«Perché ho scelto Los Angeles? Quando ho lasciato l’Italia (nel 2010, ndr) l’alternativa era Londra. Alla fine ho scelto la città più lontana. Sapevo che sarebbe stato più complicato rispetto a un paese UE, ma ci ero già stato nel 2007 e mi era piaciuta molto, sia per quanto riguarda l’ambito musicale e cinematografico, che per il clima».
Con zero contatti concreti in città, e soltanto un amico di un amico conosciuto su Facebook, Dario Forzato (29 anni originario di Milano), si è presentato nell’agglomerato urbano più vasto della California con una chitarra e tanta determinazione.
E a distanza di soli dieci giorni dall’arrivo in città, con il jet lag non ancora smaltito al cento per cento, Forzato ha conosciuto subito la persona che – almeno dal punto di vista professionale – avrebbe cambiato la sua vita: Wendy Starland, cantante, produttrice e talent scout di Lady Gaga.
«Partecipai a un’audizione organizzata da Wendy – racconta – nella quale il profilo ricercato era quello di un chitarrista per una band rock. Trovai l’annuncio su un sito web. Fui preso subito e da quel giorno iniziai a suonare con i RapScallions».
Da quel primo provino in avanti, la vita di Forzato con la band rap-rock californiana è stata un crescendo di impegni e successo: il primo LP (RapScallions, prodotto proprio da Starland) risale al 2011, mentre allo stesso periodo risale anche il lavoro della band con l’azienda di videogiochi Ubisoft, per la quale i membri hanno collaborato nella realizzazione di Rocksmith, un gioco nel quale è possibile imparare a suonare qualsiasi chitarra elettrica cimentandosi sia con pezzi di band famose, che con quelli di alcune promesse del panorama internazionale.
«Nel videogioco della Ubisoft (che ha venduto 1 milione e 400 mila copie nella sua versione di base) – continua Forzato – abbiamo registrato il nostro singolo California Brain, e grazie a questa opportunità abbiamo avuto un discreto successo e iniziato ad avere fan in Giappone e in Europa».
Nel 2013 il gruppo ha inciso il suo secondo album – In My Head –, mentre nel 2014 ha iniziato il lavoro per il terzo Lp (in queste settimane il gruppo sta concludendo le registrazioni) coprodotto da Starland e Matt Wallace (che in passato, tra gli altri, ha lavorato anche con i Maroon Five e i Faith No More).
E sempre all’anno scorso risale il boom dei RapScallions: «il singolo Can You Feel It – aggiunge Forzato – ha iniziato ad essere diffuso e ci sta aprendo importanti porte. È stato inizialmente usato dai LA Kings per gli intervalli delle partite, dopodiché altre squadre dell’NHL e dell’NFL hanno seguito la scia tra cui i Denver Broncos e i NY Rangers».
Brano energico e che si adatta perfettamente ai refrain da stadio e agli intervalli delle partite, Can You Feel It ha forse influito positivamente anche sui playoff 2014 dei Broncos: «ci piace dire, e pensare, che un po’ della carica del nostro pezzo abbia dato energia alla squadra durante i playoff dello scorso anno, che furono molti buoni, mentre non si può dire lo stesso della regular season».
Con un passato che l’ha visto iniziare a suonare la chitarra classica (a 8 anni), Forzato si è successivamente spostato alla musica moderna verso i 15 anni. «Al conservatorio Verdi di Milano mi sono diplomato in solfeggi – ricorda – e poi ho proseguito alla Professione Musica e alla Nam di Milano in chitarra e Teoria dell’arrangiamento».
Dal 2004 al 2010, invece, Forzato ha girato per l’Italia con varie cover band (tra cui i Sette Sotto) lavorando soprattutto in locali, feste e programmi tv. «A quel punto ho voluto provare ad andare all’estero, per vedere quali opportunità avrebbero potuto esserci fuori».
Ma com’è lavorare con un’artista come Starland, che dopo due incontri fugaci con l’allora Stefani Germanotta ha saputo riconoscere il potenziale di un idolo post-moderno come Lady Gaga? «Wendy (con cui Forzato ha scritto più di 20 pezzi e suonato come chitarrista in altre esibizioni) è una persona fantastica – racconta –. Da un punto di vista musicale ha un occhio e una visione unici. Inoltre sa far vibrare il lato positivo delle persone: ormai ci conosce molto bene e sa quali sono i nostri punti forti da valorizzare».
Proprio Starland pensa che nella scena rock contemporanea (americana e non) manchi una figura rock femminile. «Anche noi crediamo che il rock avrà un suo ritorno – commenta –. Da anni la musica americana si è spostata su altri generi, ma si tratta di cicli: anche negli anni ’80, con il grunge, abbiamo assistito a un ritorno del rock. E come fu in quel periodo, penso che il prossimo rock sarà differente da quello a cui siamo abituati e si tratterà di una versione che non abbiamo mai sentito prima».
Ma nel futuro i progetti sembrano ancora essere in divenire: «ho appena finito di lavorare a un film con Dan Perry del quale ho scritto tutte le musiche. Mi piacerebbe provare anche questo settore. D’altronde se non ci provo qui dove altro potrei farlo?».