Among the many ancient bridges that have populated European cities and hamlets during the past millennium, a few of them appeared so mysterious and perfect to their contemporaries that they soon became known as “Devil’s Bridge”. In most cases, this nickname referred to masonry arch bridges built during Roman or Medieval times, some of which were associated with uncanny reveries and picturesque local legends. In Italy, one of the finest surviving examples of this kind of old bridge – the famous Ponte della Maddalena (Mary Magdalene’s Bridge) – is to be found in Borgo a Mozzano, a small Tuscan town located on the road between the city of Lucca and the Garfagnana Valley. Let’s unveil the long history of this peculiar local landmark whose construction, according to folklore, is ascribed to none other than the Devil itself!
First of all, it should be said that the Bridge’s origins are literally lost in the mists of time and that we don’t know the exact date for its construction as of yet. However, most historians seem to agree that it probably dates back to the era of Matilda of Canossa (1046-1115), the powerful Countess who ruled Tuscany and Northern Italy for several decades during the Middle Ages: as such, the Devil’s Bridge is often described as an exemplary masterpiece of Medieval engineering, especially because of its ever so peculiar humpback and asymmetrical arches.
The reason for the Bridge’s realization, in any case, was the need to provide a safe crossing over the Serchio River to the many pilgrims and wayfarers who wanted to reach Rome through the Via Francigena: as a matter of fact, for centuries the Garfagnana Valley had been a crucial point in that ancient route.
The first reliable information about the Devil’s Bridge seems to be that it was restored by the condottiero Castruccio Castracani, Duke of Lucca, during the early 14th century. At the same time, just a few decades later a description of the Bridge figured in a novella by the local author and chronicler Giovanni Sercambi.
As for the name Ponte della Maddalena, it was only starting from the year 1500 that the Bridge was called with such denomination, because of an oratory dedicated to St. Mary Magdalene which once stood there on the left bank of the river: in fact, a fine statue of the Saint – credited to the famous Renaissance sculptor Andrea Della Robbia – can still be found in the near church of San Jacopo in Borgo a Mozzano.
During the last centuries, a series of measures have been taken by the local authorities in order to preserve the original structure of this unique landmark. Already in 1670, for example, it was established by the Republic of Lucca’s Great Council that nobody could pass over the Bridge with millstones and sacks of flour; alternatively, after a flood had severely damaged the whole area in 1836, the Devil’s Bridge had to be restored once again to prevent it from falling. However, the original architecture of Ponte della Maddalena was not always respected: the major alteration in its design took place during the early 1900s, when a new arch – the little one on the right bank of the river – was opened to make room for the railway connecting Lucca to Aulla, a town in the historical region of Lunigiana.
The most dramatic event in the long history of the Devil’s Bridge, though, undoubtedly occurred in more recent times, during the Second World War, as the place was very near to the Linea Gotica fortification: as part of their bloody retreat, the Nazis had decided to mine the Bridge and they were already preparing to destruct it, but eventually and fortunately – we don’t know the actual reason why – Ponte della Maddalena was spared just as it happened to Florence’s Ponte Vecchio.
Nowadays, despite the ravages of time, the Bridge is still walkable for all of its length (about 93 meters) and you still can admire the dizzy effect created by the reflection of the arches on the water underneath: the 18-meter-high central arch, in particular, seems either like a challenge to gravity or a portal to another world, especially in the dead of night or when the winter mists surround it. But most of all, the Devil’s Bridge continues to be so evocative because of the well-known legend that gave it this nickname.
It is said that when the master builder realized he could not possibly complete this complex bridge by the proposed deadline, the Devil appeared to him offering a bargain: its completion in exchange for the soul of the first one who would have cross it. The man accepted and that night the Devil lifted the bridge span with his pitchfork. Full of regret, however, the master builder confessed what he had done to a local priest, who proposed that a pig, not a man, be the first to cross over. When this was done, the Devil appeared once again, but – realizing he had been fooled – he threw himself off the bridge into the river and disappeared forever from this land.
Fra i tanti ponti antichi che hanno attraversato città europee e piccoli villaggi durante lo scorso millennio, alcuni di loro apparvero così misteriosi e perfetti ai loro contemporanei che divennero presto noti come il “Ponte del Diavolo”. In molti casi, questo nomignolo fa riferimento a ponti con arco in muratura costruiti durante l’epoca romana o medievale, alcuni dei quali furono associati a misteriose fantasticherie e pittoresche leggende locali. In Italia, uno degli esempi più eccellenti di questo genere di vecchi ponti ancora agibili, è il famoso Ponte della Maddalena che si trova a Borgo a Mozzano, una piccola città toscana sulla strada tra la città di Lucca e la valle della Garfagnana.
Sveliamo la lunga storia di questo particolare monumento locale la cui costruzione, secondo il folklore, è ascrivile nientemeno che al Diavolo!
Prima di tutto, si dovrebbe dire che le origini del Ponte si perdono letteralmente nelle nebbie del tempo e che non conosciamo la data esatta della sua costruzione. Tuttavia, molti storici sembrano essere d’accordo sul fatto che probabilmente risalga all’epoca di Matilda di Canossa (1046 -1115), la potente Contessa che governò la Toscana e l’Italia Settentrionale per molti decenni durante il Medioevo: così, il Ponte del Diavolo è spesso descritto come un capolavoro esemplare dell’ingegneria medievale, soprattutto per la sua schiena d’asino e per gli archi asimmetrici.
Il motivo per cui fu realizzato il Ponte, in ogni caso, fu il bisogno di offrire una traversata sicura sul Fiume Serchio per i molti pellegrini e viandanti che volevano arrivare a Roma attraverso la Via Francigena: in effetti, per secoli, la Garfagnana è stata uno snodo cruciale nelle rotte antiche.
Le prime informazioni affidabili sul Ponte del Diavolo sembrano essere che fu ristrutturato dal condottiero Castruccio Castracani, Duca di Lucca, all’inizio del 14° secolo. Nello stesso periodo, solo alcuni decenni più tardi, una descrizione del Ponte apparve in una novella dell’autore e cronista locale Giovanni Sercambi. Così come per il nome Ponte della Maddalena, fu solo a partire dal 1500 che il Ponte è stato chiamato con tale denominazione, a causa di un’edicola dedicata a Santa Maria Maddalena che una volta era posta sulla riva sinistra del fiume: infatti, una bella statua della santa attribuita al famoso scultore rinascimentale Andrea Della Robbia, si trova ancora nella vicina chiesa di San Jacopo a Borgo a Mozzano.
Durante gli ultimi secoli, una serie di misure sono state prese dalle autorità locali per preservare la struttura originale di questo monumento unico. Già nel 1670, per esempio, il Gran Consiglio della Repubblica di Lucca stabilì che nessuno potesse passare sul Ponte con macine e sacchi di farina; inoltre, dopo che un’inondazione aveva pesantemente danneggiato l’intera area nel 1836, si dovette restaurare di nuovo il Ponte del Diavolo per evitare che crollasse.
Comunque, l’architettura originale del Ponte della Maddalena non fu sempre rispettata: la principale modifica nel suo disegno ebbe luogo durante i primi anni del 1900, quando un nuovo arco – un piccolo arco sul lato destro del fiume – fu aperto per fare spazio alla ferrovia di collegamento tra Lucca e Aulla, una città nella regione storica della Lunigiana.
L’evento più drammatico nella lunga storia del Ponte del Diavolo, tuttavia, è indubbiamente accaduta in epoche più recenti, durante la Seconda Guerra Mondiale, poiché il luogo era molto vicino alla fortificazione della Linea Gotica: durante la loro sanguinosa ritirata, i Nazisti avevano deciso di far saltare il Ponte e stavano già preparandosi a distruggerlo, quando alla fine fortunatamente – non conosciamo la vera ragione – il Ponte della Maddalena fu risparmiato così come è successo a Ponte Vecchio di Firenze.
Nonostante i danni del tempo, il Ponte ancora oggi è percorribile per tutta la sua lunghezza (approssimativamente 93 metri) e si può ancora ammirare l’effetto vertiginoso creato dal riflesso degli archi sull’acqua sottostante: l’arco centrale alto 18 metri, in particolare, sembra più che altro una sfida alla gravità o la porta verso un altro mondo, specialmente nelle notti buie o quando le nebbie invernali lo circondano. Ma soprattutto, il Ponte del Diavolo continua ad essere così evocativo a causa della nota leggenda che gli ha dato questo nomignolo.
Si dice che quando il capo costruttore capì che non avrebbe potuto completare questo complesso ponte entro i termini prefissati, il Diavolo gli apparve per offrirgli un affare: il suo completamento in cambio dell’anima della prima persona che lo avrebbe attraversato. L’uomo accettò e quella notte il Diavolo alzò l’arco del ponte con la sua forca. Comunque, pieno di pentimento, il costruttore confessò quello che aveva fatto ad un prete locale che propose che un maiale, non un uomo, fosse il primo ad attraversarlo. Quando questo fu fatto, il Diavolo ancora una volta apparve, ma, capendo di essere stato beffato, si buttò giù dal ponte nel fiume e scomparve da questa terra per sempre.
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