Photo: cardopoli/Shutterstock

Look, if you really want to insult an Italian man, look no further than the word cornuto. While it sounds pretty innocuous in English, where it means “horned,” it is the ultimate swear word to throw at your male enemies in the Bella Lingua, replete with mildly chauvinistic undertones and directly hinting at their inability to keep a partner satisfied. Yes, because a cornuto is a cuckold, a man whose significant other has found intimate solace with someone else.

And while the word is used for women, too (cornuta), men tend to take it much, much more at heart. We used to be a strongly patriarchal society, where manliness and virility used to be associated not only with the ability to care and provide for the family but also with moral rectitude. And while, today, we’re thankfully done with that kind of genderized nonsense, uneasiness rises nevertheless, in the heart of those who are called cornuto to their face.

But how is the idea of being “horned” connected with being cheated on?

Well, the origin of the expression is not clear. In ancient times, horns were a symbol of virility, courage, and strength, so much so the Olympian gods were often represented with horned heads, and kings weren’t new to add horns to their insignia. But, perhaps, we’re even more familiar with ancient warriors’ horned helmets (just think of the Vikings!), themselves a symbol of prowess.

Linguists have been trying to understand when the ominous association between horns and conjugal infidelity came to be, but they haven’t quite settled on a univocal solution.

Theseus fights the Minotaur (Photo: Matias Del Carmine/Dreamstime)

According to some, we need to take a journey back to 12th century Constantinople (modern-day Istanbul), at the time of Emperor Andronicus Comnenus who was, apparently, quite the tyrant. When someone got on his nerves, he’d get their wives kidnapped to turn them into concubines, then have the head of a deer hung at their door, to symbolize the “prey” he had brought home. When, in 1185, William the Conqueror’s soldiers arrived in Thessaloniki, they were amused — and certainly intrigued — by the number of horned heads hanging on people’s doors. Upon asking locals, they found out about the Emperor’s habit. They found it so funny that, once back in Sicily, they apparently made the expression “placing horns” (mettere le corna, in Italian, which is common language for “cheating on”) popular on the island and, from there, it eventually spread across the country.

According to others, however, it’s not to moody Andronicus we owe the expression mettere le corna at all. In fact, it may have originated much earlier, although not too far from Constantinople at all. Legends say that the expression may be connected to the mythological birth of the Minotaur. Thousands of years ago Minos, king of Crete and son of Zeus and Europa, had an altar built, dedicated to Poseidon, the god of seas: here, the king thought, he would sacrifice a white bull that Poseidon himself was to give him. But when he

saw the animal, Minos thought it was too beautiful to be killed, so he decided to keep it, and sacrificed another one instead.  Now, if there is something we learn in school is:  “You never cross a classical god,” and Minos should have known that, too: once he discovered Minos’ deceitful behavior, Poseidon cast a curse on Pasiphae, Minos’s wife, who fell in love with… the white bull his husband was to sacrifice. Fervently in love, Pasiphae hid in a wooden cow and… “spent the night” with the animal: nine months later, she gave birth to the Minotaur, a half-human, half-bull creature, tangible sign of her bestial, extra-conjugal escapade.

And this is how horns became, among the people of Crete, a symbol of infidelity and king Minos turned into the first cuckold in history.

Badate, se volete davvero insultare un italiano, basta usare la parola cornuto. Anche se suona abbastanza innocua in inglese, l’equivalente di “horned”, è la parolaccia definitiva da lanciare contro i vostri nemici maschi nella Bella Lingua, piena di sfumature leggermente scioviniste, che allude direttamente alla loro incapacità di soddisfare il partner. Sì, perché un cornuto è un uomo il cui partner ha trovato intimo conforto presso qualcun altro.

E mentre la parola è usata anche per le donne (cornuta), gli uomini tendono a prenderla molto, molto più a cuore. Una volta eravamo una società fortemente patriarcale, dove la virilità era associata non solo alla capacità di prendersi cura e provvedere alla famiglia, ma anche alla rettitudine morale. E se oggi, per fortuna, abbiamo chiuso con quel tipo di assurdità genderizzata, comunque il disagio sale nel cuore di chi viene chiamato cornuto.

Ma come si collega l’idea di essere “cornuto” all’essere tradito?

Beh, l’origine dell’espressione non è chiara. Nell’antichità, le corna erano un simbolo di virilità, coraggio e forza, tanto che gli dei dell’Olimpo erano spesso rappresentati con teste cornute, e i re solevano aggiungere le corna alle loro insegne. Ma, forse, siamo ancora più familiari con gli elmi cornuti degli antichi guerrieri (basti pensare ai vichinghi!), essi stessi simbolo di prodezza.

I linguisti hanno cercato di capire quando è nata l’infausta associazione tra corna e infedeltà coniugale, ma non hanno trovato una soluzione univoca.

Secondo alcuni, dobbiamo fare un viaggio nel XII secolo a Costantinopoli (l’odierna Istanbul), all’epoca dell’imperatore Andronico Comneno che, a quanto pare, era un gran tiranno. Quando qualcuno lo faceva arrabbiare, faceva rapire le mogli per trasformarle in concubine, poi faceva appendere la testa di un cervo alla porta, per simboleggiare la “preda” che aveva portato a casa. Quando, nel 1185, i soldati di Guglielmo il Conquistatore arrivarono a Salonicco, furono divertiti – e certamente incuriositi – dal numero di teste di cervo appese alle porte delle case. Chiedendo alla gente del posto, scoprirono l’abitudine dell’imperatore. Trovarono il tutto così divertente che, una volta tornati in Sicilia, a quanto pare resero popolare sull’isola l’espressione “mettere le corna” che, da lì, finì per diffondersi in tutto il Paese.

Secondo altri, però, non è affatto al lunatico Andronico che dobbiamo l’espressione mettere le corna.

Infatti, potrebbe essere nata molto prima, anche se non troppo lontano da Costantinopoli. Le leggende dicono che l’espressione potrebbe essere collegata alla nascita mitologica del Minotauro. Migliaia di anni fa Minosse, re di Creta e figlio di Zeus ed Europa, fece costruire un altare dedicato a Poseidone, il dio dei mari: qui, pensava il re, avrebbe sacrificato un toro bianco che Poseidone stesso gli avrebbe donato. Ma quando vide l’animale, Minosse pensò che fosse troppo bello per ucciderlo, così decise di tenerlo, e ne sacrificò un altro. Ora, se c’è qualcosa che impariamo a scuola è che “non si sfida mai un dio classico”, e anche Minosse avrebbe dovuto saperlo: una volta scoperto il comportamento ingannevole di Minosse, Poseidone lanciò una maledizione su Pasifae, la moglie di Minosse, che si innamorò del… toro bianco che suo marito avrebbe dovuto sacrificare. Fervidamente innamorata, Pasifae si nascose in una vacca di legno e… “passò la notte” con l’animale: nove mesi dopo, diede alla luce il Minotauro, una creatura metà umana e metà toro, segno tangibile della sua bestiale scappatella extraconiugale.

Ed è così che le corna divennero, tra il popolo di Creta, un simbolo di infedeltà e il re Minosse si trasformò nel primo cornuto della storia.


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