Da qualche mese a questa parte, nonostante i problemi di varia natura che interessano il Paese in questo delicato momento storico, il tema della riforma elettorale sembra essere al centro dell’attenzione della politica italiana.
 
In occasione dell’incontro con una delegazione di rappresentanti delle Istituzioni, delle imprese e della comunità italo-americana locale avvenuto presso il Consolato Generale d’Italia a Los Angeles, l’Onorevole Gregorio Gitti ha discusso questo aspetto a suo giudizio cruciale per il futuro della Nazione.
 
Presentato dal Vice Console Paolo Pandolfi, Gregorio Gitti si è laureato in giurisprudenza al Collegio Borromeo di Pavia e insegna come professore ordinario di Diritto Civile all’Università di Milano. Nel 2013 è stato eletto nella circoscrizione Lombardia con il partito Scelta Civica con Monti per l’Italia, ed è oggi deputato del partito Popolari per l’Italia e capogruppo della Commissione Affari Costituzionali.
 
L’Italia sta vivendo un momento di fermento politico e spinta al cambiamento molto forte, ha sottolineato l’Onorevole, anche in vista della presidenza del Consiglio dell’Unione Europea nel secondo semestre del 2014.
 
L’attuale legge elettorale, nota come Porcellum, è stata giudicata incostituzionale dalla Corte Costituzionale per il criterio di assegnazione del premio di maggioranza e per le liste elettorali “bloccate” che non consentono di esprimere una preferenza verso un candidato, ma solo verso il partito. Questi fattori, insieme al bicameralismo paritario, ostacolano la governabilità e la stabilità del Paese.
 
Pertanto è attualmente oggetto di discussione tra le forze politiche una nuova legge elettorale da presentare in Parlamento, con la proposta di introdurre una soglia del 37% per ottenere il premio di maggioranza e un doppio turno di elezioni aperto alle alleanze per permettere agli elettori di compiere una scelta più pragmatica.
 
Nel contempo si lavora anche a una riforma costituzionale che renda il Parlamento l’unica camera con potere legislativo, consentendo di accelerare e semplificare l’iter di approvazione dei provvedimenti.
 
Gli effetti sarebbero positivi anche sul piano internazionale, poiché alcune delle maggiori preoccupazioni degli investitori stranieri riguardano proprio la certezza del diritto, l’indipendenza della magistratura dalla politica, e un contesto istituzionale in cui le politiche vengono attuate con un indirizzo e un termine certi.
 
Ma qual è l’interesse delle riforme istituzionali per i cittadini italiani residenti all’estero? E come possono questi ultimi contribuire al rinnovamento (e risanamento) del Paese d’origine?
 
Queste e altre domande sono state affrontate nel corso del dibattito cui hanno partecipato, tra gli altri, il professor Vito Campese della USC, il presidente del Comites di Los Angeles Valerio Chiarotti, il presidente dell’Italian Trade Agency Carlo Bocchi, il direttore reggente dell’Istituto Italiano di Cultura Massimo Sarti, il direttore esecutivo dell’Italian American Chamber of Commerce West Letizia Miccoli, ma anche Lucia Peretti, Marisa Antonini, Sebastiano Piazza e alcuni imprenditori locali. 
 
Nonostante la presenza di un Consiglio Nazionale degli Italiani all’Estero e dei vari Comites, la rappresentanza negli organi di governo rimane scarsa con soli due seggi in Parlamento e uno in Senato, disincentivando la partecipazione degli elettori. Inoltre, questioni particolarmente sentite, come il diritto a riacquisire la cittadinanza italiana per coloro che avevano dovuto rinunciarvi per poter lavorare negli Stati Uniti, sembrano restare inascoltate.
 
E tuttavia un atteggiamento ipercritico è senz’altro da evitare, come suggerisce il professor Campese, mentre sono benvenute iniziative costruttive mirate a influenzare positivamente la legislazione italiana.
Nell’opinione dell’On. Gitti, le circoscrizioni estere devono essere preservate, poiché creano occasioni di confronto e costituiscono un punto di vista dall’esterno sulla realtà italiana, un momento di discontinuità rispetto ai consueti comportamenti politici.
 
A suo giudizio, una legge elettorale più rappresentativa e un organo legislativo più snello sarebbero la chiave per risolvere annose questioni che riguardano gli italiani sia in patria sia all’estero, quali il sostegno finanziario alle imprese, il cuneo fiscale, il ritardo infrastrutturale e la disoccupazione. Tale cambiamento contribuirebbe a rilanciare l’immagine dell’Italia nel mondo, favorendo gli investimenti e dando maggiore credibilità al Paese.
 
Per quanto concerne in particolare la riforma della legge sulla cittadinanza, già proposta in passato dall’On. Salvatore Ferrigno, Gregorio Gitti assicura che è in agenda, ma il bicameralismo perfetto ne rallenta l’iter legislativo. “Le persone che si sentono italiane sono in realtà molte di più di quelle effettivamente in possesso della cittadinanza”, ha affermato Gitti. E poi ha aggiunto: “E se avessero la possibilità di votare, i risultati delle elezioni sarebbero forse molto diversi”.
Receive more stories like this in your inbox