The Fiera di Sant’Orso in Aosta is a centuries-old tradition that celebrates the region’s rich craftsmanship and folklore. It is held annually on January 30th and 31st and is one of the most important events in the Aosta Valley’s calendar.
The event traces its origins back to over a millennium ago — the fair’s first documented mention dates to 1000 AD — which makes it one of the oldest in the region. Its namesake, Saint Orso (also known as Ursus of Aosta) was an Irish monk and evangelist, venerated as a saint by the Catholic Church and patron saint of Aosta. Little is known about Orso’s early life: he is believed to have come from Ireland and to have arrived in Aosta in the early 6th century. He became a monk at the Abbey of San Giusto in Aosta and was later appointed archdeacon. He was renowned for his kindness and generosity, especially towards the poor. Orso is credited with converting many people to Christianity in Aosta and he is also said to have performed many miracles, including healing the sick and raising the dead. Orso was particularly known for his kindness to the poor and his generosity in giving away his possessions.
The fair initially began as a modest gathering where local farmers and craftsmen could sell their products: it was nothing more than a market for local artisans to sell their wares, and a time for people to socialize and enjoy themselves. Quickly, however, it became an important part of Aosta’s culture.
Over the centuries, the fair has evolved into a celebration of Aosta’s unique identity and, today, it is a special occasion to show the region’s traditional handicrafts, including woodworking, woodturning, basketry, leatherwork, wrought iron, stonework, and textiles. There are also numerous stalls selling local food and wine, and traditional music and dancing can be heard throughout the streets. The centerpiece of the fair is the Veillà, a festive vigil that takes place on the night between January 30th and 31st. The streets are lit up with lanterns and filled with people enjoying the atmosphere and traditional music until dawn.
La Fiera di Sant’Orso ad Aosta è una tradizione secolare che celebra la ricchezza dell’artigianato e del folklore della regione. Si tiene ogni anno il 30 e 31 gennaio ed è uno degli eventi più importanti del calendario valdostano.
L’evento fa risalire le sue origini a oltre un millennio fa (la prima menzione documentata della fiera risale al 1000 d.C.) il che la rende una delle più antiche della regione. Il suo omonimo, Sant’Orso (noto anche come Ursus d’Aosta) è stato un monaco ed evangelista irlandese, venerato come santo dalla Chiesa cattolica e patrono di Aosta. Poco si sa dei primi anni di vita di Orso: si ritiene provenisse dall’Irlanda e sia arrivato ad Aosta agli inizi del VI secolo. Divenne monaco presso l’Abbazia di San Giusto ad Aosta e successivamente fu nominato arcidiacono. Era rinomato per la sua gentilezza e generosità, soprattutto verso i poveri. Ad Orso è attribuito il merito di aver convertito molte persone al Cristianesimo ad Aosta e si dice anche che abbia compiuto molti miracoli, tra cui la guarigione dei malati e la resurrezione dei morti. Orso era particolarmente noto per la sua gentilezza verso i poveri e la sua generosità nel donare i suoi beni.
La fiera inizialmente iniziò come un modesto raduno in cui gli agricoltori e gli artigiani locali potevano vendere i loro prodotti: non era altro che un mercato in cui gli artigiani locali commerciavano i loro prodotti e un momento in cui le persone potevano socializzare e divertirsi. Ben presto, però, divenne una parte importante della cultura aostana.
Nel corso dei secoli, la fiera si è evoluta in una celebrazione dell’identità unica di Aosta e, oggi, è un’occasione speciale per mostrare l’artigianato tradizionale della regione, tra cui la lavorazione del legno, la tornitura, il vimini, la lavorazione del cuoio, il ferro battuto, la lavorazione della pietra e il tessile. Ci sono anche numerose bancarelle che vendono cibo e vino locali e per le strade si possono ascoltare musica e danze tradizionali. Il fulcro della fiera è la Veillà, una veglia festosa che si svolge nella notte tra il 30 e il 31 gennaio. Le strade sono illuminate da lanterne e si riempiono di gente che si gode l’atmosfera e la musica tradizionale fino all’alba.
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