Italy is lovely, but there are some things even we Italians don't like about ourselves! Photo: Dreamstime

Being quarantined leaves you a lot of time to ponder upon stuff — even if you actually work from home so you need to pump through your 8 hours a day writing and editing anyway. Some reflect on the meaning of life and the necessity to “slow down” for real, even after Covid-19 will leave us alone, others have taken up the romantic role of their household’s philosophers, others still more prosaically embraced the homemakers in them and just … started baking the heck out of this lockdown. 

Now, while I admit I have been doing some baking myself — which I had to recently give up, after jumping on the scale and almost fainting at the numbers I read — solitary confinement made me considerer a thing or two about my country and my people, some more serious, some more lighthearted. For instance, what do the world really think about us? Do we really eat too much pasta and are Italian men really the best? Yes, I know, that’s some random stuff, but I told you: quarantine. 

But then something occurred to me: we always think about what others like or dislike about us Italians, but is there actually anything we can’t stand about ourselves and what is it? So, I did a bit of soul searching and came out with four things about us that, in my humble opinion, we Italians would happily get rid of. Let’s see if you agree. 

The average Italian never makes mistakes and is never responsible for anything: it’s the government, the neighbor, the boss, the weather, Fate, God, the cat, you name it. Italians complain, they do that a lot more than anyone else and those telling you that soccer is our national sport are ridiculously wrong. Soccer has nothing on complaining, Italy’s number one activity, the only we master since childhood and finely tune throughout a lifetime of practice. But let’s be honest, when we complain, we do it with flair and, as dramatic as we may be, we always end up smiling: this is because, along with being world champions of complaining, we are also a people who knows how to find happiness in the smallest things and make do with what life gives us. Provided we have those we love around and a good meal on the table to share with them.

Contrarily to what you may think, Italians have nothing against their often criticized driving skills. Photo: Dreamstime

Drama!

Let’s be clear, I know we’re the motherland of opera and all that but guys, drama here reaches levels unknown anywhere else in the world. Anything, anything is a good excuse for being dramatic: we’re a people of Victorian ladies fainting at the drop of a silk handkerchief doused in lavender essence. Did you know that Dante loved fainting, too? Yes, in La Vita Nova,  the work he dedicated to Beatrice, the love of his life, our poet laureate would pass out quite easily when in the presence of his beloved. In the middle of Florence. Now, if that’s not being dramatic, I don’t know what is. 

We lack in efficiency

 Right, the previous two were kind of funny, but this is an issue we are all well aware of and single handedly detest: being inefficient. We can’t deny it: when it comes to bureaucracy, Italy is among the most inefficient places on Earth. Our cumbersome legal system, along with an equally complex and redundant political structure, makes even the simplest of decisions an endless process that can last anything from a day to a century, but this doesn’t come as much of a surprise, I am sure. 

If you are familiar with René Goscinny and Albert Uderzo’s Asterix and Obelix, then you probably remember  the 1976’s animated movie The Twelve Tasks of Asterix. The eighth was all too real for us Italians: the Gaulish pair had to retrieve a permit from an office and the enterprise ended up being virtually impossible: I suggest you all go search the clip on YouTube: it depicts quite accurately what can happen, sometimes, when you deal with Italian bureaucracy. 

On the other hand, you know the way we are: there is no stressful situation that can’t be solved with a smile, a slice of cake and a dinner with our  family. It’s hard to bring us down, in the end. 

Italians are creative, friendly and resourceful, but there are a some annoying things about them and they are the first to admit it! Photo: Dreamstime

We are too “provincial”

There’s nothing wrong in being proud of your country and in accepting it all, good and bad. We Italians love to complain about Italy (see point one above), but in the end, we wouldn’t change our Belpaese with any other, and this sometimes means we have little curiosity about other cultures, other countries and other realities: yes, we Italians can be a bit “provinciali” and have been accused to have little interest in learning what’s outside our little corner of heaven.

In reality, it’s not that we have no interest in knowing about other cultures, it’s that we, sometimes,  are barely aware of how much there is to learn, see and love in ours! We’re still struggling to come to terms with the immense patrimony we, as citizens of this lovely country, carry within and around us, on every single day of our life.

Ah, Italians! Aren’t we special? 

Dramatic, provincial, too relaxed and perennially complaining, but also good hearted, strong willed, creative and genial when we want to. Now, if we could only focus on these last characteristics and let go of the others…

La quarantena ti lascia un sacco di tempo per riflettere sulle cose, anche se in realtà lavori da casa, quindi devi comunque lavorare 8 ore al giorno per scrivere ed editare. Alcuni riflettono sul senso della vita e sulla necessità di “rallentare” per davvero, anche dopo che il Covid-19 ci avrà lasciato in pace, altri hanno assunto il ruolo romantico dei filosofi di casa, altri ancora più prosaicamente hanno abbracciato la casalinga che c’è in loro e hanno semplicemente… iniziato a sfornare manicaretti durante questa quarantena. 

Ora, pur ammettendo di aver cucinato anch’io – cosa a cui ho dovuto rinunciare di recente, dopo essere salita sulla bilancia ed essere quasi svenuta per i numeri che ho letto – l’isolamento mi ha fatto considerare un paio di cose sul mio Paese e la mia gente, qualcosa un po’ più seria, qualcosa un po’ più spensierata. Per esempio, cosa pensa davvero il mondo di noi? Mangiamo davvero troppa pasta e gli uomini italiani sono davvero i migliori? Sì, lo so, sono cose dette a caso, ma l’ho detto: è l’effetto quarantena. 

Poi però mi è venuta in mente una cosa: pensiamo sempre a quello che piace o non piace agli altri di noi italiani, ma c’è qualcosa che noi non sopportiamo di noi stessi e che cos’è? Così, ho fatto un po’ di analisi interiore e ho tirato fuori quattro cose su di noi di cui, a mio modesto parere, noi italiani ci libereremmo volentieri. Vediamo se siete d’accordo.

Ci lamentiamo di tutto 

L’italiano medio non commette mai errori e non è mai responsabile di nulla: è il governo, il vicino, il capo, il tempo, il destino, Dio, il gatto e chi più ne ha più ne metta. Gli italiani si lamentano, lo fanno molto più di chiunque altro e chi dice che il calcio è il nostro sport nazionale si sbaglia di grosso. Il calcio non ha nulla a che vedere con il lamentarsi, l’attività numero uno in Italia, l’unica che padroneggiamo fin dall’infanzia e che abbiamo perfezionato nel corso di una vita di allenamenti. Ma siamo onesti, quando ci lamentiamo, lo facciamo con estro e, per quanto drammatici, finiamo sempre per sorridere: questo perché, oltre ad essere i campioni mondiali del lamento, siamo anche un popolo che sa trovare la felicità nelle cose più piccole e si accontenta di ciò che la vita dà. A patto di avere intorno chi amiamo e un buon pasto da condividere.

Drammatici!

Parliamoci chiaro, so che siamo la patria dell’opera e tutto il resto, ma ragazzi, qui il dramma raggiunge livelli sconosciuti in qualsiasi altra parte del mondo. Qualsiasi cosa, qualsiasi cosa, è una buona scusa per essere drammatici: siamo un popolo di signore vittoriane che svengono per la goccia su un fazzoletto di seta imbevuto di essenza di lavanda. Lo sapevate che anche Dante amava svenire? Sì, in La Vita Nova, l’opera che ha dedicato a Beatrice, l’amore della sua vita, il nostro poeta laureato sviene facilmente quando è alla presenza della sua amata. Nel bel mezzo di Firenze. Ora, se questo non è drammatico, non so cosa lo sia. 

Ci manca l’efficienza

Esatto, i due precedenti erano un po’ divertenti, ma questo è un problema che tutti noi conosciamo bene e che detestiamo: essere inefficienti. Non possiamo negarlo: quando si tratta di burocrazia,   l’Italia è tra i luoghi più inefficienti della Terra. Il nostro ingombrante sistema giuridico, insieme a una struttura politica altrettanto complessa e ridondante, rende anche la più semplice delle decisioni un processo infinito che può durare da un giorno a un secolo, ma questo non sorprende, ne sono certa. 

Se conoscete Asterix e Obelix di René Goscinny e Albert Uderzo, allora probabilmente ricorderete il film d’animazione Le dodici fatiche di Asterix del 1976. L’ottava era troppo realistica per noi italiani: la coppia gallica doveva recuperare un permesso da un ufficio e l’impresa si rivelava praticamente impossibile: vi suggerisco di andare tutti a cercare il filmato su YouTube: illustra in modo abbastanza preciso cosa può succedere, a volte, quando si ha a che fare con la burocrazia italiana. 

D’altra parte, sapete come siamo fatti: non c’è situazione stressante che non possa essere risolta con un sorriso, una fetta di torta e una cena in famiglia. Alla fine non è difficile farci cedere.

Siamo troppo “provinciali”

Non c’è niente di male nell’essere orgogliosi del proprio Paese e nell’accettare tutto, nel bene e nel male. Noi italiani amiamo lamentarci dell’Italia (vedi punto uno sopra), ma alla fine non cambieremmo il nostro Belpaese con nessun altro, e questo talvolta significa che abbiamo poca curiosità per altre culture, altri paesi e altre realtà: sì, noi italiani possiamo essere un po’ “provinciali” e possiamo essere accusati di aver poco interesse nell’imparare cosa c’è al di fuori del nostro piccolo angolo di paradiso.

In realtà, non è che non abbiamo interesse a conoscere le altre culture, è che, a volte, siamo a malapena consapevoli di quanto ci sia da imparare, vedere e amare nella nostra! Facciamo ancora fatica a fare i conti con l’immenso patrimonio che noi, cittadini di questo bel Paese, abbiamo dentro e intorno a noi, in ogni singolo giorno della nostra vita.

Ah, gli italiani! Non siamo speciali? 

Drammatici, provinciali, troppo rilassati e perennemente lamentosi, ma anche di buon cuore, di forte volontà, creativi e geniali quando vogliamo. Ora, se solo potessimo concentrarci su queste ultime caratteristiche e liberarci delle altre…

 

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