuntamento quotidiano con il vintage e il bric-a-brac della città, ma se volete godervi il meglio, dovete assolutamente visitarlo di sabato.
Le fonti ci dicono che l’area dove oggi si trova il mercato del Balon era usata per il commercio già nel 1698, quando ospitava il mercato locale dei contadini. “Balon” significa “palla” in dialetto, ma è anche il nome di un famoso sport locale, pallapugno o pallone elastico, molto popolare in Piemonte e in alcune parti della Liguria. Ecco perché alcuni credono che la zona fosse, pare nel XVIII secolo, usata per giocare a pallapugno, e che il nome sia rimasto per questo. Altri pensano che Piazza Borgo Dora fosse un tempo in leggera pendenza verso il fiume, creando quello che veniva chiamato un valon (un fosso). Dalla “v” alla “b” il passo è breve, come possono testimoniare i linguisti.
Indipendentemente dall’origine dei loro nomi, il mercato di Porta Palazzo e suo cugino, il Balon, sono tipicamente torinesi e pieni di aneddoti curiosi per chi ha il tempo di ascoltare. Peccato che non molti sappiano molto della storia di quest’ultimo e della fama del primo come mercato più grande d’Europa. Quando si potrà viaggiare di nuovo, se vi capita di volare in Piemonte, dedicate un sabato mattina all’esplorazione di questo colorato angolo di storia e tradizione locale.
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