L’anno prossimo cade il centenario della morte del poeta Guido Gozzano, nato a Torino nel 1883. E’ ritenuto il massimo esponente del Crepuscolarismo, una corrente letteraria dei primi anni del Novecento che si contrappone alla contemporanea corrente che promuove vitalismo, eroismo e individualismo proponendo il poeta come protagonista della storia e creatore delle forze dell’avvenire. La metafora del crepuscolo (dopo la grande stagione che riuniva Carducci, Pascoli, D’Annunzio) voleva viceversa indicare una situazione di spegnimento, di malinconia, di toni tenui e smorzati per rappresentare una realtà prosaica e velata di tristezza. La crisi morale che i poeti crepuscolari avvertono con la contemporanea negazione dei miti del progresso e dello sviluppo, si manifesta in un lessico semplice e minimale, in un verso che spesso si libera delle norme metriche della tradizione per avvicinarsi al verso libero.
Guido Gozzano (1883-1916) si distingue per l’ironia, il tono colloquiale e prosaico con cui descrive la quotidianeità, rappresenta il mondo circostante, affronta la società.
Un concorso internazionale di poesia e narrativa promuove la conoscenza della sua poesia. Per L’Italo-Americano abbiamo intervistato Roberto Chiodo che dal 2000 organizza il premio letterario.
Come e da cosa nasce un premio letterario?
Il concorso Guido Gozzano nasce dall’idea di tre volontari della Biblioteca di Terzo, piccolo paese di circa mille abitanti nel Monferrato, in Piemonte. Capitò di leggere alcune poesie di Gozzano. Ne derivò un entusiasmo tale da voler organizzare un premio letterario a lui dedicato. Furono consultati i professori acquesi Carlo Prosperi e Ernesto Livorsi e da questo incontro ebbe inizio la prima edizione con un budget ridottissimo e pochi partecipanti. L’idea era quella di creare un evento per la promozione della cultura e della poesia e per far conoscere un territorio che dall’anno scorso è stato dichiarato Patrimonio Mondiale dell’Unesco.
Dopo 16 edizioni cosa è cambiato e cosa è rimasto uguale?
Dopo 16 edizioni è rimasto inalterato l’entusiasmo degli inizi, la voglia di migliorare il premio, l’onore e l’onere di organizzare un premio nazionale dedicato a un grande poeta. Nel corso degli anni c’è però stato un progressivo aumento del numero dei partecipanti ed è anche migliorata la qualità dei testi pervenuti. Non è cambiato lo spirito del premio che punta sulla competenza e serietà dei giurati, sul premiare la qualità e sulla valutazione dei testi in forma anonima.
Non tutti conoscono Guido Gozzano: ci parli del suo rapporto con questo autore e consigli ai nostri lettori qualche sua opera.
Ho conosciuto le opere di Guido Gozzano non sui banchi di scuola ma leggendo una raccolta di poesie crepuscolari e “L’assenza” è da sempre la mia poesia preferita.
Mi piace di Guido Gozzano il suo senso dell’ironia, la sua capacità di descrivere i particolari, il linguaggio contemporaneo e una poesia che a volte sconfina nella prosa. La sua vita breve ma piena di incontri, di viaggi e la sua lotta contro la malattia (la tisi) vissuta sempre con uno spirito positivo.
Consiglio la lettura di alcune poesie come L’assenza, La Signorina Felicita, Cocotte, Totò Merumeni, L’esilio, Torino, L’amica di Nonna Speranza con l’auspicio che a scuola si ritorni a leggere Gozzano, in vista anche del centenario della sua morte nel 2016.
Per l’edizione del 2015 al Premio Gozzano sono pervenuti più di 1000 testi. Perchè così tante persone partecipano ai concorsi letterari?
Nell’edizione 2015 abbiamo avuto un record di partecipanti nelle quattro sezioni (poesia edita, poesia inedita, silloge inedita e racconto inedito) e questo testimonia il desiderio di mettersi in gioco e il notevole numero di italiani che amano scrivere poesie.
Presto apriremo una biblioteca dedicata alla poesia italiana contemporanea a Terzo. L’obiettivo è di catalogare, conservare e prestare oltre tremila libri di poesia che hanno partecipato alle precedenti edizioni del premio. Si dice che la poesia non vende, che le librerie purtroppo non dedicano scaffali alla poesia. I premi letterari viceversa sono un’opportunità per confrontarsi e ottenere riconoscimenti. Per alcuni sono un punto di partenza e per altri l’occasione di veder premiata la passione per la scrittura.
Tempo fa Alberto Vigevani, su Il Giornale allora diretto da Indro Montanelli, attaccò ferocemente i premi letterari. Voi che ne organizzate uno internazionale, cosa pensate delle critiche rivolte a manifestazioni come queste?
Per criticare bisogna prima di tutto conoscere la realtà. Conoscere chi organizza il premio, la competenza e serietà della giuria e saper distinguere.
Ci sono stati casi che hanno danneggiato l’immagine dei premi letterari, ma la valutazione anonima dei testi e la qualità delle opere premiate sono la miglior garanzia della serietà del concorso. Ovviamente anche per noi ci sono margini di miglioramento ma posso ritenermi soddisfatto per l’andamento delle prime sedici edizioni del Premio Gozzano.