I prodotti alimentari sono il primo obiettivo di spesa per i turisti stranieri in Italia: gli acquisti gastronomici battono souvenir, moda e artigianato. Più di sei stranieri su dieci (62%) durante la permanenza in Italia fanno shopping di cibo che batte nettamente negli acquisti i tradizionali souvenir (50%), l’abbigliamento (48%) e l’artigianato (25%). E’ quanto emerge dal Dossier Coldiretti, che con un milione e mezzo di associati è la principale organizzazione degli imprenditori agricoli a livello nazionale ed europeo, secondo cui l’apice si raggiunge con i russi con una percentuale dell’87%, spinta anche dall’embargo che ha fatto sparire i prodotti italiani dalle loro tavole, ma è trasversale per tutti i Paesi, dal 76% dei giapponesi al 62% degli americani e dei i cinesi, dal 64% dei tedeschi al 60% dei francesi come il 48% degli inglesi non rinunciano infatti ad acquistare cibo italiano, secondo le elaborazioni Coldiretti sullo studio “In viaggio attraverso l’Italia”.
Oggi oltre un terzo della spesa di italiani e stranieri in vacanza in Italia è stato destinato alla tavola per consumare pasti in ristoranti, pizzerie, trattorie o agriturismi, ma anche per acquistare prodotti enogastronomici.
Complessivamente tra il consumo di pasti nella ristorazione (14 miliardi) e l’acquisto di prodotti alimentari nei negozi e nei mercati (12 miliardi), i turisti italiani e stranieri hanno speso per cibo e bevande circa 26 miliardi di euro su un totale di 75 miliardi del fatturato turistico complessivo.
Si tratta della principale voce del budget delle vacanze che ha superato persino quella dell’alloggio. L’Italia è l’unico Paese al mondo con 4.965 prodotti alimentari tradizionali censiti dalle regioni ottenuti secondo regole tradizionali protratte nel tempo per almeno 25 anni, 285 specialità Dop/Igp riconosciute a livello comunitario e 415 vini Doc/Docg, senza dimenticare le centinaia di città dell’olio, del vino, del pane ed i numerosi percorsi enogastronomici, feste e sagre di ogni tipo.
Ma il nostro Paese ha anche conquistato anche il primato green con quasi 50mila aziende agricole biologiche in Europa e ha fatto la scelta di vietare le coltivazioni ogm a tutela del patrimonio di biodiversità.
“L’Italia e il suo futuro sono legati alla capacità di tornare a fare l’Italia anche nell’offerta turistica, imboccando intelligentemente la strada di un nuovo modello di sviluppo che trae nutrimento dai punti di forza che sono il proprio patrimonio storico ed artistico, il paesaggio e il proprio cibo”, afferma il presidente della Coldiretti Roberto Moncalvo nel sottolineare che “la competizione si vince facendo leva sui valori identitari che nascono da un territorio unico ed inimitabile”.
A favore gioca anche l’investimento in qualità messo in campo dai coltivatori. I prodotti alimentari italiani sono quasi ventidue volte più sicuri di quelli exracomunitari per quanto riguarda il contenuto in residui chimici.
È quanto è possibile affermare sulla base dell’ultima relazione dell’Autorità per la sicurezza alimentare (Efsa) dalla quale si evidenzia che il 6,5% per i campioni provenienti da Paesi extracomunitari, conteneva residui superiori ai limiti di legge, soprattutto per la presenza di tracce di pesticidi non approvati nell’Unione Europea. Al contrario secondo il “National summary reports on pesticide residue” pubblicato dall’Efsa appena lo 0,3 per cento dei prodotti Made in Italy, – sottolinea la Coldiretti – contiene residui chimici oltre il limite mentre la percentuale sale all’1,6 per cento per i prodotti di origine comunitaria.
L’agricoltura italiana è diventata la più green d’Europa con il maggior numero di certificazioni alimentari a livello comunitario per prodotti a denominazione di origine Dop/Igp, la leadership nel numero di imprese che coltivano biologico ma anche la bassa incidenza di prodotti agroalimentari con residui chimici fuori norma e la decisione di non coltivare organismi geneticamente modificati.
L’Italia – precisa la Coldiretti – detiene il record europeo della biodiversità, con 55.600 specie animali pari al 30% delle specie europee e 7.636 specie vegetali.
Un primato raggiunto anche grazie al fatto che l’Italia è l’unico Paese al mondo con 4.965 prodotti alimentari tradizionali censiti dalle regioni ottenuti secondo regole tradizionali protratte nel tempo per almeno 25 anni, 285 specialità Dop/Igp riconosciute a livello comunitario e 415 vini Doc/Docg ma ha conquistato anche il primato con quasi 50mila aziende agricole biologiche in Europa.
Resta sullo sfondo la minaccia delle agromafie e dell’Italian Sounding che erodono mercati.
Quest’anno ad esempio è a rischio l’olio: le scorte di extravergine made in Italy saranno esaurite entro i primi sei mesi del 2017, per effetto del crollo del 38% della nuova produzione che scende ad appena 298 milioni di chili, un valore vicino ai minimi storici di sempre e questo espone tutti a fake products in bottiglia.