Easter Week celebrations in Southern Italy (Photo: Francesca Sciarra/Dreamstime)

For the Catholic Church, this is a spiritually significant year, but the Jubilee also has inevitable repercussions on customs, traditions, society, art, and public works, making it an opportunity to discover much about Italy. Put simply, it can be a journey of knowledge from multiple perspectives.

The first Jubilee was proclaimed in 1300 by Pope Boniface VIII with the Bull Antiquorum Habet Fida Relatio. References to it appear in Dante Alighieri’s Divine Comedy, where he not only describes the immense flow of pilgrims crossing the bridge in front of Castel Sant’Angelo but also recounts his own journey through Hell (symbolizing sin), Purgatory (expiation), and Paradise (bliss). His journey through the afterlife, which is the subject of his masterpiece, is set precisely in the year of the first Jubilee. This temporal coincidence gives the Divine Comedy, now regarded as a cornerstone of world literature, even greater symbolic significance, expressing a hope for renewal both physically and spiritually.

Among the key historical figures who participated in the Jubilee of 1300 were two giants of art history: Cimabue and Giotto. Giotto, in particular, was commissioned to paint the frescoes in the Loggia delle Benedizioni in the Vatican, a structure built specifically by Boniface VIII for the occasion.

Initially, the Holy Year was held every 100 years. In 1343, Pope Clement VI reduced the interval to 50 years, and in 1470, Pope Paul II further shortened it to 25 years with a papal bull. The next Jubilee, in 1475, was proclaimed by Pope Sixtus IV, officially establishing the tradition as we know it today. In anticipation of this event, Rome has long prepared with major public works. At the time, Sixtus IV sought to beautify the city with significant projects, the most famous being the Sistine Chapel. Some of the greatest artists of the time—Verrocchio, Signorelli, Ghirlandaio, Botticelli, Perugino, and Pinturicchio, to name a few—worked in Rome during this period. For the Jubilee of 1400, Pope Boniface IX focused on improving roadways to ensure safer travel for pilgrims. In 1450, the Church of Nostra Signora del Sacro Cuore in Rome was built in honor of the event.

What about today? For the Great Jubilee of 2000, a massive urban redevelopment plan was implemented, involving the renovation of numerous public spaces and large-scale projects. These included the transformation of the Scuderie del Quirinale into an exhibition venue (designed by Gae Aulenti), the construction of the Church of Dio Padre Misericordioso (designed by Richard Meier), the restoration of the Capitoline Museums, and the expansion of Rome’s Museum of Contemporary Art. Significant investments were also made in extending the metro system and pedestrianizing Via dei Fori Imperiali. The 2025 Jubilee has also led to extensive construction projects, including the redevelopment of Piazza San Giovanni in Laterano, improvements in the districts of Tor Vergata and Centocelle, the creation of an underpass in Piazza Pia to ease traffic and establish a pedestrian area connecting Castel Sant’Angelo and Via della Conciliazione to St. Peter’s Square, and the restoration of the Trevi Fountain.

Looking at artistic expressions of the Jubilee, one particularly interesting element is its official logo for 2025. The design features four figures in different colors, symbolizing humanity coming from the four corners of the earth and walking together. They embrace each other in a gesture of brotherhood, with the first figure holding onto a cross that extends into an anchor—representing stability and support amid life’s challenges. Equally intriguing is the Jubilee’s official mascot, Luce, a character reminiscent of animated figures. Created by illustrator Simone Legno, Luce was designed to reflect contemporary youth culture and convey a message of hope and inclusivity. This pop-cultural element adds a modern and accessible touch to an event steeped in centuries of spiritual meaning and religious symbolism.

Ultimately, faith is very much connected with everyday life, often in ways we do not immediately recognize. Symbols, rituals, traditions, and folklore events become markers of cultural identity. Even if we do not actively practice a particular religion, many aspects of our lives are rooted in religious history and the shared experiences of a community. Understanding these traditions allows us to draw valuable lessons from the past and gain deeper insight into the present.

Se per la Chiesa cattolica questo è un anno spiritualmente importante, il Giubileo ha inevitabili ricadute su usi, tradizioni, società, arte e opere pubbliche ed è un’opportunità per scoprire molto dell’Italia. Detto altrimenti, può essere un viaggio di conoscenza sotto molti punti di vista.

Il primo Giubileo fu proclamato nel 1300 da papa Bonifacio VIII con la Bolla “Antiquorum Habet Fida Relatio”. Ne troviamo traccia nella Divina Commedia di Dante Alighieri che non solo descrisse l’enorme flusso di pellegrini che percorreva il ponte di fronte a Castel Sant’Angelo ma racconta di aver percorso Inferno (alias il peccato), Purgatorio (espiazione) e Paradiso (beatitudine), cioè di aver compiuto il suo viaggio nell’aldilà oggetto del suo racconto, proprio nell’anno del primo Giubileo. Una coincidenza temporale che dà all’opera, oggi considerata un capolavoro della letteratura mondiale, una valenza simbolica maggiore esprimendo speranza di rinnovamento nel corpo e nello spirito. Tra i personaggi di rilievo che presero parte al Giubileo del 1300 troviamo poi altri due nomi cardinali per la storia dell’arte: Cimabue e Giotto. Quest’ultimo ebbe l’incarico di affrescare la loggia delle benedizioni in Vaticano, fatta costruire appositamente da Bonifacio VIII per il Giubileo. 

Inizialmente, l’Anno Santo cadeva ogni 100 anni. Clemente VI ridusse il tempo a 50 anni nel 1343 e Paolo II a 25 anni con la Bolla del 1470. Ad indire il successivo, nel 1475, fu Sisto IV che ufficializzò quella che da allora è diventata una consuetudine fino ai giorni nostri visto che è già da alcuni anni che Roma “si prepara” all’evento con opere pubbliche importanti. Allora Papa Sisto IV volle che Roma fosse abbellita con importanti opere tra cui, nientemeno, la Cappella Sistina. Allora a Roma lavorarono i più grandi: Verrocchio, Signorelli, Ghirlandaio, Botticelli, Perugino, Pinturicchio, solo per citare i più noti. Bonifacio IX, per il Giubileo del 1400 invece, si preoccupò di rifare le strade per garantire viaggi sicuri a pellegrini, mentre nel 1450 venne costruita la chiesa di Nostra Signora del Sacro Cuore a Roma. 

E oggi? Per il grande Giubileo del 2000 è stato messo in campo un imponente piano di riqualificazione urbana con la sistemazione di molti spazi pubblici e interventi che sono andati dalla trasformazione delle Scuderie del Quirinale a sede espositiva (su disegno di Gae Aulenti) alla realizzazione della chiesa di Dio Padre Misericordioso (progettata da Richard Meier), dalla sistemazione dei Musei Capitolini agli spazi del Museo d’Arte contemporanea di Roma senza dimenticare i grandi investimenti per il prolungamento delle linee della metropolitana e la pedonalizzazione di via dei Fori Imperiali. Anche il Giubileo del 2025 ha significato grandi cantieri: dal rifacimento di piazza San Giovanni in Laterano alla riqualificazione di Tor Vergata e Centocelle, dal sottopasso di piazza Pia per alleggerire il traffico e creare un’area pedonale tra Castel Sant’Angelo e via della Conciliazione fino a Piazza S. Pietro, al restauro della Fontana di Trevi.

Restando legati alle espressioni artistiche, è interessante osservare da vicino anche il logo del Giubileo 2025. Rappresenta quattro figure di colori diversi per indicare l’umanità che arriva dai quattro angoli della terra, che camminano insieme. Sono abbracciate in segno di fratellanza ma la prima si aggrappa a una croce che si prolunga in un’ancora, segno di un punto fermo e di sostegno in mezzo alle tempeste della vita. Curiosa è infine la mascotte del Giubileo. “Luce” è un personaggio simile alle figure dei cartoni animati. Disegnata dall’illustratore Simone Legno, è stata concepita con l’intento di riflettere la cultura giovanile e portare con sé un messaggio di speranza e accoglienza. Un tocco di contemporaneità pop, in un contesto solenne e plurisecolare carico di significati spirituali e messaggi religiosi. Luce è forse l’espressione più leggera ma non meno efficace di quanto la fede permei la vita quotidiana e di quanti messaggi di uso quotidiano, alla portata di tutti, traducano in realtà concetti ben più profondi. Ci sono simboli, rituali, tradizioni, eventi del folklore che poi diventano strumenti di riconoscimento e identità culturale. Il punto è che, anche se non pratichiamo una confessione, molti pezzi della nostra vita hanno profondi legami con la religione, la storia, la vita di una collettività e conoscerli consente di apprendere lezioni dal passato e capire molto del presente di una comunità.

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