Durante i giorni dello svolgimento del New Italian Cinema Festival tenutosi a San Francisco dall’11 al 18 di Novembre, L’Italo-Americano ha intervistato il regista italiano Ivan Controneo, il quale ha avuto l’onore, fra tutti i registi presenti, di presenziare la serata di apertura del concorso cinematografico con il suo film “Krypronite!” (tittolo originale “La Kryptonite nella Borsa”).
Nella Opening Night assieme a Cotroneo, già ben noto scrittore e sceneggiatore ed ora regista al debutto, era presente come ospite speciale l’attrice e regista Valeria Golino, la quale interpreta meravigliosamente un ruolo di protegonista nel film, tratto tra l’altro da un suo stesso romanzo. Di seguito l’intervista registrata a margine della seconda proiezione del film Kryptonite!
RN: Ciao Ivan, quale è l’aspetto più interessante nel lavorare per la prima volta come regista, per un bravo scrittore e sceneggiatore come te?
IC: Sono davvero molte le cose interessanti. Io ho lavorato in precedenza come collaboratore del resista, mentre quando sei tu il regista hai la possibilità di confrontarti con tutti gli altri reparti, come il direttore della fotografia, il costumista o lo scenografo.
C’è la possibilità di lavorare veramente a contatto con la creatività delle altre persone, e di cercare di coinvolgere le persone nel tuo film raccontandogli quello che vuoi fare. Io credo che i film siano delle opere collettive, dove c’è una guida che è il regista ma c’è bisogno del lavoro creativo di squadra. Il set è diventato per me una famiglia nei mesi in cui siamo stati insieme.
Inoltre due rapporti che sono stati fondamentali per me sono quelli con il Direttore della Fotografia Luga Bigazzi, uno dei più grandi in Italia, e poi il rapporto con gli attori, alcuni di grande esperienza come Valeria Golino, Luca Zingaretti, Cristiana Capotondi, Libero de Rienzo, Fabrizio Gifuni, ma anche un bambino ed altri esordienti. È stato emozionante vedere i loro personaggi prendere vita.
RN: Come è stato dirigere un’attrice affermata e conocouta, nonché tua amica di lunga data, come Valeria Golino?
IC: Noi ci conosciamo da 15 anni ma non avevamo mai lavorato insieme. Quando si è amici instaurare un rapporto di lavoro può essere difficile, invece è andato tutto molto bene.
Abbiamo prima parlato molto sullo script e sul personaggio, poi Valeria quando ha deciso di essere nel film si è completamente affidata alla mia regia perchè si fidava di quello che stavo facendo e credeva nel film. Valeria sapeva che il suo personaggio, il suo sguardo ed il rapporto con il bambino, erano al centro del film. Penso di essere riuscito a prendere il bello del nostro rapporto regista-attore.
Il film è andato in molti festival ed in ognuno gli attori hanno ricevuto premi per la loro interpretazione. (Valeria Golino ha vinto poi anche il Premio miglior attrice al NICE Festival)
RN: Questa è la prima volta che vieni a San Francisco, o negli Stati Uniti, con questo film?
IC: Personalmente sono venuto altre volte a San Francisco, e più di una volta i film scritti da me sono passati alla rasegna del NICE, il film “In principio erano le mutande” di Anna Negri è un film che ha vinto il festival.
Invece Kryptonite! è andato gia a New York alla rassegna Open Roads ed anche al Festival Internazionale di Seattle.
RN: Come reagisce il pubblico americano a differenza del pubblico italiano?
IC: Devo dire che il pubblico americano si è dimostrato molto caldo nei confronti del film, si diverte molto. Grazie all’esperienza all’estero che ho fatto con il film, che è stato in Giappone, in Cina, in Marocco, in Francia, in Inghilterra e un po’ d’appertutto nell’est Europa, ho scoperto che essendo un film così specifico che parla di una famiglia a Napoli nel 1973, questa storia così speciale riesce ad essere universale.
Infondo questo è un film che parla della ricerca della felicità, un qualcosa che appartiene all’espreinza umana. Però in particolare negli Stati Uniti quando assisto alle proiezioni come è stato qui, sento che le persone ridono o si commuvono nei momenti in cui io avevo inteso suscitare queste emozioni. Quindi sento il pubblico statunitense molto vicino.
RN: Quanto c’è di autobiografico in questo film?
IC: La Napoli che si vede nel film è la città della mia infanzia. Io volevo raccontare di questa Napoli agli inizi degli anni ’70 a cavallo fra la tradizione e la modernità, con uno sguardo morto particolare su una città molto colorata che è allo stesso tempo molto conservatrice e però si apre al nuovo.
La storia non è autobiografica, però il bambino protagonista ha un rapporto molto stretto con i zii che sono più giovani della madre, due zii scalmanati che si divertono in giro, si vestono secondo la nuova moda e ascoltano la nuova musica, che è un po’ il rapporto che avevo con i miei due zii giovani. Mi portavano spesso con loro e mi mettevano in situazioni che non erano adatte ad un giovane della mia età.
Questo mi piaceva molto perchè era tutto un segreto che non si poteva raccontare a casa, non potendo dire che fumavano, che si frequentavano con altre persone o che non studiavano. L’idea del mondo misterioso e della ribellione, suscitava su di me un grande fascino. Questo libro ed il film nasce anche dal forte amore che ho per i miei zii.
RN: Nel futuro continuerai ancora a dirigere o tornerai alla scrittura?
IC: Se è possibile tutti e due. Dopo aver fatto questo film, ho finito di scrivere il nuovo film di Maria Sole Tognazzi, che è stato interpretato da Margerita Buy e Stefano Accorsi che uscirà il prossimo inverno.
Contemporaneamente sto tornando sul set con una nuova storia che mi piacerebbe raccontare, questa volta una storia contemporanea, una commedia umana dove si ride ma si parli anche di sentimenti, amori, tradimenti, bugie, insomma una commedia sulle relazioni sentimentali.
RN: Grazie tante Ivan e in bocca al lupo per i tuoi progetti futuri.
IC: Crepi il lupo, grazie a voi e a tutti i lettori dell’Italo-Americano.