Non poteva esserci chiusura migliore per il tour americano del pianista e compositore Ludovico Einaudi, il quale, dopo aver fatto spesso il tutto esaurito in molte città del Canada e degli Stati Uniti, ha incantato il pubblico di San Francisco lo scorso primo di giugno allo storico Warfield Theatre.
Ogni suo spettacolo è diverso dall’altro, attraverso l’esecuzione dei brani che compongono “In a Time Lapse”, l’ultimo suo album uscito all’inizio dell’anno, oltre che dei suoi successi che lo hanno reso famoso in tutto il mondo. Accompagnandosi a una orchestra composta da dodici musicisti provenienti dall’Italia, Ludovico Einaudi dimostra ancora di essere un’artista completo, capace di creare melodie mistiche spaziando dal panorama classico al moderno, dal jazz al contemporaneo.
Il risultato della combinazione fra la sua esecuzione magistrale al pianoforte con l’eleganza dell’ensemble di musicisti nel quale spiccano violini, viole, violoncello elettrico e percussioni, rapisce letteralmente gli spettatori i quali vivono “In un lasso di tempo” un’esperienza musicale che tocca le note più profonde dell’animo umano. Un viaggio personale, dove l’immaginazione ed i sentimenti generati dalla musica superano la realtà, diventando un viaggio in uno spazio infinito.
Lo show di Einaudi è davvero una riflessione sul tempo. “La musica ti permette di entrare in contatto con dettagli difficili da cogliere solo con lo sguardo, fino ad arrivare ai margini del tempo che è fermo, una ricerca nel prendere contatto con questa dimensione”, ci aveva detto nell’intervista a L’Italo-Americano prima delle sue esibizioni californiane.
Tutte le canzoni dal vivo risultano ancora più coinvolgenti e affascinanti, raffinate ed essenziali.
La mistica introduzione “Corale” di apertura è eseguita dagli strumenti a corda (violino, viola e violoncello) con una melodia basata su note di lunga durata e all’unisono, facendo ricordare i corali di Bach.
La sua costante ricerca della sperimentazione permette di apprezzare l’unione di strumenti classici con interessanti interventi della celesta, del tamburello e di altre percussioni, del kalimba e del basso elettrico, in “Newton’s Cradle” e “Time Lapse”, che ha dato il titolo all’album.
In alcuni brani come “Life” il glockenspiel, metallofono tedesco, introduce una melodia che evoca lo scandire inesorabile e costante del tempo, ripresa poi dal pianoforte e portata a termine dall’intera orchestra.
Accanto a momenti di calma negli spazi riservati ai suoi assoli di piano come “Discovery at Night” o “Underwood”, vi sono brani più ritmati e voloci come “Experience” e “Life”, nei quali gli strumenti a corda eseguono ritmi veloci come ipnosi.
Sono le percussioni e il tamburello, il quale rimanda ai ritmi della taranta del Salento (Puglia), che trasportano e fanno vibrare il pubblico nella seconda parte del concerto, con un violoncello elettrico a tratti esaltante nelle sue melodie.
Ludovico Einaudi trasporta i suoi spettatori verso luoghi conosciuti e sconosciuti, e li lascia senza fiato, soprattutto coloro che, per la prima volta, si sono trovati a vivere questa esperienza musicale tutta italiana.
I musicisti, quasi tutti molto giovani, meritano di essere citati uno ad uno: Alice Costamagna e Caterina Boldrini ai violini; Mauro Durante violino e tamburello; Federico Mecozzi violino, chitarra e basso; Svetlana Fomina e Federico Mazzucco alle viole; Riviera Lazeri e Redi Hasa al violoncello; Francesco Arcuri, chitarra classica Kalimba, Glockenspiel, Steel drum; Alberto Fabris all’elettronica e sintetizzatore.
La platea alla fine del viaggio temporale, non voleva che il concerto finisse e ha invitato gli artisti a tornare sul palco due volte con applausi infiniti e complimenti a scena aperta. Ciò a dimostrazione che la musica di Ludovico è apprezzata da un pubblico davvero eterogeneo.
“Nelle mie tournée internazionali, quando vengo in California faccio sempre una tappa fissa a San Francisco, perché li sono stato sempre accolto dal pubblico in maniera molto calorosa”.
Così è stato anche questa volta. A dimostrazione dell’apprezzamento per l’elevata qualità della produzione musicale di Einaudi e della sua orchestra, le standing ovations rivolte loro dalle centinaia di presenti, in un concerto indimenticabile per il pubblico di San Francisco.