Mentre la situazione politica italiana è ancora in fase di assestamento, quella legislativa in via di trasformazione e quella economica fatica a riprendere quota, l’unica certezza si chiama austerità. I tagli imposti alla Pubblica Amministrazione non risparmiano il Ministero degli Affari Esteri, mettendo a rischio la rete di rappresentanza dei cittadini italiani residenti all’estero.
 
Quest’ultima, composta da Ambasciate, Consolati ed altri enti del Sistema Italia, dai Comites e dal CGIE (Consiglio Generale degli Italiani all’Estero), riveste un’importanza fondamentale per lo sviluppo del Paese. Tuttavia la sua estensione, storicamente tra le maggiori al mondo, ne minaccia la sostenibilità economica.
 
Questa e altre tematiche d’interesse per la comunità italiana all’estero sono state affrontate nel corso della riunione semestrale dell’Inter-Comites, cui hanno preso parte i Presidenti delle varie sedi in U.S.A.,  tra cui quello del Comites di Los Angeles, Valerio Chiarotti, il Console Generale Giuseppe Perrone e il Primo Consigliere d’Ambasciata Michele Pala. Sono intervenute, inoltre, Marisa Antonini, Rosa Di Masi Stevens e Lucia Peretti, rispettivamente tesoriere, consigliere e segretaria del Comites di Los Angeles.
 
Inaugurato dal Console Generale, l’incontro ha segnalato una rinnovata attenzione per la West Coast, dove la presenza italiana è in aumento, dinamica ed integrata nella società locale. Tale occasione ha anche rappresentato un importante momento di confronto e coordinamento dell’attività dei Comites, con l’obiettivo di rilanciare e valorizzare il proprio ruolo agli occhi delle istituzioni centrali.
 
Come evidenziato dal membro del CGIE Tullio Circiello, ospite alla riunione, è necessaria una maggiore coesione tra gli organi della rappresentanza democratica all’estero, che in questo delicato momento storico corrono il rischio di scomparire per ragioni di natura finanziaria. Il rinnovo dei Comites e del CGIE stesso, previsto per il 2014, è infatti minacciato dall’incerto destino della legge elettorale, e una penuria di consiglieri determinerebbe la fine di alcune sedi.
 
Recente è poi la notizia della chiusura del Consolato di Newark, che ospita una delle storiche e più numerose collettività italiane in Nord America, e altri sono in pericolo. Oltre alle difficoltà logistiche che questo tipo di provvedimenti crea, minando l’efficienza dei servizi offerti ai connazionali (ad esempio in relazione al rinnovo del passaporto o alla ricostruzione della cittadinanza), si determina anche un danno economico significativo per la mancata assistenza alle imprese italiane che operano in U.S.A.  
 
Al contrario, in un contesto di crisi lo Stato dovrebbe mirare a potenziare i settori più produttivi dell’economia, tra cui il Made in Italy e gli scambi con l’estero, per rafforzare la presenza italiana sul territorio dove compete con molti altri paesi, e promuoverne gli interessi economici e culturali. Per questo motivo, attraverso il lavoro sul campo, è compito della rete consolare e dei Comites mostrare alle autorità legislative italiane l’immenso valore economico delle aziende nazionali con sede in U.S.A., in constante aumento, che importano i nostri prodotti o commerciano con imprese locali.
 
Un altro strumento di difesa a disposizione delle rappresentanze estere resta l’autosostenibilità: al di là dei finanziamenti statali, oggi in calo, le attività di fundraising, la collaborazione con altri enti italiani, la gestione oculata, le risorse informatiche ed il concentrarsi su un numero limitato di iniziative rappresentano la soluzione, come ribadito dal presidente del Comites di Los Angeles Valerio Chiarotti, organizzatore dell’incontro.
 
In particolare, dopo il 2013 – Anno della Cultura Italiana negli U.S.A., quest’anno il focus dei Comites, ed in particolare di quello di Los Angeles, riguarderà principalmente l’insegnamento della lingua italiana 
con il programma Advanced Placement, corso di livello universitario tenuto nella scuola superiore e che si conclude con un esame riconosciuto. Si tratta di un progetto estremamente importante, in grado di garantire la saldatura tra vecchie e nuove generazioni di italiani residenti negli Stati Uniti, ma anche italo-americani che oggi riscoprono con orgoglio le proprie origini.
 
Tuttavia tale obiettivo presenta non poche difficoltà, dovute alla mancanza di insegnanti riconosciuti dalla autorità scolastiche locali e di fondi per sostenerne l’assunzione. Anche in questo caso, il ruolo degli osservatori sul territorio risulta cruciale per raccogliere le informazioni necessarie a facilitare l’inserimento degli insegnanti d’italiano nelle scuole, la formazione in loco e la raccolta di fondi.
 
Al riguardo, il Comites di Los Angeles ha già avviato una serie di attività nella propria circoscrizione, che include Sud California, Nevada, Arizona e New Mexico. Inoltre, la sua partecipazione a numerose manifestazioni di promozione culturale, realizzate congiuntamente ad altri enti, lo rendono un attore integrato nel Sistema Italia ed un interlocutore riconosciuto dal Consolato Generale per rispondere alle esigenze dei connazionali.
 
In generale, tutti i Presidenti intervenuti all’Inter-Comites del 15 marzo 2014 hanno espresso grande soddisfazione in merito al rapporto con le istituzioni consolari, mentre un generale distacco è stato lamentato nei confronti del CGIE (organo consultivo nato per dare voce alle comunità italiane all’estero) e della rappresentanza parlamentare, con i quali spesso mancano il dialogo e la comunione d’intenti.
 
Uno degli ambiti in cui è particolarmente importante la sinergia tra Comites e Consolati è senz’altro l’aggiornamento delle liste AIRE, legato all’esercizio del voto a distanza. La sensibilizzazione attraverso le associazioni italiane locali e l’invito a registrarsi all’anagrafe di residenza, fornendo il proprio contatto e-mail, permettono di raggiungere un numero sempre crescente di connazionali, potenziali votanti.
 
Inoltre, il metodo di voto attuale per corrispondenza risulta esoso ed incapace di garantire sicurezza, pertanto già si parla di passare al sistema elettronico, non appena saranno risolte questioni quali la distribuzione dei codici segreti personali. Ma il dibattito resta aperto, poiché se i seggi costano e la corrispondenza non è sicura, il voto online rischia di escludere moltissimi connazionali che non hanno accesso o familiarità con la moderna tecnologia informatica.
 
Diversi fattori andranno considerati in tale scelta, ma l’obiettivo rimane garantire al maggior numero possibile di italiani l’opportunità di esprimersi ed essere rappresentati, in equilibrio tra diritto e responsabilità.
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