L’Italia e la Fao organizzeranno insieme i “Giorni della Dieta Mediterranea”, una serie di eventi che si terrà a settembre nell’arco di circa una settimana. L’annuncio è stato fatto dall’ambasciatrice Vincenza Lomonaco, rappresentante Permanente per l’Italia presso l’Onu a Roma, nel corso del convegno “The Future of Food”, ieri a Roma, nel quartier generale della Fao.
L’evento iniziale dovrebbe essere incentrato sulla storia della Dieta Mediterranea, a partire dai tempi dell’antica Grecia e dell’Impero Romano. L’organizzazione di queste giornate è aperta ad altri Paesi e tra gli obiettivi c’è l’inclusione della Dieta Mediterranea tra gli obiettivi di sviluppo sostenibile.
Ad illustrare le ragioni dell’iniziativa anche il direttore generale della FAO, José Graziano da Silva, che ha segnalato la notevole perdita culturale, sociale e ambientale legata alla graduale scomparsa delle diete locali sostenibili, compresa la dieta mediterranea.
Il successo della dieta mediterranea sta nello sfruttare da migliaia di anni gli alimenti disponibili in quest’area geografica, spesso coltivati da piccoli agricoltori. “Se consentiamo che sparisca, ciò che andrà perso non è solo la dieta stessa, ma anche tutta la cultura e l’ambiente che hanno permesso il suo sviluppo”, ha detto nel corso del simposio di alto livello che si era aperto presso la FAO.
Graziano da Silva ha sottolineato che l’inclusione della dieta mediterranea tra i Patrimoni culturali immateriali dell’umanità dell’UNESCO denota non solo i suoi valori in termini di salute e salubrità, ma sottolinea anche suoi i vantaggi culturali, ambientali, sociali ed economici. Raddoppiare gli sforzi per promuovere la dieta mediterranea potrebbe garantire una salute migliore per tutti e contribuire a contenere l’aumento dei livelli di obesità, promuovendo sistemi alimentari sostenibili, tutelando l’ambiente e responsabilizzando i produttori locali, ha aggiunto il Direttore della FAO.
“L’UNESCO sta attivamente riconoscendo l’importanza della dieta mediterranea come parte della cultura e del sistema alimentare in cui è inserita”, ha aggiunto. “La maggior parte delle diverse diete sostenibili in tutto il mondo si basano su un principio: promuovere il cibo locale disponibile e gestirlo in modo sano. Il segreto è tutto qui”.
In un videomessaggio trasmesso all’evento, il direttore generale dell’UNESCO, Audrey Azoulay, ha sottolineato che “il cibo è di grande importanza per il nostro lavoro nel campo culturale, in quanto è il fulcro del senso di appartenenza, rafforza la coesione sociale e consente di trasmettere il patrimonio culturale in ogni situazione. La dieta mediterranea, in particolare, è apprezzata per il suo valore universale e per tutto ciò che rappresenta: know-how, simbolismo, tradizione, ritualità e piacere di condividere il cibo”.
Per Plácido Plaza, segretario generale dell’International Center for Advanced Mediterranean Agronomic Studies (CIHEAM), “i sistemi alimentari sostenibili in generale e la dieta mediterranea in particolare sono risposte concrete ai molti problemi della nostra regione, ad esempio l’insicurezza alimentare, il cambiamento climatico, la disoccupazione giovanile e le disuguaglianze territoriali”. Al CIHEAM, ha aggiunto, “siamo convinti che la dieta mediterranea sia la scommessa vincente per il futuro e che le sue realtà contribuiscano a uno sviluppo sostenibile ed equilibrato”.