Fabbriche di Careggine, as it appeared in 1994 (Copyrighted work available under Creative Commons license. Author: Robyfra1 at Italian Wikipedia. License: Public Domain)

Once upon a time, a whole 13th century village disappeared under water, but if you bring yourself on a lake’s shores at the right time, you can still see it.

No, it’s not the beginning of a fantasy tale, nor the romanticized version of a tragic event of our past. It’s reality and no one got hurt when the old village of Fabbriche di Careggine  — first records of it date back to 1270 — in the Lucca province of Tuscany, ended its existence under the cold, icy waters of the Lago di Vagli, an artificial water basin created between the late 1940s and the early 1950s.

A bit of history is here necessary. The village of Fabbriche di Careggine was founded by a colony of blacksmiths  from Brescia (Lombardy) in, we said, the 13th century, when they moved to the Garfagnana region of Tuscany. There, plenty of iron was extracted from Mount Tambura, ensuring they had stable employment. For centuries, the village survived on craftsmanship and agriculture, up until the 20th century: one church – dedicated to San Teodoro — thirty homes, a graveyard, a three-arch bridge, 146 residents.

In the early 1900s, a small dam was built to supply water to local marble quarries; by the 1940s, however, it was no longer sufficient for their increasing needs, so, in 1941, it was decided to create a larger one to contain the waters of the Edron River. The people of Fabbriche di Careggine were evacuated and moved to Vagli di Sotto, a new village built to home them. The old one was submerged with forty million cube meters of waters, between 1947 and 1953. By then, only a faded memory of it remained, the lake living instead of a settlement that had lasted the good part of 700 years.

At the bottom of the lake. Fabbriche di Careggine, as it appears from the shores of the Lake of Vagli (when emptied for maintenance). Copyrighted work available under Creative Commons license. Author: Nimue. License: CC BY-SA 4.0)

ENEL, the national electricity company behind the building of the dam, had planned to empty the lake every ten years for maintenance, but it didn’t quite go as planned, as it happened only a handful of times, in 1958, 1974, 1983 and 1994. In the last occasion,  about one million people visited Fabbriche di Careggine, attracted by the mysterious, eerie charm of this ghostly place.

What do you see, when Fabbriche reappears from its deep, Atlantis-like sleep? The roofless remains of its buildings are all made the color of mud by water and soil but, magically, thanks to the sun, streets and alleys reappear, a phantom of life long gone. Perhaps this is what attracted so many people to Fabbriche, 27 years ago:  the fact you can, there, live suspended between real and imaginary, between what’s living and what’s dead, yet still talking to people’s heart.

 Since then, though, the village has been hidden to the world, unable to breathe.

Maintenance was planned for 2016, but later postponed to 2020. Needless to say, last year wasn’t the right time to carry it out: if anything, we’d all have loved to live under water for the past 18 months. ENEL Green Power, which owns the dam today, was supposed to empty the lake this year, but plans were postponed once more, this time to 2023.

At some stage,  some believed that Fabbriche di Careggine was to emerge from the waters for good, that ENEL was to empty the Lake of Vagli for ever. But, perhaps, that was just hearsay.

While we still don’t know when visits to Fabbriche di Careggine will be possible, we can at least see it virtually: online, you can find plenty of videos showing the village as it appeared in 1994, when the lake was emptied last, and even an old Istituto Luce video dedicated to the day it was abandoned for good, its people leaving their memories behind, walking away from it for one last time. There is something incredibly poignant in those images, in spite of the cheery voice of the commentator: it was, in the end, a moment of grief, a sign that the present, sometimes, must destroy the past to survive.

C’era una volta un intero villaggio del XIII secolo che è scomparso sott’acqua, ma se andrete sulle rive di un lago, al momento giusto, potrete ancora vederlo.

No, non è l’inizio di un racconto di fantasia, né la versione romanzata di un evento tragico del nostro passato. È la realtà e nessuno si è fatto male quando l’antico villaggio di Fabbriche di Careggine – le cui prime notizie risalgono al 1270 – in provincia di Lucca, Toscana, finì la sua esistenza sotto le fredde e gelide acque del Lago di Vagli, un bacino d’acqua artificiale creato tra la fine degli anni ’40 e i primi anni ’50.

Un po’ di storia è qui necessaria. Il villaggio di Fabbriche di Careggine fu fondato da una colonia di fabbri bresciani (Lombardia) nel XIII secolo, come abbiamo detto, quando si trasferirono in Garfagnana, in Toscana. Lì, dal monte Tambura si estraeva ferro in abbondanza, cosa che assicurava loro un impiego stabile. Per secoli il paese è sopravvissuto di artigianato e agricoltura, fino al XX secolo: una chiesa – dedicata a San Teodoro – trenta case, un cimitero, un ponte a tre archi, 146 abitanti.

All’inizio del ‘900 fu costruita una piccola diga per fornire acqua alle locali cave di marmo; negli anni ’40, però, non era più sufficiente per le loro crescenti esigenze, così, nel 1941, si decise di crearne una più grande per contenere le acque del fiume Edron. Gli abitanti di Fabbriche di Careggine furono evacuati e trasferiti a Vagli di Sotto, un nuovo villaggio costruito per ospitarli. Quello vecchio fu sommerso da quaranta milioni di metri cubi d’acqua, tra il 1947 e il 1953. A quel punto, ne rimase solo un ricordo sbiadito, con un lago al posto di un insediamento che era durato quasi 700 anni.
L’ENEL, l’azienda elettrica nazionale che ha costruito la diga, aveva previsto di svuotare il lago ogni dieci anni per manutenzione, ma non andò proprio come previsto, visto che ciò accadde solo una manciata di volte: nel 1958, 1974, 1983 e 1994. In quest’ultima occasione, circa un milione di persone hanno visitato Fabbriche di Careggine, attratti dal fascino misterioso e inquietante di questo luogo spettrale.

Cosa si vede, quando Fabbriche riappare dal suo sonno profondo, un sonno simile a quello di Atlantide? I resti degli edifici senza tetto sono tutti del colore del fango, dell’acqua e della terra ma, magicamente, grazie al sole, riappaiono strade e vicoli, fantasmi di una vita ormai scomparsa. Forse è questo che ha attirato tanta gente a Fabbriche, 27 anni fa: il fatto che si possa, lì, vivere sospesi tra reale e immaginario, tra ciò che è vivo e ciò che è morto, eppure restando legati al cuore della gente.

Da allora, però, il villaggio è rimasto nascosto al mondo, incapace di respirare.

La manutenzione era prevista per il 2016, ma poi venne rimandata al 2020. Inutile dire che l’anno scorso non era il momento giusto per effettuarla: semmai tutti avremmo voluto vivere sott’acqua negli ultimi 18 mesi. ENEL Green Power, che oggi possiede la diga, avrebbe dovuto svuotare il lago quest’anno, ma i piani sono stati rinviati ancora una volta, questa volta al 2023.

A un certo punto, qualcuno ha creduto che Fabbriche di Careggine dovesse riemergere definitivamente dalle acque, che ENEL dovesse svuotare per sempre il lago di Vagli. Ma, forse, sono solo dicerie.
Se non sappiamo ancora quando sarà possibile visitare Fabbriche di Careggine, possiamo almeno vederla virtualmente: online si possono trovare molti video che mostrano il paese come appariva nel 1994, quando il lago fu svuotato per l’ultima volta, e persino un vecchio video dell’Istituto Luce dedicato al giorno in cui fu abbandonato per sempre, con la sua gente che si lascia alle spalle i ricordi, allontanandosi per l’ultima volta. C’è qualcosa di incredibilmente struggente in quelle immagini, nonostante la voce allegra del commentatore: è stato, alla fine, un momento di dolore, un segno che il presente, a volte, deve distruggere il passato per sopravvivere.


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