The last stop on our journey to discover the origins of Emilia-Romagna’s best-known filmmakers is in Parma. Whereas Rimini and Ferrara are closely related to the figures of Fellini and Antonioni, respectively, this beautiful city in the northwestern part of the region – famous for its Prosciutto and Parmigiano-Reggiano, but also as the birthplace of Giuseppe Verdi and Arturo Toscanini – is the hometown of yet another great director: the Academy Award winner Bernardo Bertolucci, author of so many memorable movies like The Last Emperor (L’ultimo imperatore), Last Tango in Paris (Ultimo tango a Parigi), 1900 (Novecento), The Conformist (Il conformista), and The Dreamers.
Born in Parma in the year 1940 to the prominent poet Attilio Bertolucci, the future filmmaker began in fact his career by following in his father’s footsteps as a poet. Soon enough, though, the young Bernardo decided to move to Rome, where he attended the university for three years, until he had the occasion to become assistant director to Pier Paolo Pasolini and to pursue his own career in the film industry. However it may be, the city of Parma surely played a key role in the shaping of Bertolucci’s artistic interests. As a matter of fact, the place appears to have a very long cinematic tradition: according to an unconfirmed local legend, it was right here that the Lumière brothers arranged their second public film screening after the one in Paris.
The same story has recently been reported in the documentary Poltrone rosse: Parma e il cinema (Red Chairs: Parma and Cinema) by Francesco Barilli, a friend of Bertolucci who had acted as the main character of his second film, Before the Revolution (Prima della rivoluzione, 1964). After all, it is not surprising that Bertolucci – as well as his late brother Giuseppe, who was a director himself – is so important in Barilli’s exploration of the city’s glorious cinematic past.
Before the Revolution, in particular, was also Bertolucci’s first film to be set entirely in Parma. In it, the protagonists borrow their names from those of Stendhal’s novel The Charterhouse of Parma, while the city’s most iconic landmarks appear one after another on the silver screen: the Romanesque Cathedral with its bell-tower, the nearby Baptistery, and the Church of St. John the Evangelist (San Giovanni Evangelista), but also the Piazza Garibaldi main square, the central Palazzo della Pillotta and Palazzo Dalla Rosa Prati, as well as the Ducal Park (Parco Ducale) and the streets along the Parma River. In addition, the colorful scene seen from the “optical chamber” takes place in the moated Rocca Sanvitale (Sanvitale Castle) of Fontanellato, while a crucial episode from the very last part of the film – occurring during a performance of Verdi’s Macbeth – was shot at Parma’s Teatro Regio (Royal Theater).
Bertolucci would turn again to Parma and its surroundings, as well as to Verdi’s operas, in some of his next films. In The Spider’s Stratagem (Strategia del ragno, 1970), for example, the director included another homage to the great composer in the scene where Rigoletto is performed in Fidenza’s local theater. Alternatively, one can also look at the two-part epic 1900 (1976), whose main set – a farm known as Corte delle Piacentine – is precisely in Roncole Verdi, the village (in the town of Busseto) where Verdi was born.
The same farm near Parma also appeared in the controversial La Luna (1979), for which the director returned to his hometown as well, after 15 years: as the film’s main character, Caterina, goes back to city of her childhood, Bertolucci takes the opportunity to show us once again – but this time in full color – the itinerary through Parma which had emerged in Before the Revolution, to begin with the Duomo and the Pillotta palace. Needless to say, this was also Bertolucci’s attempt to reflect on his own origins, now that he was an internationally acclaimed filmmaker.
The last time Parma was featured in one of Bertolucci’s works was in 1981 for Tragedy of a Ridiculous Man (La tragedia di un uomo ridicolo), which offers additional views of the city’s bridges, squares, and streets, such as Vicolo del Vescovado, Piazzale San Francesco and Strada Farini. In 1987, however, the director stopped in the nearby spa town of Salsomaggiore, where he had already shot an episode of 1900 at the Terme Berzieri: here, inside the town’s majestic Congress Center (Palazzo dei Congressi), he would direct a scene for The Last Emperor, the masterpiece which would win him as much as nine Academy Awards, including Best Picture and Best Director.
In the end, even though Bertolucci has long left his hometown in Emilia-Romagna for the studios in Rome’s Cinecittà (just like Fellini and Antonioni did), his co-citizens have not forgotten where he comes from and where he still belongs to: in 2014, for example, on the fiftieth anniversary of Before the Revolution, the University of Parma decided to grant him a honorary degree in History and Criticism of Performing Arts during a ceremony held at the Teatro Regio, while a two-month festival titled “Parma per Bertolucci” was taking place.
L’ultima tappa del nostro viaggio alla scoperta delle origini dei registi più famosi dell’Emilia-Romagna è Parma. Se Rimini e Ferrara sono strettamente legate, rispettivamente, alle figure di Fellini ed Antonioni, questa bella città nella parte nordovest della regione – famosa per il suo Prosciutto e il Parmigiano-Reggiano, ma anche per essere il luogo di nascita di Giuseppe Verdi ed Arturo Toscanini – è la città natale di un altro grande regista: il vincitore del premio Oscar Bernardo Bertolucci, autore di così tanti film memorabili come L’Ultimo Imperatore, Ultimo tango a Parigi, Novecento, Il Conformista e The Dreamers – I sognatori.
Nato a Parma nel 1940, figlio del noto poeta Attilio Bertolucci, il futuro regista cominciò la sua carriera seguendo le orme di suo padre come poeta. Abbastanza presto, però, il giovane Bernardo decise di trasferirsi a Roma dove frequentò l’università per tre anni, finché ebbe l’occasione di diventare assistente alla regia di Pier Paolo Pasolini e di intraprendere la sua carriera nell’industria cinematografica. Comunque sia, la città di Parma giocò sicuramente un ruolo chiave nel plasmare gli interessi artistici di Bertolucci. Anzi, il luogo sembra avere una tradizione cinematografica molto lunga: secondo una non confermata leggenda locale, è proprio lì che i fratelli Lumière sistemarono il loro secondo schermo cinematografico pubblico dopo quello di Parigi.
Proprio questa storia è stata recentemente riproposta nel documentario “Poltrone rosse: Parma e il cinema” di Francesco Barilli, un amico di Bertolucci che aveva recitato come protagonista principale nel suo secondo film, “Prima della Rivoluzione” del 1964. Dopo tutto, non è sorprendente che Bertolucci – così come il suo ultimo fratello Giuseppe, anche lui regista – sia così importante per l’esplorazione di Barilli nel glorioso passato cinematografico della città.
Rocca Sanvitale. Fontanellato. Emilia-Romagna. Italy. —Photo by scrisman
“Prima della Rivoluzione”, in particolare, è stato anche il primo film di Bertolucci ad essere completamente girato a Parma. In esso, i protagonisti prendono in prestito i loro nomi da quelli del romanzo di Stendhal “La Certosa di Parma” mentre i luoghi più iconici della città appaiono uno dopo l’altro sul grande schermo: la Cattedrale romanica con la sua torre campanaria, il vicino Battistero, e la Chiesa di San Giovanni Evangelista, ma anche Piazza Garibaldi, la piazza principale, il centrale Palazzo della Pillotta e Palazzo Dalla Rosa Prati, così come il Parco Ducale e le strade lungo il Fiume Parma. Inoltre, la scena piena di colori che si vede dalla “camera ottica” ha luogo nella Rocca Sanvitale di Fontanellato, circondata da un fossato, mentre un episodio cruciale dell’ultima parte del film – che avviene durante la rappresentazione del Macbeth di Verdi – è stata girata nel Teatro Regio di Parma.
Bertolucci si sarebbe di nuovo rivolto a Parma e ai suoi dintorni, così come alle opere di Verdi, in alcuni suoi film successivi. Nella Strategia del ragno (1970), per esempio, il regista incluse un altro omaggio al grande compositore nella scena in cui Rigoletto è in scena nel teatro locale di Fidenza. In alternativa si può guardare anche il film epico in due parti Novecento (1976) il cui set principale – una fattoria nota come Corte delle Piacentine – è proprio a Roncole Verdi, il villaggio (nella città di Busseto) dove è nato Verdi.
La stessa fattoria vicino a Parma è apparsa anche nel controverso “La Luna” (1979) per il quale il regista ritornò di nuovo alla sua città natale, dopo 15 anni: come la protagonista principale del film, Caterina, ritorna nella città della sua infanzia, così Bertolucci coglie l’occasione di mostrarci ancora una volta – ma questa volta nella pienezza del colore – l’itinerario attraverso Parma che era emerso in “Prima della Rivoluzione”, a cominciare dal Duomo e dal Palazzo della Pillotta. Inutile dire che questo era anche il tentativo di Bertolucci di riflettere sulle sue origini, ora che era un regista acclamato a livello internazionale.
L’ultima volta che Parma è stata rappresentata in uno dei lavori di Bertolucci è stato nel 1981 per la “Tragedia di un Uomo Ridicolo” che offre viste supplementari dei ponti della città, delle piazze, e delle strade come Vicolo del Vescovado, Piazzale San Francesco e Strada Farini. Nel 1987, comunque, il regista si fermò nella vicina città termale di Salsomaggiore, dove già aveva girato un episodio di “Novecento” alle Terme Berzieri: qui, dentro il maestoso Palazzo dei Congressi, ha girato una scena per “L’Ultimo Imperatore”, il capolavoro che gli avrebbe fatto vincere ben nove premi dell’Academy, inclusi miglior fotografia e miglior regia.
Alla fine, anche se Bertolucci ha lasciato presto la sua città natale in Emilia-Romagna per gli studi romani di Cinecittà (proprio come Fellini ed Antonioni), i suoi concittadini non hanno dimenticato da dove viene e i luoghi a cui ancora appartiene: nel 2014, per esempio, nel cinquantesimo anniversario di “Prima della Rivoluzione”, l’Università di Parma ha deciso di dargli una laurea ad honorem in Storia e Critica delle Arti dello spettacolo durante una cerimonia che si è tenuta al Teatro Regio, mentre si stava svolgendo un festival di due mesi intitolato “Parma per Bertolucci”.
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