Beautiful Bologna has seven secrets. Photo: Rosshelen/Dreamstime

Bologna: la dotta, la grassa, la rossa: “dotta,” the learned, because home to the oldest university in Europe. “La grassa,” the fat, because of her rich, decadent food. “La rossa,” the red, because of the terracotta hue of her buildings and, Italians know it, because of the historically leftist views of her people. 

This charming, friendly and heartwarming town,  famous for her towers, good food and university, has also some secrets to disclose, especially if you like urban exploring, history and learning to know a place the way a local knows it. Yes, because Bologna’s sette segreti (her seven secrets) are unknown to tourists but dear to heart of Bolognesi. According to the Via che si va travel blog, created by  a writer who knows Bologna well, but wasn’t born there,  the sette segreti are a great conversation starter and… a well established pick up line used by many  a Bolognese when romantically interested in a non-local. 

So, let’s take a look at them, shall we?

Piazza Maggiore, home to two of her seven secrets. Photo:© Olga Lupol | Dreamstime.com
  1. La Piccola Venezia

Many a canal run through Bologna, vestige of a time when  they were used to feed the city’s water mills. Today, most of them are underground, but they resurface here and there,  creating a landscape truly reminiscent of La Serenissima. Via Piella is where you can get  the  best view of the first secret, but  be aware: the canal is, sometimes, dry!

La piccola Venezia.Image by dexmac from Pixabay

2. Canabis Protectio

 The second secret brings us to the corner between Via Independenza and Via Rizzoli where, under the porticos’ vaults, a famous Latin inscription still welcomes passersby: Panis vita, canabis protectio, vino laetitia, which translates with “bread is life, hemp is protection, wine is happiness.” Hemp is protection, you may ask: well, once upon a time Bologna gathered a large part of her wealth  from the  production and commerce of hemp  and,  for this reason, it was likely seen as a “protection” from poverty and, by extension,  from hunger. 

3. Neptune’s…erection

Let’s move on to Piazza Maggiore and meet the third secret, which is a bit naughty and  a bit silly, too, really. A bronze statue of the god of the sea, Neptune, guards the square from its pedestal, one hand holding a trident, the other strategically placed in such a way  that, if you look at the statue from a specific spot (marked on the ground with a dark stone), its thumb becomes, well, you  read the  title above  and get  the gist! 

4. Il telefono senza fili

While we are in Piazza Maggiore discussing Neptune’s own manliness, we can also take a look at the fourth of Bologna’s seven secrets, the telefono senza fili,  which is the way we Italians call the Chinese wispers’ game. If you  and a friend stand at the two diagonally opposite corners of the Podestà Vault (Voltone del Podestà) and speak normally while facing the columns, you’ll hear each other perfectly. 

5. The three  arrows 

Let’s move to the wooden portico of Strada Maggiore where, just in  front of the Corte Isolani’s entrance, you’ll notice three arrows. Legends say that, once upon a  time, three scoundrels had planned to rob a local gentleman, but  were eventually distracted by the  appearance of a young lady who stood naked at the window. And that’s why their  arrows,  ready to hit their designated victim,  were haphazardly shot in  three different directions, and can still be seen stuck in the wood.

6. The  broken vase on the Torre degli Asinelli

The top of the Torre degli Asinelli: where is the broken vase?Image by fabio balboni from Pixabay

The sixth secret is more of a urban legend than  anything  else, because it’s impossible  to see it: a broken vase is said to have  been  placed at the very top of the iconic Torre  degli  Asinelli, to symbolize the city’s skills in conflict resolution.

7. Panum resis 

The last secret of Bologna is tied to  her university and to the its  historical see in Via Zamboni’s Palazzo Poggi.  Here, on one of its ancient tables, some say to have seen the incision  panum resis, that is, “knowledge is at the heart of  all choices,” quite a motto for a university!

Davvero vuoi cambiare lavoro?

Do you really want to change job?

Bologna: la dotta, la grassa, la rossa: “dotta” perché sede della più antica università d’Europa. “La grassa” per il suo cibo ricco e abbondante. “La rossa” per la tonalità del cotto dei suoi edifici e, come sanno gli italiani, per la visione storicamente di sinistra della sua gente.
Questa città affascinante, accogliente e calorosa, famosa per le sue torri, la buona cucina e l’università, ha anche alcuni segreti da svelare, soprattutto se vi piace l’esplorazione urbana, la storia e imparare a conoscere un luogo come lo conosce uno del posto. Sì, perché i sette segreti di Bologna sono sconosciuti ai turisti ma cari ai bolognesi. Secondo il travel blog di Via che si va, creato da uno scrittore che conosce bene Bologna, ma che non ci è nato, i sette segreti sono un ottimo spunto di conversazione e… un tragitto consolidato usato da molti bolognesi quando sono romanticamente interessati a un forestiero.
Allora, ci diamo un’occhiata, che ne dite?
1.La Piccola Venezia
Molti canali attraversano Bologna, testimonianza di un’epoca in cui venivano utilizzati per alimentare i mulini ad acqua della città. Oggi la maggior parte sono sotterranei, ma riemergono qua e là, creando un paesaggio che ricorda molto la Serenissima. Via Piella è il luogo dove si può avere la migliore visuale del primo segreto, ma attenzione: il canale, a volte, è asciutto!
2. Canabis Protectio
Il secondo segreto ci porta all’angolo tra via Indipendenza e via Rizzoli dove, sotto le volte dei portici, una famosa iscrizione in latino accoglie ancora i passanti: Panis vita, canabis protectio, vino laetitia, che si traduce con “il pane è vita, la canapa è protezione, il vino è felicità”. La canapa è protezione, ci si può chiedere: ebbene, un tempo Bologna derivava gran parte della sua ricchezza dalla produzione e dal commercio della canapa e, per questo motivo, era probabilmente vista come una “protezione” dalla povertà e, per estensione, dalla fame.
3. …L’erezione di Nettuno
Spostiamoci in Piazza Maggiore e incontriamo il terzo segreto, che è un po’ birichino e anche un po’ sciocco, in realtà. Una statua in bronzo del dio del mare, Nettuno, fa da guardia alla piazza dal suo piedistallo, una mano tiene un tridente e l’altra è strategicamente posizionata in modo tale che, se si guarda la statua da un punto specifico (segnato a terra con una pietra scura), il suo pollice diventa, beh, si legge nel titolo sopra e si capisce il concetto!
4. Il telefono senza fili
Mentre siamo in Piazza Maggiore a discutere della virilità di Nettuno, possiamo anche dare un’occhiata al quarto dei sette segreti di Bologna, il telefono senza fili, che è come noi italiani chiamiamo il gioco dei “Chinese wispers”. Se tu e un amico vi trovate ai due angoli diagonalmente opposti del Voltone del Podestà e parlate normalmente di fronte alle colonne, vi sentirete perfettamente.
5. Le tre frecce
Spostiamoci nel portico di legno di Strada Maggiore dove, proprio di fronte all’ingresso di Corte Isolani, si notano tre frecce. La leggenda narra che, un tempo, tre furfanti avevano progettato di derubare un signore del luogo, ma alla fine furono distratti dall’apparizione di una giovane donna che stava nuda alla finestra. Ed è per questo che le loro frecce, pronte a colpire la vittima designata, vennero scagliate a caso in tre direzioni diverse, e oggi si vedono ancora imprigionate nel legno.
6. Il vaso rotto della Torre degli Asinelli
Il sesto segreto è più che altro una leggenda metropolitana, perché è impossibile vederlo: si dice che un vaso rotto sia stato posto proprio in cima all’iconica Torre degli Asinelli, a simboleggiare la capacità della città di risolvere i conflitti.
7. Panum resis
L’ultimo segreto di Bologna è legato alla sua università e alla sua sede storica di Palazzo Poggi in via Zamboni. Qui, su una delle sue antiche tavole, alcuni dicono di aver visto l’incisione panum resis, cioè “la conoscenza è al centro di tutte le scelte”, un bel motto per un’università!


Receive more stories like this in your inbox