Full immersion nella Maremma agricola più autentica. Ecco la cantina-fattoria “Le Mortelle” della griffe mondiale Antinori a Castiglione della Pescaia, che ha aperto al pubblico un progetto di territorio in cui il vino è protagonista insieme a pesche, susine, albicocche, pere, fichi, mirtilli e mirto (“mortella” è il nome del mirto selvatico che caratterizza queste zone costiere ed è simbolo della fattoria) che arrivano dai 15 ettari di frutteti biologici dell’azienda.
Due sono i vini che la Famiglia Antinori produce a “Le Mortelle”: il Botrosecco, rosso Maremma Toscana Igt, un Cabernet Sauvignon con una piccola parte di Cabernet Franc e il Vivia, bianco Maremma Toscana Doc ottenuto da Vermentino, Viognier e Ansonica.
La fattoria “Le Mortelle” è una cantina più unica che rara, in perfetta simbiosi con l’ambiente, un’azienda agricola che assomiglia ad una fattoria del futuro, in cui la tradizione più antica e il legame con la terra sono riletti in chiave moderna. Costruita in osmosi con la campagna circostante, è svelata solo dalla presenza di discrete fenditure oltre le quali la struttura rivela la sua anima di roccia, vetro e legno.
L’apparente semplicità cela un progetto dalla forte componente avveniristica. Il cuore della cantina mostra, solo all’occhio di chi entra, i suoi ampi spazi, la sua scala elicoidale e i serbatoi “sospesi nel vuoto”. Una struttura concepita in modo da accompagnare l’uva dalla sua genesi ai singoli passaggi della fermentazione, dell’affinamento e dell’imbottigliamento, in un percorso “verticale” aperto al pubblico.
Una cantina su tre livelli, ideata per consentire la vinificazione ‘per gravità’, in totale assenza di pompe: questo consente un importante risparmio energetico e un utilizzo funzionale dello spazio sottostante i serbatoi, per un lavoro più dinamico ed efficiente, oltre a un grande rispetto per il vino. La “vinificazione a caduta” è un metodo che permette una lavorazione delle uve meno “traumatica”, per un risultato che si ritrova nel bicchiere: il vino è più equilibrato, elegante e con tannini più morbidi.
Tutto parte dal piano più alto, quello dell’arrivo delle uve, in cui mani esperte procedono alla selezione degli acini: solo i migliori sono scelti per dar vita ai grandi vini della Fattoria.
La pigiatura avviene con un sistema dolce di rottura degli acini. La selezione è triplice: vigneto, grappolo, acino. I mosti quindi riempiono a caduta i serbatoi ‘sospesi’ in acciaio, situati al piano sottostante, in cui si svolge la fermentazione a temperatura controllata. In seguito il vino riempie le barrique del piano interrato, per il periodo di affinamento. La barriccaia è realizzata conservando intatte e a vista le rocce che mantengono perfette condizioni di temperatura e umidità tali da garantire l’invecchiamento del vino in modo totalmente naturale.
Il fulcro della cantina è costituito da una grande scala elicoidale in acciaio che si snoda nel pozzo centrale di luce e mette in comunicazione funzionale e visiva tutti i piani dell’edificio. È una struttura ipogea, quasi totalmente interrata e perfettamente integrata con il territorio: la cupola che sovrasta la cantina è ricoperta da suolo vulcanico su cui cresce la tipica vegetazione della macchia mediterranea.
La luce è dosata attraverso dei tagli laterali della struttura, consentendo un notevole risparmio di energia: dal lucernario superiore entra la quantità di luce necessaria per il lavoro. L’acqua utilizzata in cantina è depurata attraverso uno speciale sistema di fitodepurazione, sperimentato e brevettato a “Le Mortelle” e per questo unico.
All’interno della fattoria, oltre ai 15 ettari di frutteti “da agricoltura biologica”, sono presenti una sughereta storica e un nuovo impianto di sughere, per un totale di 10.000 piante molto importanti per l’equilibrio dell’ecosistema ambientale: essendo sempreverdi producono ossigeno tutto l’anno, indispensabile per mantenere e ricreare un ambiente “pulito”.
“Le Mortelle”, che faceva parte di un complesso più ampio chiamato La Badiola, già individuato sulle carte geografiche da Leopoldo II a metà dell’800 (gli Asburgo Lorena, bonificando l’area malarica di Grosseto, vollero rendere i possessi della Badiola e dell’Alberese delle fattorie-guida per l’allevamento di bovini), appartiene agli Antinori dal 1999 ed è aperta al pubblico per visite (per informazioni mortelle@antinori.it).
Durante la visita è possibile: visitare la suggestiva cantina, simbolo di un’architettura organica che promuove l’armonia tra uomo e ambiente; degustare Botrosecco, Vivia e i vini di Fattoria; acquistare i vini di Fattoria disponibili in esclusiva; comprare la frutta da agricoltura biologica (in particolare pesche, susine, albicocche, pere, fichi, mirtilli) che proviene dai 15 ettari di frutteti; prenotare escursioni guidate o picnic al lago, ai frutteti e nei vigneti.