In so many ways, the Romans are ingrained in our ways of thinking. Many of our fundamental thoughts about life have been shaped and tested by the Romans and their writing.
Cicero is among those writers. A formidable Roman politician of the late Republic and a fierce defender of the constitution, he was certainly the greatest Roman orator and the innovator of what is now called Ciceronian rhetoric. And we know how the power of rhetoric matters even today.
Silver-tongued Cicero was born in 106 BC in Arpino (the old Arpinum), a beautiful borgo in the Frosinone province, and was killed at Formia in 43 BC while fleeing from political enemies — his criticism of Mark Anthony got him murdered.
Cicero’s birthplace is about 100 kilometers south of Rome. Arpino is a village high in the mountains of the Ciociaria, a region between Rome and Naples that offers a large variety of landscapes including hills, countryside and splendid valleys flanked by mountain peaks. The name Ciociaria comes from Ciocie, the bark clogs worn in the area until a couple of decades ago.
Cicero mentioned Arpino several times in his works. In his book “De Legibus” (On the Laws), Cicero uses his family estate at Arpinum as a platform for expounding his theories on the natural law of harmony among the classes. The book opens with Cicero, his brother Quintus and their friend Atticus walking through the shaded groves of his estate when they happen across an old oak tree linked by legend to the general Gaius Marius, who was a native of Arpinum as well.
“Cicero’s family owned a wool plant here,” says Luciano Rea, president of the Arpino tourist office.
Visitor enters the beautiful town through viale Belvedere.
According to legend, Arpino was founded by god Saturn.
As a modern Cicerone, Mr. Rea guides us through the picturesque borgo where you can enjoy a breathtaking view on the Liri valley in the Central Apennines, the widest part of the mountain chain with the highest peaks.
“Arpino is a lesser known jewel of Ciociaria,” Luciano says.
The city hall at Piazza Municipio is worth a visit. It displays busts of three great natives of Arpino: Cicero, Gaius Marius and Giuseppe Cesari, also known as Cavalier d’Arpino, who was Caravaggio’s early master in Rome.
You can admire some of the Cavalier d’Arpino’s masterpieces in the churches of San Vito and San Michele.
Other notable people also were born, lived or were famously associated with this little town. “The family of film legend Marcello Mastroianni was from here and Ennio Morricone’s grandfather as well. His nonno played in the Arpino marching band,” Luciano says.
The film “Splendor” directed by Ettore Scola, with leading actors Marcello Mastroianni and Massimo Troisi, was filmed in the late 80s in Arpino. Mr. Rea says that Marcello ordered sagne e fagioli every day as he sat in a local restaurant. This fertile area of Ciociaria inspired several pasta dishes and this rustic peasant primo is certainly a hit.
“Marcello asked for his own version of sagne e fagioli without sauce, in bianco,” Luciano adds.
Another son of Arpino is Pasquale Rotondi, superintendent of artistic heritage in the Marche and a real Italian “Monuments Man” during WWII, who saved about 10,000 art works from bombings and Nazi theft. The Monument Men were a team of art experts who protected priceless cultural treasures in war zones.
About 3 kilometers above Arpino, the ancient acropolis of Civita Vecchia sits at the top of the mountain, some 627 metres above sea level. Civita Vecchia was the original settlement of a local tribe, the Volscians, in 7th to 6th centuries BC.
Here there is a tremendous stretch of Cyclopean wall that includes a rare gateway with a pointed arch (arco a sesto acuto). There are probably only two in existence like this — one in Greece and one in Arpino.
Olive groves and medieval houses still used as everyday homes fill this stunning part of Arpino.
Cicero lived in this area. Not distant from Cicero’s estate, a tower was erected in honor of him in medieval times. The Cicerone Tower still stands in a panoramic position with breathtaking views on the Liri valley, the ancient Volscian town of Sora and the Parco Nazionale d’Abruzzo, Lazio and Molise. The tower reopened last May after renovation.
Every May students from all over the world descend on Arpino for the Cicero challenge, a competition of Latin translation and commentary on a Cicero’s text. The Certamen Ciceronianum Arpinas is organized by the Center for Humanistic Studies “Marco Tullio Cicerone”.
Soon, from August 18 to August 20, it will be time to celebrate the Gonfalone, a Palio among the contrade that features six different races including a traditional female competition with six girls running and wearing a cannata, a heavy clay pot that was used to carry water in the old times.
For sea-lovers it needs to be said that Arpino is an enchanting stay not too far from the sea: the Gulf of Gaeta. On the coast, there can be no better place than tiny Sperlonga.
I Romani sono radicati, in così tanti modi, nei nostri modi di pensare. Molti dei nostri pensieri fondamentali sulla vita sono stati formulati e testati dai Romani e dalla loro scrittura.
Cicerone è tra questi scrittori. Un formidabile politico romano della tarda età repubblicana e un feroce difensore della costituzione, fu certamente il più grande oratore romano e l’innovatore di quella che oggi si chiama retorica ciceroniana. E sappiamo quanto il potere della retorica conti ancora oggi.
L’abile retore Cicerone nacque nel 106 A.C. ad Arpino (l’antica Arpinum), un bellissimo borgo nella provincia di Frosinone e fu ucciso a Formia nel 43 A.C. mentre fuggiva dai nemici politici: lo uccise la sua critica contro Marco Antonio.
Il luogo di nascita di Cicerone è a circa 100 chilometri a sud di Roma. Arpino è un borgo in cima alle montagne della Ciociaria, una regione tra Roma e Napoli che offre una grande varietà di paesaggi, tra colline, campagna e splendide vallate fiancheggiate da cime montuose. Il nome Ciociaria proviene da Ciocie, gli zoccoli di corteccia indossati nella zona fino a qualche decina di anni fa.
Cicerone ha citato molte volte Arpino nelle sue opere. Nel suo libro De Legibus (Sulle leggi), Cicerone usa il suo patrimonio familiare ad Arpinum come piattaforma per spiegare le sue teorie sulla legge naturale dell’armonia tra le classi. Il libro si apre con Cicerone, suo fratello Quinto e il loro amico Attico che camminano attraverso i boschetti ombrati delle sue tenute quando si trovano davanti ad un’antica quercia legata dalla leggenda al generale Gaio Mario, anche lui originario di Arpinum.
“La famiglia di Cicerone possedeva qui una fabbrica di lana”, afferma Luciano Rea, presidente dell’ufficio turistico di Arpino.
Il visitatore entra nella splendida città attraverso viale Belvedere.
Secondo la leggenda, Arpino fu fondata dal dio Saturno.
Come un moderno Cicerone, Rea ci guida attraverso il borgo pittoresco dove si può godere di una vista mozzafiato sulla valle del Liri nell’Appennino Centrale, la più ampia parte della catena montuosa con le cime più alte.
“Arpino è il gioiello meno noto della Ciociaria”, dice Luciano.
Il Palazzo municipale di Piazza Municipio merita una visita. Mostra busti di tre grandi cittadini nati ad Arpino: Cicerone, Gaio Mario e Giuseppe Cesari, noto anche come Cavalier d’Arpino, che fu il primo maestro di Caravaggio a Roma.
È possibile ammirare alcuni dei capolavori del Cavalier d’Arpino nelle chiese di San Vito e San Michele.
Anche altre persone importanti sono nate, vissute o sono notoriamente associate con questa piccola città. “La famiglia di Marcello Mastroianni, leggenda cinematografica, era di qui e lo era anche il nonno di Ennio Morricone. Suo nonno suonava nella banda di Arpino”, dice Luciano. Il film Splendor diretto da Ettore Scola, con Marcello Mastroianni e Massimo Troisi come attori principali, è stato girato alla fine degli anni ’80 ad Arpino. Rea dice che Marcello ha ordinato sagne e fagioli ogni giorno quando sedeva in un ristorante locale. Questa fertile area della Ciociaria ha ispirato diversi piatti di pasta e questo rustico primo contadino è certamente un successo. “Marcello ha chiesto la sua versione di sagne e fagioli senza salsa, in bianco” aggiunge Luciano.
Un altro figlio di Arpino è Pasquale Rotondi, sovrintendente del patrimonio artistico delle Marche e un vero “Uomo della Monumenti” italiano durante la Seconda Guerra Mondiale che ha salvato circa 10.000 opere d’arte dai bombardamenti e dai furti nazisti. Gli Uomini della Monumenti erano un gruppo di esperti d’arte che proteggevano gli inestimabili tesori culturali nelle zone di guerra.
Circa 3 chilometri sopra Arpino, l’antica acropoli di Civita Vecchia si trova in cima alla montagna, a circa 627 metri sul livello del mare. Civita Vecchia era l’insediamento originario di una tribù locale, i Volsci, nel VII al VI sec.
Qui c’è un impressionante tratto di mura ciclopiche che comprendono un raro ingresso con arco a punta (arco a sesto acuto). Ne esistono probabilmente solo due come questo, uno in Grecia e uno ad Arpino.
Oliveti e case medievali ancora utilizzate come case per tutti i giorni riempiono questa splendida parte di Arpino. Cicerone viveva in questa zona. Non lontana dalla tenuta di Cicerone, una torre fu eretta in suo onore nel medioevo. La Torre Cicerone si trova ancora in una posizione panoramica con una vista mozzafiato sulla valle del Liri, l’antica città di Sora, dei Volsci, e il Parco Nazionale d’Abruzzo, Lazio e Molise. La Torre è stata riaperta lo scorso maggio dopo la ristrutturazione.
Ogni maggio studenti di tutto il mondo vanno ad Arpino per la sfida ciceroniana, un concorso di traduzione latina e commento su un testo di Cicerone. Il Certamen Ciceronianum Arpinas è organizzato dal Centro di Studi umanistici “Marco Tullio Cicerone”.
A breve, dal 18 agosto al 20 agosto, sarà il momento di celebrare il Gonfalone, un Palio tra contrade che presenta sei gare diverse tra cui una tradizionale gara femminile con sei ragazze che corrono e portano una cannata, un pesante vaso di argilla che era utilizzato per portare acqua nei tempi antichi.
Per gli amanti del mare bisogna dire che Arpino è un soggiorno incantevole non troppo lontano dal mare: il Golfo di Gaeta. Lì non c’è posto migliore di Sperlonga.
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