Se vi è capitato di entrare in uno dei tanti bar che offrono musica dal vivo a Mission, il quartiere latino della città sulla Baia che sta vivendo negli ultimi anni un rapido cambiamento artistico e culturale, è probabile che abbiate sentito parlare di Antonino, il dj e musicista italiano dallo stile inconfondibile, ormai un simbolo della comunità e della scena musicale di questo quartiere, e non solo.
Grazie alla collaborazione con artisti internazionali e cantanti locali, Antonino Musco, in arte Msk, ha pubblicato un anno fa il suo primo album digitale “Made in SF”, un mix di funk, elettronica e world music, scaricabile on-line tramite Name Your Price, lasciando decidere il prezzo al consumatore.
Nato e cresciuto in Sicilia e laureato in filosofia a Catania, oltre ad una esperienza nel gionalismo indipendente Musco ha la musica nel suo dna, iniziando a suonare chitarra venti anni fa, mentre l’esperienza come dj parte nel 2006. Al suo arrivo negli Stati Uniti quattro anni fa, Antonino continua come produttore musicale collaborando con vari locali, mentre studia al City College “Digital Radio Performance and Production” .
Nei suoi show riesce a fondere differenti generi e sintetizzare tutte le sue passioni musicali. Formatosi studiando jazz e bossanova, è riuscito ad integrarsi perfettamente in una realtà alternativa come quella di Mission, dove e’ apprezzato per le sue radici italiane e la sua originalita’.
Grazie al tuo impegno musicale, sei ormai un’icona nel quartiere di Mission. Cosa ti ha fatto diventare così famoso?
“Quando arrivai qui non conoscevo nessuno, capitai per caso al Revolution Café che è il posto dove tuttora suono ogni quarto venerdì del mese. È stato amore a prima vista, i miei primi passi li ho mossi lì e ancora vivo nel cuore del quartiere. È molto colorato e da italiano tutti mi hanno sempre parlato in spagnolo, per cui ho dovuto impararlo, poiché la città stessa è un luogo multiculturale.
“La fama penso sia una questione di reputazione. Facendo qualcosa di buono hai un feedback positivo dalle persone le quali lo raccontano in giro, ma allo stesso tempo se sbagli uno show il feedback negativo sarà anche più grande. Tutto questo ti stimola a fare bene quello che fai, e a comportarti bene nella comunità”.
Dopo il tuo primo EP digitale, ora hai lanciato la tua etichetta musicale. Come è nato il progetto?
“In tutti questi anni, oltre a suonare come dj, ho tenuto nel cassetto il mio progetto più grande che ora può vedere la luce, ovvero quello di aprire qui in America un’etichetta discografica, la ‘Eclectic Electric Recordings’, con la quale potrò pubblicare tutto il materiale che ho creato da tempo. Ora sono pronto a farlo conoscere nel corso dei prossimi mesi”.
“Questo progetto mi emoziona molto, in quanto sto cercando di fare una etichetta comunitaria, incentrata sul quartiere di Mission dove vivo e lavoro e di creare un network con molti artisti creativi locali. C’è chi ha fatto il logo, chi si occuperà dei video e della grafica”.
“L’etichetta vuole avere anche identità di tramite tra gli Usa e l’Europa, dove sono più conosciuto ed ho vissuto gran parte della mia vita tra la Sicilia, Roma e altre città europee come Bratislava. Vorrei creare un network fra i due continenti”
“La prima release, il prossimo 14 maggio, è un progetto incentrato sulla Sicilia o meglio, sulla letteratura siciliana in chiave multimediale. Si chiama ‘Sicilian AV Project’ e fu ideato molti anni fa dopo un’intervista che feci allo scrittore Vincenzo Consolo”.
Oggi ti esibisci regolarmente in vari locali, oltre a condurre programmi radio. Potresti dirci quali?
“La prima volta in assoluto in cui ho suonato a San Francisco è stata all’Elbo Room, dove ancora adesso suono due volte al mese, per la serata ‘Afrolicious’ nel 2009,.
Al Revolution Café ho iniziato a fare una serata Happy Hour settimanale e poi ho suonato in molti posti, come il Make Out Room dove sono un resident artist.
Una cosa bella qui è che è possibile esibirsi in diversi posti anche vicini senza alcun problema.
Da un punto di vista professionale e artistico lavorare qui è meglio. C’è molta contaminazione e la musica si consuma tutti i giorni.
Conduco inoltre il programma radio on-line ‘Your favorite pizza Dj’ ogni martedì su radio Party 934 94.9F, che e’ stato il mio primo vero contatto con gli Stati Uniti, con sede a Hudson Valley, New York, mentre qui ho fatto parte per anni della radio KCSF con il ‘World Fridays‘ del Community College di SF.
Quali sono i tuoi generi musicali preferiti?
Pur essendo cresciuto ascoltando di tutto, la mia matrice formativa più importante e quella jazz e afro-americana. Il fatto di uscire dalla Sicilia e’ stato fondamentale per espandere i miei orizzonti, ora apprezzo la musica senza barriere. Più che i generi mi piace la musica di qualità, a San Francisco ho apprezzato generi mai sentiti prima, ma allo stesso tempo ho portato musica che la gente non aveva mai ascoltato ed ha iniziato ad amare subito.
Com’è il tuo rapporto con la comunità italiana?
“Il mio rapporto con la comunità italiana è buono, pur non frequentando molto North Beach, che è una zona molto turistica. Comunque ho molti amici che gestiscono ristoranti e ogni tanto vado a trovarli.
Il fatto di vivere qui per me è stimolante, puoi conoscere nuove lingue e nuove culture. È importante mantenere la propria identità e storia, ma sono aperto ad accogliere nuove esperienze cercando di trovare la mia strada attraverso questa integrazione”.