Elephants, the gentle giants of the animal kingdom, are today found only in two places in the world, Africa and South-East Asia. But did you know that, a long time ago during prehistory, there were elephants in Sicily, too?
Yes, these beautiful animals of the elephantidae family used to be quite common around the Mediterranean. The Sicilian dwarf elephant, whose scientific name is elephas falconeri, was one of the main inhabitants of the island before Man took residence, around 11,000 years ago. We don’t really know how elephants made it to Sicily, but scientists speculate that, possibly, they crossed to the island either by swimming or during a time when sea level was much lower: the idea of them swimming shouldn’t surprise you, as elephants are still known for taking to the water quite happily today.
It seems the tiny elephant, that reached about 1 meter in height at the shoulder, evolved from the much larger straight-tusked elephant (elephas antiquus), a giant that roamed Europe up to 11,500 years ago. At 10 tonnes, this was a huge animal for a relatively small island such as Sicily: elephants are big eaters — they need around 400 lbs of food daily to survive — and the main way they have to source food is to roam around, changing habitats on a regular basis. Clearly, this wasn’t possible in Sicily, a land surrounded by water, which meant straight-tusked elephants would have soon run out of food — and left Sicily as dry as an old bone. Enters evolution: to better adapt to their new environment, straight-tusked elephants reduced in size generation after generation, following what is normally known as “the island rule,” an evolutionary phenomenon common in every part of the world, wherever animals reside on isolated areas, separated by water from the mainland. Just to give you an example, the shrinking of Sicilian elephants is the same process that reduced the size of the hominids who managed to reach Flores, in Indonesia, and lived there between 190,000 and 50,000 years ago, when modern humans arrived. Flores men were only about 1 meter high (around 3 ft) and their size diminished to increase their chances of survival in a small habitat, where food could have soon become scarce.
Experts came to the conclusion that miniaturization probably was complete relatively quickly, in order to allow the species to survive.
But what did the Sicilian dwarf elephant look like?
Well, as they disappeared 10,000 years ago, we can’t really say for sure, but enough bones have been found to understand, at least, how big they were: adult males probably reached a shoulder height of 3.2 ft and weighed around 670 lbs, while adult females were slightly smaller, with a height of 2.8 ft and a weight of 370 lbs.
Sicily’s little elephant went extinct around 10,000 years ago, after 1000 years sharing its habitat with another very hungry mammal: Man.
Recently, scientists managed to retrieve and analyze a Sicilian dwarf elephant’s DNA for the first time. Mitochondrial DNA was extracted and sequenced from a skull found in a cave in Puntali, Sicily. But it isn’t the elephas falconeri we are talking about, but yet another species, the elephas mnaidriensis, which came before the elephas falconeri and was considerably larger, even if much smaller than the straight-tusked elephant: it had a shoulder height of about 5.9 ft and a weight of about 2,400 lbs. Both the Puntali elephant and the Sicilian dwarf elephant evolved from the same ancestor, the straight-tusked giant.
And so, we found out that, among the many beautiful things in Sicily, once upon a time, there were also elephants: what a quirky idea, isn’t it, that of seeing elephants as small as a Shetland pony roam the Sicilian countryside!
Gli elefanti, i giganti gentili del regno animale, si trovano oggi solo in due luoghi del mondo: l’Africa e il Sud-est asiatico. Ma sapevi che molto tempo fa, durante la preistoria, c’erano elefanti anche in Sicilia?
Sì, questi bellissimi animali della famiglia degli elephantidae erano abbastanza comuni in tutto il Mediterraneo. L’elefante nano siciliano, il cui nome scientifico è elephas falconeri, era uno dei principali abitanti dell’isola prima che l’uomo si insediasse, circa 11.000 anni fa. Non si sa bene come gli elefanti siano arrivati in Sicilia, ma gli scienziati ipotizzano che, forse, abbiano raggiunto l’isola a nuoto o durante un periodo in cui il livello del mare era molto più basso: l’idea che nuotassero non dovrebbe sorprendere, visto che gli elefanti sono noti ancora oggi per la loro capacità di immergersi in acqua.
Sembra che il piccolo elefante, che raggiungeva circa 1 metro di altezza alla spalla, si sia evoluto dal molto più grande elefante a zanne dritte (elephas antiquus), un gigante che vagava in Europa fino a 11.500 anni fa. Con le sue 10 tonnellate, questo era un animale enorme per un’isola relativamente piccola come la Sicilia: gli elefanti sono grandi mangiatori – hanno bisogno di circa 400 libbre di cibo al giorno per sopravvivere – e il modo principale che hanno per procurarsi il cibo è quello di vagare, cambiando habitat su base regolare. Chiaramente, questo non era possibile in Sicilia, una terra circondata dall’acqua, il che significava che gli elefanti dalle zanne dritte avrebbero presto esaurito il cibo – e lasciato la Sicilia secca come un vecchio osso. Qui entra però in gioco l’evoluzione: per adattarsi meglio al loro nuovo ambiente, gli elefanti dalle zanne dritte si ridussero di dimensioni generazione dopo generazione, seguendo quella che è normalmente conosciuta come “la regola dell’isola”, un fenomeno evolutivo comune in ogni parte del mondo, ovunque gli animali risiedano su aree isolate, separate dalla terraferma dall’acqua. Tanto per fare un esempio, il rimpicciolimento degli elefanti siciliani è lo stesso processo che ha ridotto le dimensioni degli ominidi che sono riusciti a raggiungere Flores, in Indonesia, dove hanno vissuto tra 190.000 e 50.000 anni fa, quando arrivarono gli uomini moderni. Gli uomini di Flores erano alti circa 1 metro (circa 3 piedi) e le loro dimensioni diminuirono per aumentare le loro possibilità di sopravvivenza in un habitat piccolo, dove il cibo avrebbe potuto presto diventare scarso.
Gli esperti sono giunti alla conclusione che la miniaturizzazione fu probabilmente completata in tempi relativamente brevi, per permettere alla specie di sopravvivere.
Ma che aspetto aveva l’elefante nano siciliano?
Beh, dato che sono scomparsi 10.000 anni fa, non possiamo dirlo con certezza, ma sono state trovate abbastanza ossa per capire, almeno, quanto erano grandi: i maschi adulti probabilmente raggiungevano un’altezza alla spalla di 3,2 piedi e pesavano circa 670 libbre, mentre le femmine adulte erano leggermente più piccole, con un’altezza di 2,8 piedi e un peso di 370 libbre.
Il piccolo elefante siciliano si è estinto circa 10.000 anni fa, dopo aver condiviso per 1000 anni il suo habitat con un altro mammifero molto affamato: l’uomo.
Recentemente, gli scienziati sono riusciti per la prima volta a recuperare e analizzare il DNA di un elefante nano siciliano. Il DNA mitocondriale è stato estratto e sequenziato da un cranio trovato in una grotta a Puntali, in Sicilia. Ma non si tratta dell’elephas falconeri, bensì di un’altra specie, elephas mnaidriensis, che venne prima dell’elephas falconeri ed era notevolmente più grande, anche se molto più piccolo dell’elefante dalle zanne dritte: aveva un’altezza alla spalla di circa 5,9 piedi e un peso di circa 2.400 libbre. Sia l’elefante Puntali che l’elefante nano siciliano si sono evoluti dallo stesso antenato, il gigante dalle zanne dritte.
E così, abbiamo scoperto che, tra le tante cose belle della Sicilia, una volta c’erano anche gli elefanti: che idea bizzarra, vero, quella di vedere elefanti piccoli come un pony delle Shetland aggirarsi per le campagne siciliane!
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