An old fiorino (Photo: A1977/Dreamstime)

Today, most European countries share the same currency, the euro. I am old enough to remember lire and the pain of having to change money at the airport when you were traveling: honestly, I am happy those days are gone. What many people may not realize is that, centuries before the euro was even conceived, the Old Continent had already shared common currencies, and they came from Italy, more precisely, from Florence, Venice, and Genoa. We’re talking about the fiorino, the zecchino,  and the genovino respectively.

Florence’s fiorino was first coined in 1252, after the Battle of Montalcino, in which the city had fought against Siena. The name, which means “little flower,” comes from the lily – the symbol of the city itself – which was engraved on one face of the coin. On the other, the effigy of Saint John the Baptist, Florence’s patron saint.

The Florentine fiorino was the first gold coin to be introduced after old Roman currency had been replaced by Charlemagne. The great Frankish leader had embraced silver, rather than gold, to make money across his empire, because gold was essential to keep trading with the East: the role of gold in East-West trading was so strong back in those centuries that gold coins were called bisanti, from the name of the Eastern Roman Empire’s capital, Byzantium. But in the late 12th and early 13th centuries, western Europe’s trading with Northern Africa, a land rich in gold, increased, and we returned to the old gold currency for internal commerce, as well.

So, right in the middle of the 13th century, when beautiful Florence was governed by podestà Filippo Ugoni, the fiorino was introduced. He weighed about 3.5 grams, or just under 0.15 oz, and was entirely made in 24-carat gold. Fiorini were a game-changer because they soon became commonly accepted across Europe, and they enabled you to trade everywhere, from Sicily to England. But why, you may ask? In the end, Europe back then was far from being united… Well, the answer is relatively simple, and it all came down to Florence’s financial power and commercial relevance in the Old Continent in those centuries when virtually every region of Europe held economic liaisons with the Tuscan town. 

The front and back of a fiorino, with Florence’s lily and Saint John the Baptist (Photo: A1977/Dreamstime)

Florence was also a key player in the birth and development of the banking system, which certainly influenced the rest of Europe’s attitude towards the commercial strength of its currency. Think about the way today, for instance, you can trade a bit everywhere in the world with US dollars, because of the economic and political importance of the States: Florence was just like that, back then.

Some 23 years ago, when the euro was introduced across the EU, we Europeans were keen to hail our common currency as the newest symbol of continental unity, without thinking that, 800 years earlier, we had already experienced a similar situation, with Italian coins! It isn’t quite the same, of course, because we today do not only share common money, but also social and political structures, and we enjoy a level of freedom when traveling that were unknown – and inconceivable – back in the Middle Ages. Yet, Florence’s fiorino remains a significant example of the level of freedom and open-mindedness our beautiful continent -and country – already had back then.

But the fiorino wasn’t the only example of such a trend. Other currencies were also commonly accepted across the continent, for the very same reasons: the economic strength of the cities those coins came from, and the high level and quality of trade between them and the rest of Europe. 

Crucially, these cities were in Italy, too: Venice and Genoa. Venice’s zecchino and Genoa’s genovino were as common and as powerful in trading as the fiorino. The genovino began circulating in 1252, only ten years after the fiorino;  the zecchino, which was known as ducato d’oro until the mid-16th century, was introduced four decades later, in 1285.

It is thanks to the fiorino, the zecchino,  and the genovino’s solidity – Antonio Patuelli, president of the Associazione Bancaria Italiana, declared some years ago to Paolo Giacomin of Il Fatto Quotidiano –  that Renaissance economy flourished and Europe enjoyed such a long time of prosperity.

Oggi la maggior parte dei Paesi europei condivide la stessa moneta, l’euro. Sono abbastanza vecchia da ricordare le lire e la pena di dover cambiare i soldi all’aeroporto quando si viaggiava: onestamente, sono felice che quei giorni siano passati. Quello che forse molti non sanno è che, secoli prima che l’euro venisse concepito, il Vecchio Continente aveva già delle monete comuni, e venivano dall’Italia, più precisamente da Firenze, Venezia e Genova. Stiamo parlando rispettivamente del fiorino, dello zecchino e del genovino.

Il fiorino di Firenze fu coniato per la prima volta nel 1252, dopo la battaglia di Montalcino, in cui la città aveva combattuto contro Siena. Il nome, che significa “piccolo fiore”, deriva dal giglio – simbolo della città stessa – che era inciso su una faccia della moneta. Sull’altra, l’effigie di San Giovanni Battista, patrono di Firenze.

Il fiorino fiorentino fu la prima moneta d’oro ad essere introdotta dopo che la vecchia moneta romana era stata sostituita da Carlo Magno. Il grande condottiero franco aveva scelto l’argento, piuttosto che l’oro, per battere conio in tutto il suo impero, perché l’oro era essenziale per mantenere gli scambi con l’Oriente: il ruolo dell’oro nel commercio tra Oriente e Occidente era così forte in quei secoli che le monete d’oro erano chiamate bisanti, dal nome della capitale dell’Impero Romano d’Oriente, Bisanzio. Ma tra la fine del XII e l’inizio del XIII secolo, i commerci dell’Europa occidentale con l’Africa settentrionale, terra ricca d’oro, aumentarono e si tornò alla vecchia moneta d’oro anche per il commercio interno.

Così, proprio a metà del XIII secolo, quando la bella Firenze era governata dal podestà Filippo Ugoni, fu introdotto il fiorino. Pesava circa 3,5 grammi, o poco meno di 0,15 once, ed era interamente realizzato in oro a 24 carati. I fiorini cambiarono le carte in tavola perché divennero presto comunemente accettati in tutta Europa e permettevano di commerciare ovunque, dalla Sicilia all’Inghilterra. Ma perché, vi chiederete? In fin dei conti, l’Europa di allora era ben lungi dall’essere unita… Beh, la risposta è relativamente semplice e si spiega con il potere finanziario e la rilevanza commerciale di Firenze nel Vecchio Continente in quei secoli in cui praticamente ogni regione d’Europa aveva rapporti economici con la città toscana.

Firenze è stata anche protagonista della nascita e dello sviluppo del sistema bancario, che ha certamente influenzato l’atteggiamento del resto d’Europa nei confronti della forza commerciale della sua moneta. Pensate che oggi, per esempio, si può commerciare un po’ ovunque nel mondo con i dollari americani, proprio per l’importanza economica e politica degli Stati: Firenze era lo stesso, allora.

Circa 23 anni fa, quando venne introdotto l’euro in tutta l’Unione Europea, noi europei ci siamo affrettati a dare il benvenuto alla nostra moneta comune come il più recente simbolo dell’unità continentale, senza pensare che, 800 anni prima, avevamo già vissuto una situazione simile, con le monete italiane! Non esattamente la stessa cosa, naturalmente, dal momento che oggi non condividiamo solo la moneta, ma anche le strutture sociali e politiche, e godiamo di un livello di libertà negli spostamenti che era sconosciuto – e inconcepibile – nel Medioevo. Eppure, il fiorino di Firenze rimane un esempio significativo del livello di libertà e apertura mentale che il nostro bel continente – e il nostro Paese – aveva già allora.

Ma il fiorino non è stato l’unico esempio di questa tendenza. Anche altre monete erano comunemente accettate in tutto il continente, per le stesse ragioni: la forza economica delle città da cui provenivano e l’alto livello e qualità degli scambi commerciali tra queste e il resto d’Europa.

Cosa fondamentale, anche queste città si trovavano in Italia: Venezia e Genova. Lo zecchino di Venezia e il genovino di Genova erano comuni e potenti nel commercio quanto il fiorino. Il genovino iniziò a circolare nel 1252, solo dieci anni dopo il fiorino; lo zecchino, noto come ducato d’oro fino alla metà del XVI secolo, fu introdotto quattro decenni dopo, nel 1285.

Fu grazie al fiorino, allo zecchino e alla solidità del genovino – ha dichiarato qualche anno fa Antonio Patuelli, presidente dell’Associazione Bancaria Italiana, a Paolo Giacomin de Il Fatto Quotidiano – che l’economia rinascimentale è fiorita e l’Europa ha goduto di un così lungo periodo di prosperità.


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