Lo scorso 4 luglio, oltre ai festeggiamenti per il Giorno dell’Indipendenza, gli Stati Uniti hanno anche celebrato il ritorno dietro la cinepresa del maestro del cinema italiano contemporaneo, Bernardo Bertolucci.
 
Dopo quasi dieci anni di assenza dalle scene ed oltre trenta dal suo ultimo film in lingua italiana (“La tragedia di un uomo ridicolo”, 1981), il regista è infatti tornato ad emozionare con l’anteprima americana di “Me And You” (Io e Te), presentata venerdì a New York e presto in arrivo anche a Los Angeles.
 

 
La passione per il proprio lavoro e il desiderio di tornare a dirigere, nonostante la sua condizione di immobilità forzata, hanno spinto il regista premio Oscar (nove statuette per “L’Ultimo Imperatore” nel 1988) ad accettare la sfida di trasporre su pellicola l’omonimo romanzo di Niccolò Ammaniti, “Io e Te”, pubblicato in Italia nel 2010.
 
“Dopo trent’anni avevo voglia di sentire di nuovo parlare italiano in uno dei miei film, con attori italiani e girato in Italia. Leggendo le prime pagine del libro ho sentito una scintilla…la scintilla di un nuovo progetto… che sarebbe inevitabilmente diventato un film”, ha raccontato Bertolucci in un’intervista.
 
La sceneggiatura, adattata in collaborazione con lo stesso Ammaniti, Umberto Contarello e Francesca Marciano, è incentrata sulla storia, le paure e i sogni di due giovani che cercano di sfuggire alla società da cui non si sentono compresi, una tematica molto cara al regista. “Molti dei mie film affrontano la giovinezza e le emozioni di quell’età. […] Ancora oggi continuo ad essere intrigato da protagonisti giovani e dalla sfida di coglierne la vitalità, la curiosità”.
 
I sentimenti e le esistenze complicate del quattordicenne Lorenzo e della sorellastra Olivia, 25 anni e problemi di droga, s’intrecciano nell’intimità della cantina dove entrambi cercano rifugio dal mondo esterno. Dopo una settimana di convivenza, il loro rapporto ne esce rafforzato e il ritorno in superficie segna un’avvenuta maturazione, uno sguardo diverso tanto sulla realtà quanto su se stessi. “Ero affascinato dall’idea di trasformare l’ovvia claustrofobia provocata da uno spazio ristretto e soffocante, come quello del piano interrato, in una sorta di claustrofilia. […] Volevo che lo spazio risultasse diverso in ogni scena, in modo da cogliere sempre qualcosa di nuovo con il progredire della storia”.
 
La scelta degli attori, i giovanissimi ed esordienti Jacopo Olmo Antinori e Tea Falco, ha richiesto diversi mesi: “La verità è che mi piaceva l’idea di trovare due volti nuovi, mai visti prima nel cinema…”, ha spiegato Bertolucci. E tuttavia, con quel misto di innocenza e inquietudine che li contraddistingue, i protagonisti richiamano alla mente i personaggi romani di Pier Paolo Pasolini.
 
Particolarmente emozionante è la colonna sonora, a partire dal tema “Ragazzo Solo, Ragazza Sola”, versione in italiano della canzone “Space Oddity” di David Bowie, che Bertolucci pare abbia sentito per la prima volta alla radio proprio mentre si trovava a Los Angeles. “La canzone fantascientifica di Bowie si trasforma in una canzone d’amore italiana. […] Nei miei film amo avere sempre una sequenza musicale.
Come insegna la grande tradizione americana del musical, essa crea un momento unico in cui tutto è possibile”, ha commentato il regista.
 
La presentazione di “Io e Te” negli Stati Uniti è stata inclusa nella nuova iniziativa “Cinema Made in Italy”, realizzata da Emerging Pictures, Luce Cinecittà e la rete delle Italian Trade Commissions nel mondo, con l’obiettivo di finanziare la distribuzione e promozione in USA (ma non solo) di cinque tra i migliori film italiani degli ultimi anni. Grazie al sostegno finanziario di tali enti e dei Ministeri dell’Economia e dei Beni Culturali, un pubblico americano più ampio avrà occasione di apprezzare alcuni interessanti esempi del nostro cinema contemporaneo, che saranno distribuiti in oltre 100 sale sul territorio nazionale, in circa 15 stati e 25 città.    
 
Sulla scia del successo agli Oscar de “La Grande Bellezza” di Paolo Sorrentino, si sperimentano soluzioni innovative per rafforzare l’immagine dell’industria cinematografica italiana e favorirne l’ingresso nel mercato USA, per dimostrare come essa non si limiti solo ai grandi nomi del passato quali Fellini o De Sica, come dichiarato in un’intervista dal direttore esecutivo di Istituto Luce Cinecittà, Roberto Cicutto. E il Dottor Carlo Angelo Bocchi, Trade Commissioner a Los Angeles, tiene a sottolineare l’importanza dell’innovativo progetto non soltanto da un punto di vista commerciale ma anche culturale, al fine di dare nuova linfa ai diversi aspetti del Made in Italy nel mondo attraverso il potente strumento del cinema.
 
Accanto all’opera tanto attesa di Bernardo Bertolucci, gli altri titoli in programma nel corso della rassegna “Cinema Made in Italy”, che si concluderà a settembre con “Intrepido” di Gianni Amelio, sono stati il controverso “Bella Addormentata” di Marco Bellocchio, “Miele”, debutto dietro la macchina da presa dell’attrice Valeria Golino, e, ovviamente, “La Grande Bellezza” di Paolo Sorrentino.
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