The Autumn, as seen by Arcimboldo (Giuseppe Arcimboldo - Web Gallery of Art/Wikicommons. Public Domain)

Fall is approaching, even though the high temperatures don’t always make it feel like the new season is here. Still, the calendar is clear: the equinox on September 22 is near, and with it comes the gradual shortening of the days—on average, we’ll lose 4 minutes of daylight each day until the winter solstice on December 21. Nature, despite the challenges of climate change, follows its course toward dormancy, entering a phase of rest during which the landscape’s colors begin to shift. The sky fades from blue to gray, and the bright green of summer leaves slowly gives way to a palette of yellows, oranges, reds, and browns on the trees.

As city dwellers, we don’t always notice these natural signs—the earth’s moisture, its smells, and heaviness. We no longer have tired arms from the harvest or prepare for the grape harvest. Nowadays, seasonal rituals and transitions often take the form of park walks to admire the foliage, capturing photos of extraordinary shades of mustard, saffron, vermilion, rust, and violet to post on social media. In the past, these moments were marked by village festivals, a time of community and sharing. Today, it’s more likely to be an evening out with friends or, in Italy, a local festival paired with some regional delicacy. Wine tastings are now led by sommeliers in high-tech wineries, where gastronomy offers pairings to enhance flavors and aromas.

Switching out the wardrobe has become an opportunity to refresh our clothes and go shopping, perhaps also thinking about making our homes cozier and more inviting, with muted, shabby-chic tones.

For many, September feels a bit like New Year’s—the list of good intentions begins to take shape as we pick up the thread of life and start noting down commitments and appointments in our planners. With the start of school and the end of August holidays, Italy says goodbye to a scorching summer marked by violent storms and extreme weather, melting Alpine glaciers, and increasingly warm seas, now inhabited by alien species attracted by nearly tropical temperatures. On the West Coast, thoughts turn to Halloween, with large orange pumpkins already appearing, along with the morning fogs on the Pacific coastline.

Maybe, as they say in Italy, non ci sono più le mezze stagioni, “there are no more in-between seasons,” and the heat will drag on before suddenly disappearing after months of unbearable mugginess. But this moment of transition shouldn’t be overlooked.

We need to observe the changes in the landscape—not just to grab a sweater if the air turns crisp, but to realize how urgent it is to take care of the environment, to make personal commitments to reduce our ecological footprint, and to adopt more sustainable daily habits. We should reconnect with the constant relationship with nature that our ancestors had, both in Italy and beyond. That small garden behind the house was once a reminder of where many of our ancestors came from, but today it could also be a way to recognize the effort and dedication needed before harvesting carrots, zucchini, tomatoes, or potatoes—and to buy only what we need at the supermarket, avoiding food waste.

It would also be a precious opportunity to admire the colors of the landscape, the changing shapes of the season, and the phases of transition that many artists have captured in works that have become timeless classics or even aesthetic standards. Caravaggio’s depiction of autumn can be seen in his Bacchus at the Uffizi. Arcimboldo, at the end of the 16th century, created a unique figure out of seasonal fruits and vegetables: chestnut husks for lips, a pomegranate for a chin, an apple for a cheek, a pear for a nose, and a mushroom as an ear from which a fig hangs. His hair is made of grape clusters and vines, with a pumpkin emerging from it. Many artists have dedicated memorable works to fall, with strong seasonal references to the months that close out the year. Moving into the 19th century, the Macchiaiolo painter Telemaco Signorini, immortalized the season in an oil painting that portrays a leaden sky heavy with rain over the Tuscan countryside, as two women with baskets on their heads appear to be heading home, lashed by the wind. Observing the colors of nature lets us see how art has interpreted them, rediscovering a part of our culture.

L’autunno sta arrivando, anche se le alte temperature non sempre aiutano a percepire l’inizio della nuova stagione. Il calendario però ce lo dice chiaramente: l’equinozio del 22 settembre si avvicina e con esso si avrà il progressivo calo della luce, in media perderemo 4 minuti di sole al giorno fino al solstizio d’inverno il 21 dicembre. La natura, pur se ostacolata dal surriscaldamento climatico, segue il suo corso verso la quiescenza, la fase di inattività vegetativa e di riposo in cui i colori cambiano il paesaggio. Il cielo si fa meno azzurro e più grigio, la tavolozza di gialli, arancioni, rossi e marroni sui rami degli alberi spegne poco a poco il verde brillante delle foglie estive. Da cittadini non cogliamo più tanti segnali della terra, la sua umidità, gli odori e la pesantezza, non abbiamo più le braccia affaticate dalla stagione del raccolto e non ci prepariamo più alla vendemmia. I riti di passaggio e preparazione, oggi sono passeggiate al parco per ammirare il foliage e immortalare straordinarie sfumature senape, zafferano, vermiglio, ruggine e violacee dentro scatti da postare sui social preferiti. Un tempo c’erano feste di paese, momenti di condivisione da vivere in comunità, oggi al massimo è una serata fuori con gli amici o, in Italia, una sagra abbinata a qualche prodotto tipico del luogo. Il vino è diventato una degustazione guidata da sommelier in cantine altamente tecnologiche dove la gastronomia propone abbinamenti che esaltano gusti e profumi. Il cambio degli armadi, un’occasione per rinnovare il guardaroba e fare shopping magari pensando anche a rendere più calda e accogliente la casa, con tonalità più spente e shabby chic. 

Per molti, settembre è un po’ come capodanno: la lista dei buoni propositi inizia a prendere forma mentre si riprende il filo del discorso e si fa il punto sugli impegni e gli appuntamenti da segnare in agenda. Con l’inizio della scuola e il rientro dalle ferie agostane, l’Italia si lascia alle spalle un’estate rovente, acquazzoni violenti ed eventi estremi, scioglimento dei ghiacciai alpini e mari sempre più bollenti e abitati da specie aliene attratte da temperature quasi tropicali. Sulla West Coast si corre con la mente ad Halloween, l’arrivo delle grandi zucche arancioni è già dietro l’angolo come le nebbie mattutine sulla costa pacifica. Forse, come si dice nel Belpaese, “non ci sono più le mezze stagioni” e il caldo si trascinerà per poi spegnersi improvvisamente dopo mesi di afa insopportabile, ma questo momento di passaggio non va perso. 

Dobbiamo osservare i cambiamenti del paesaggio che ci circonda, non tanto per infilare un maglione se l’aria diventa frizzante ma per capire che urge prendersi cura dell’ambiente, impegnarsi in prima persona per ridurre la nostra impronta ecologica e diventare più sostenibili nelle abitudini quotidiane. Dovremmo riappropriarci di quel contatto costante con la natura che avevano i nostri avi, da un lato e dall’altro dell’oceano. Quel piccolo orto sul retro della casa, era un modo per non dimenticare da dove molti paesani arrivavano ma oggi sarebbe un buon modo anche per riconoscere la fatica e l’impegno che servono prima di raccogliere carote e zucchine, pomodori o patate e quindi comprare al supermercato il giusto, senza eccedere in sprechi alimentari. 

Sarebbe poi un’occasione preziosa per ammirarne le tonalità del paesaggio, le forme mutevoli del cambiamento, le fasi di passaggio di una stagione che molti artisti hanno immortalato in opere che sono diventate rimandi classici o anche dei canoni estetici. L’autunno secondo Caravaggio si legge nel Bacco esposto agli Uffizi. Arcimboldo sul finire del ‘500 ne fece un originalissimo pupazzo di frutti e verdure di stagione: le labbra sono un riccio di castagna, il mento un melograno, al posto della guancia c’è una mela, il naso è una pera e invece dell’orecchio vediamo un fungo da cui pende un fico. I capelli sono acini d’uva e tralci di vite dai quali esce una zucca. Sono numerosi gli artisti che hanno dedicato opere memorabili con richiami fortemente autunnali ai mesi che chiudono l’anno. Il macchiaiolo Telemaco Signorini, e qui ci spostiamo nell’800, fissò la stagione in un olio su tela che ritrae un cielo plumbeo carico di pioggia sopra la campagna toscana mentre due donne con tanto di cesta sul capo pare stiano tornando a casa, sferzate dal vento. Sì, osserviamo i colori della natura per vedere come l’arte li ha interpretati, riscoprendo insieme un pezzo della nostra cultura. 


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