Ecce Homo di Caravaggio (Ph Mihail Ivanov da Dreamstime.com)

Capire l’arte figurativa genovese e comprendere ulteriormente lo stravolgimento artistico di Michelangelo Merisi: ecco lo scopo della  mostra”Caravaggio e i Genovesi. Committenti, collezionisti, pittori”, allestita all’interno di Palazzo della Meridiana e curata da Anna Orlando.

L’esposizione, organizzata dall’Associazione Amici di Palazzo della Meridiana, vuole indagare un aspetto della pittura genovese secentesca legata indissolubilmente a Caravaggio, a Genova nell’agosto del 1605.
I primi trent’anni del Seicento sono per la Repubblica di Genova un periodo di fasto: le famiglie importanti della città concentrano un potere economico e finanziario cospicuo e rendono Genova e il suo porto un centro fondamentale per l’Europa.

Decenni di benessere e ricchezze, iniziati alla metà del Cinquecento, portano nelle case delle famiglie potenti diverse opere d’arte che oggi raccontano un fermento culturale attento e sempre all’avanguardia.
Tra i tantissimi artisti che passano da Genova, tra cui  Van Dyck e Rubens solo per citarne alcuni, sappiamo essere presente, anche se per poche settimane, anche Michelangelo Merisi da Caravaggio, in quel momento in fuga da Roma dopo l’aggressione, la sera del 29 luglio, al notaio Mariano Pasqualone. In città l’artista probabilmente non realizza nessuna opera ma stringe rapporti con diverse personalità di spicco che diventano suoi committenti e per i quali realizza diverse opere in un periodo immediatamente successivo.

La teatralità di Caravaggio, il sapiente uso della luce e l’impostazione dello spazio diventano tutti elementi di studio e di confronto per i grandi artisti genovesi, da Bernardo Strozzi a Luciano Borzone, che in qualche modo lo omaggiano nelle loro opere, citando il genio di Merisi o aderendo al caravaggismo più marcato.

Il percorso della mostra si articola su trenta opere di vari artisti in cui a farla da padrone è l’Ecce Homo attribuito a Caravaggio ritrovato nei depositi di Palazzo Bianco da Caterina Marcenaro nel 1953.Un’indagine del contesto storico locale e la risposta al genio caravaggesco, il tutto mosso dalla committenza, passaggio fondamentale per comprendere le opere d’arte. Un video introduce alle diverse sezioni dell’esposizione dove è possibile osservare e confrontare direttamente le opere, ammirando in alcuni casi tele esposte al pubblico per la prima volta.

Anna Orlando, curatrice della mostra, ha dichiarato: “Nel mondo non si contano le mostre dedicate a Caravaggio, l’unica operazione sensata era portare all’attenzione del pubblico e degli studiosi il punto di vista genovese. Cosa succede quando Caravaggio passa a Genova? Cosa succede quando artisti che lo hanno conosciuto a Roma arrivano a Genova? Che cosa succede quando sul territorio arrivano gli originali di Caravaggio e le copie che venivano prodotte? Quindi cosa succede nel terriorio della Repubblica Ligure, caratterizzato da continui arrivi e partenze: fiamminghi, toscani, francesi.
Che risposta da questo territorio all’arte e alla rivoluzione di Caravaggio, la realtà messa su tela che propone l’artista. Questa era l’unica operazione culturalmente e scientificamente sensata“.

“Nella selezione, condotta sulla base della qualità delle opere, si è tenuto conto dell’opportunità di mostrare dipinti solitamente custoditi in collezioni private, in parte del tutto inediti, ma anche di scegliere almeno un’opera per ciascuna delle più significative quadrerie pubbliche cittadine, per creare un legame, non solo ideale, di rimando ai musei con i quali Palazzo della Meridiana intende fare rete“.
Appuntamento fino al 24 giugno, dal martedì al venerdì con orario 12-19, domenica e festivi 11-19.
Per informazioni: www.palazzodellameridiana.it

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