Naples had many kings throughout its history: in the end, it was the capital of a kingdom bearing its name for centuries. But the city is also familiar with more prosaic figures, think of Totò or Diego Armando Maradona, who were worshipped and loved with the same level of blind devotion subjects tend to offer to their own sovereign.
Yet, above them all, above the real kings and the metaphorical ones, there’s him: San Gennaro. Of course, if you are a Catholic, it goes without saying that a saint is more important than a king – or an actor, or a footballer – but what strikes the most, when considering the devotion Neapolitans have for good old Ianuarius is its complex nature, which brings together the holy and the profane, the spiritual and the pragmatic.
San Gennaro is Naples, and Naples is San Gennaro: you can’t mention one without thinking almost immediately about the other.
Just a few days ago, on the 19th of September, the city of Partenope celebrated one of the most significant rituals related to the Saint, that of the liquefaction of his blood: as many of you probably know, a vial of what faith and tradition say to be Gennaro’s dried blood is kept in Naples’ cathedral. Three times a year – on the Saturday before the first Sunday in May, on the 19th of September and on the 16th of December – the holy relic is taken out of its reliquary so that the faithful gathered in prayer can witness the miracle of Gennaro’s blood returning liquid. When it happens, it means the times are going to be good, but if it doesn’t, then we can expect catastrophic events, or so tradition tells us. If you are curious, the blood did liquefy the other day, so we should be ok, at least for a while.
We do know quite a lot about Gennaro’s life because it is recounted in three main hagiographical texts: the Acta Bononiensia (6th century AD), which is perhaps our main source, as well as the Acta Vaticana (8th- 9th century AD), and the Martyrologium Hieronymianum (5th century AD), among others: all of them agree that the saint was born on the 21st of April 272 AD and that he died a martyr, beheaded because he was a Christian. Thanks to so much literature about him, there are also plenty of curiosities we can share about this great figure of Christian devotion: to honor Naples and, if you are so inclined by faith and tradition, San Gennaro himself, I decided to share a handful with you.
The miracle of his blood liquefying doesn’t always happen
The question surrounding the liquefaction of San Gennaro’s blood would deserve a whole article on its own, so I won’t get into the discussion about whether there is anything miraculous in the event, or if the fluid in the reliquary is blood at all. What’s interesting to know, however, is that the blood doesn’t always liquefy and that some do notice a connection between such instances and incredibly negative events: it remained solid, for instance, in 1939, the year World War Two began; in 1974, when Naples was hit by a cholera epidemic; and in 1980, the year of the deadly Irpinia earthquake.
His birth was miraculous
According to sources – but hagiographies tend to be very creative when it comes to early signs of holiness! – baby Ianuarius was born with his little hands joined as if praying like a Christian.
A great French writer expressed Naples’ feelings for San Gennaro best
Alexandre Dumas, just like many other artists of his own time, loved Italy and was particularly fond of Naples. In one of his works, Le Corricolo (1841-1843), he gave voice to what has been, probably, the thought of Neapolitans since the beginning of times: “The Normans ruled over Naples, but San Gennaro chased them away. The Swabians ruled over Naples, but San Gennaro chased them away, too. The Aragonese, in turn, usurped the throne, and San Gennaro punished them. The Spaniards were tyrants of the city, but San Gennaro conquered them. Finally, the French occupied Naples, and San Gennaro showed them the door. And God only knows what else San Gennaro could do for his city!”
His real name was not Ianuarius
…that was his cognomen, or the name of his gens, his family. He was Publius Faustus Ianuarius, so if we want to be precise, he should be known as Publius (Publio in Italian) or Faustus (Fausto).
He was removed from the Saints’ calendar
Between 1963 and 1965, during the Second Vatican Council, it was decided that the sources about Gennaro’s life weren’t reliable enough and that there weren’t enough historical indications that he did, in fact, really exist. Neapolitans weren’t happy, as you may imagine, to the point that the Vatican was forced to partially change its mind: it conceded Gennaro the right of being worshipped liturgically, but only in Naples.
Napoli ha avuto molti re nel corso della sua storia: in fondo, è stata per secoli la capitale di un regno che portava il suo nome. Ma la città conosce anche figure più prosaiche, si pensi a Totò o a Diego Armando Maradona, venerati e amati con la stessa cieca devozione che i sudditi tendono ad offrire al proprio sovrano.
Eppure, al di sopra di tutti, dei re reali e di quelli metaforici, c’è lui: San Gennaro. Certo, se si è cattolici è ovvio che un santo è più importante di un re – o di un attore, o di un calciatore – ma ciò che colpisce di più, quando si considera la devozione dei napoletani per il buon vecchio Ianuarius, è la sua natura complessa, che mette insieme il sacro e il profano, lo spirituale e il pragmatico.
San Gennaro è Napoli e Napoli è San Gennaro: non si può parlare dell’uno senza pensare quasi subito all’altro.
Solo pochi giorni fa, il 19 settembre, la città di Partenope ha celebrato uno dei riti più significativi legati al Santo, quello della liquefazione del suo sangue: come molti di voi probabilmente sapranno, nel Duomo di Napoli è conservata un’ampolla di quello che la fede e la tradizione dicono essere il sangue secco di Gennaro. Tre volte all’anno – il sabato che precede la prima domenica di maggio, il 19 settembre e il 16 dicembre – la santa reliquia viene estratta dal suo reliquiario affinché i fedeli riuniti in preghiera possano assistere al miracolo del sangue di Gennaro che torna liquido. Quando accade, significa che i tempi saranno buoni, ma se non accade, allora possiamo aspettarci eventi catastrofici, o almeno così ci dice la tradizione. Se siete curiosi, il sangue si è liquefatto l’altro giorno, quindi dovremmo stare tranquilli, almeno per un po’.
Della vita di Gennaro sappiamo abbastanza perché è raccontata in tre testi agiografici principali: gli Acta Bononiensia (VI secolo d.C.), che sono forse la nostra fonte principale, gli Acta Vaticana (VIII-IX secolo d.C.) e il Martyrologium Hieronymianum (V secolo d.C.), tra gli altri: tutti concordano sul fatto che il santo sia nato il 21 aprile 272 d.C. e che sia morto martire, decapitato perché cristiano. Grazie a tanta letteratura su di lui, ci sono anche tante curiosità che possiamo condividere su questa grande figura della devozione cristiana: per onorare Napoli e, se siete portati per fede e tradizione, San Gennaro stesso, ho deciso di condividerne alcuni.
Il miracolo della liquefazione del suo sangue non avviene sempre
La questione della liquefazione del sangue di San Gennaro meriterebbe un intero articolo a sé, quindi non mi addentrerò nella discussione se ci sia qualcosa di miracoloso nell’evento, o se il liquido nel reliquiario sia proprio sangue. Ciò che è interessante sapere, tuttavia, è che il sangue non sempre si liquefa e che alcuni notano una connessione tra questi casi ed eventi incredibilmente negativi: è rimasto solido, ad esempio, nel 1939, anno di inizio della Seconda Guerra Mondiale; nel 1974, quando Napoli fu colpita da un’epidemia di colera; e nel 1980, anno del mortale terremoto dell’Irpinia.
La sua nascita fu miracolosa
Secondo le fonti – ma le agiografie tendono a essere molto creative quando si tratta di segni precoci di santità! – il piccolo Ianuarius nacque con le manine giunte come se stesse pregando come un cristiano.
Un grande scrittore francese ha espresso al meglio i sentimenti di Napoli per San Gennaro
Alexandre Dumas, come molti altri artisti del suo tempo, amava l’Italia ed era particolarmente affezionato a Napoli. In una delle sue opere, Le Corricolo (1841-1843), diede voce a quello che probabilmente è il pensiero dei napoletani da sempre: “I Normanni dominavano Napoli, ma San Gennaro li scacciò. Gli Svevi dominarono su Napoli, ma San Gennaro cacciò anche loro. Gli Aragonesi, a loro volta, usurparono il trono e San Gennaro li punì. Gli Spagnoli erano tiranni della città, ma San Gennaro li conquistò. Infine, i Francesi occuparono Napoli, e San Gennaro mostrò loro la porta. E Dio solo sa cos’altro San Gennaro potrebbe fare per la sua città!”.
Il suo vero nome non era Ianuarius
… quello era il suo cognomen, ovvero il nome della sua gens, della sua famiglia. Era Publio Fausto Ianuario, quindi, se vogliamo essere precisi, dovrebbe essere conosciuto come Publius o Faustus, Publio o Fausto in Italiano.
È stato rimosso dal calendario dei santi
Tra il 1963 e il 1965, durante il Concilio Vaticano II, si decise che le fonti sulla vita di Gennaro non erano abbastanza attendibili e che non c’erano sufficienti indicazioni storiche sulla sua reale esistenza. I napoletani non ne furono contenti, come si può immaginare, al punto che il Vaticano fu costretto a cambiare parzialmente idea: concesse a Gennaro il diritto di essere venerato liturgicamente, ma solo a Napoli.
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