Italy's national soccer team, known as the Azzurri. Photo: Fabio Diena/Dreamstime.

When US national sport teams compete internationally, their uniforms mirror the colors of the flag: blue, red and white. So, why aren’t the Italians clad in white, red or green, but in azzurro?

Good question! The answer is curious enough to deserve an article that will make the history lovers among our readers happy.

Now, even if today all Italian national teams and athletes wear azzurro  (a light, yet deep shade of blue), the origin of the tradition are connected to soccer. Italy’ soccer nazionale debuted on the 15th of May 1910, in a game against our cousins the French. In that occasion, our jersey was white, with starched cuffs and collar and a tricolored band. The choice was likely inspired by the uniform of Pro Vercelli, the most successful and popular soccer team of those years; others think that, quite simply, we hadn’t decided on a design, yet, and went with the most neutral of all shades, white. Italy ended up winning 6-2 that day, so at least we can say the white brought good luck to the team, so much so that, still today, Italy’s seconda maglia, the uniform our players wear when playing away, is still white, with accents of blue here and there, depending on the jersey design of the moment.

All Italian national teams, including the rugby national team (above) are known as Azzurri. Photo: Agenzia LiveMedia/Dreamstime.

After that victory against France, Italy didn’t play for a bunch of months, but when it returned to the field, there was no sign of white on their shirts: on the 6th of January 1911, when Italy played Hungary in Milan, in front of some 5,000 fans, our boys were all in blue! But why? Fino Fini, the director of FIGC’s (the Italian soccer federation) Museo Civico del Calcio, Italy’s official soccer museum, explains the reason has a deep connection with Italian history: you see, that particular shade of blue we today call “azzurro,” was known as blu Savoia –or Savoia blue – in those years, because it was the color of Italy’s royals, the Savoias. The Piedmontese family had picked blue to symbolize them in name of their profound devotion for the Virgin Mary, often associated with the color, and whose veil and mantle are always represented in blue for liturgical reasons.

And so, perhaps to honor the King, perhaps to attract the protection of the Holy Mother of God, it was decided to use the Savoias’ unique shade of blue for the national soccer team, too. As a matter of fact, the connection with our old royal house was also underlined by how their coat of arms – a red shield with a white cross — was embroidered on the shirts. Against Hungary, on that Epifania day of 110 years ago, Italy wore a blue jersey, white shorts, black socks and it has never looked back since – even though the socks are today blue or white instead. That first maglia azzurra was a simple Savoia blue polo shirt, with laces instead of buttons, shortly after substituted by crew-neck t-shirts.

As we said, this has been our sport uniform since, with the only exception of the Berlin Olympics of 1936 when Mussolini imposed a total black look to our soccer players when they competed against France: il Duce wanted to show the influence and power of Fascism – whose color was black – to the world even in sports.

Today, Italy’s beloved blue jersey has a million meanings and symbolizes a lot more than our sports. FIGC president Gabriele Gravina explains that “the azzurro means emotions and sharing to us. It’s the color of a shirt that has been celebrating for the past 110 years — every day, in every game our national team plays – one of Italy’s most beautiful and thrilling stories. It’s a dream of friendship and unity that transcends sports to embrace the whole country.”

Quando le squadre sportive nazionali degli Stati Uniti competono a livello internazionale, le loro uniformi rispecchiano i colori della bandiera: blu, rosso e bianco. Allora, perché gli italiani non sono vestiti di bianco, rosso o verde, ma di azzurro?
Bella domanda! La risposta è abbastanza curiosa da meritare un articolo che farà felici gli amanti della storia tra i nostri lettori.
Ora, anche se oggi tutte le squadre nazionali e gli atleti italiani indossano l’azzurro (una tonalità chiara ma intenza di blu), le origini di questa tradizione sono legate al calcio. L’Italia del calcio nazionale debuttò il 15 maggio 1910, in una partita contro i cugini francesi. In quell’occasione la nostra maglia era bianca, con polsini e colletto inamidati e una fascia tricolore. La scelta fu probabilmente ispirata alla divisa della Pro Vercelli, la squadra di calcio più vincente e popolare di quegli anni; altri pensano che, molto semplicemente, non avevamo ancora deciso un disegno, e andammo con la più neutra di tutte le tonalità, il bianco. L’Italia finì per vincere 6-2 quel giorno, quindi almeno possiamo dire che il bianco portò fortuna alla squadra, tanto che, ancora oggi, la seconda maglia dell’Italia, la divisa che i nostri giocatori indossano quando sono in trasferta, è ancora bianca, con accenti di blu qua e là, a seconda del design della maglia del momento.
Dopo quella vittoria contro la Francia, l’Italia non giocò per un alcuni mesi, ma quando tornò in campo, non c’era più traccia di bianco sulle maglie: il 6 gennaio 1911, quando l’Italia giocò contro l’Ungheria a Milano, davanti a circa 5.000 tifosi, i nostri ragazzi erano tutti in blu! Ma perché?
Fino Fini, il direttore del Museo Civico del Calcio della FIGC, il museo ufficiale del calcio italiano, spiega che il motivo ha un profondo legame con la storia italiana: vedete, quella particolare tonalità di blu che oggi chiamiamo “azzurro”, in quegli anni era conosciuta come blu Savoia, perché era il colore dei reali d’Italia, i Savoia. La famiglia piemontese aveva scelto il blu come suo simbolo, in nome della loro profonda devozione per la Vergine Maria, spesso associata al colore blu, e il cui velo e manto sono sempre rappresentati in blu per motivi liturgici.
E così, forse per onorare il Re, forse per attirare la protezione della Santa Madre di Dio, si è deciso di usare la particolare tonalità di blu dei Savoia anche per la nazionale di calcio. In effetti, il legame con la nostra vecchia casa reale è stato sottolineato anche da come il loro stemma – uno scudo rosso con una croce bianca – è stato ricamato sulle maglie. Contro l’Ungheria, in quel giorno di Epifania di 110 anni fa, l’Italia indossò una maglia azzurra, pantaloncini bianchi, calzettoni neri e da allora non si è più voltata indietro (anche se oggi i calzettoni sono blu o bianchi). Quella prima maglia azzurra era una semplice polo blu Savoia, con i lacci al posto dei bottoni, che poco dopo fu sostituita dalle magliette a girocollo.
Come abbiamo detto, da allora questa è stata la nostra divisa sportiva, con l’unica eccezione delle Olimpiadi di Berlino del 1936 quando Mussolini impose un look total black ai nostri calciatori quando gareggiavano contro la Francia: il Duce voleva mostrare al mondo l’influenza e la potenza del fascismo – il cui colore era il nero – anche nello sport.
Oggi, l’amata maglia blu dell’Italia ha un milione di significati e simboleggia molto più del nostro sport. “L’azzurro – spiega il presidente della FIGC Gabriele Gravina – rappresenta emozione e condivisione. È il colore di una maglia che celebra tutti i giorni, in ogni partita della Nazionale da 110 anni, una delle storie italiane più belle ed appassionanti. E’ il sogno di un’amicizia che supera i confini di un campo da calcio per unire un Paese intero”.

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