Abbiamo incontrato e intervistato l’ex presidente della Re-gione Campania Antonio Bassolino. “Le Dolomiti di Napoli”, ed. Marsilio ottobre 2013, è il titolo del suo quarto libro, giunto in pochi mesi alle seconda edizione.
 
Nel testo Bassolino fa un viaggio dentro se stesso, toccando sia la sfera pubblica che privata, dando ampio spazio alla famiglia, ai viaggi e a Napoli, alle sue tradizioni, con anche un approfondito studio su San Gennaro. Come spiega anche nel libro, Bassolino ora non riveste nessun ruolo istituzionale, sta dedicando il suo tempo a una Fondazione culturale, chiamata Sudd, di cui è presidente, dove organizzano presentazioni di libri e convegni. 
 
Come mai questo titolo “Dolomiti di Napoli”?
È il titolo che ho voluto fortemente. Nel libro faccio un viaggio dentro me stesso, racconti di politica e di vita. Parlo di quando sono stato un dirigente politico diversi anni fa, poi racconto vari episodi di quando ho fatto il sindaco di Napoli e il presidente della Regione Campania, racconto anche di momenti difficili, di dolore e di sofferenza perfino fisica, che ho passato in tutti questi anni. Tengo particolarmente a questo libro in quanto è uno sguardo oltre la politica, un viaggio dentro me stesso, considerando i rapporti umani come rapporti fondamentali di ogni giorno e anche della politica, ma spesso non è così.
 Emilia Ferrara con l’ex sindaco ed ex presidente della Regione Campania

 Emilia Ferrara con l’ex sindaco ed ex presidente della Regione Campania

Scegliere le Dolomiti come luogo di riposo è stato come mettere alla prova la propria capacità di resistenza rispetto alla natura che comunque può riservare sorprese pericolose ma anche esaltanti? 
Nel libro faccio un accenno molto delicato. Non ho pensato mai di farla finita, perché se l’avessi pensato, i modi c’erano e sarebbero stati tanti. In alcuni momenti duri e difficili anche rispetto alla mia storia, mi sono avventurato in montagna, e io amo le Dolomiti, a fare cose che normalmente non avrei mai fatto,  e cioè andare da solo con un mio amico, tra l’altro inconsapevole di questo, e gli chiedo scusa… senza una guida, con neve e ghiaccio. Posso aggiungere il fatto che con me c’era questa persona che non c’entrava niente, che ha contribuito a firmare la mia idea che in fondo, se fosse successo qualcosa, non mi sarebbe dispiaciuto rimanere a riposare in mezzo a queste montagne, da me tanto amate. Dunque è evidente che ci sono stati mo-menti molto difficili, raccontati anche nel libro le ‘Dolomiti di Napoli’, un testo singolare, in cui cerco di far capire come nella vita anche si cambia.
 
Secondo lei i gatti sono capaci di educare gli uomini a comportamenti di civile convivenza, soprattutto per quanto riguarda la comunicazione?
Nella fase storica odierna, quella che io chiamo terza vita, in cui scopro cose nuove, qualcuno si meraviglia perché io parlo molto dei gatti. Ma i gatti per me sono stati un grande aiuto e i miei, in particolare, ho scoperto che erano meglio a volte di tanti politici. I gatti sicuramente hanno un approccio migliore rispetto a molte persone.
 
Nel suo libro c’è molto spazio dedicato alla famiglia…
Ho scoperto la passione per la vita familiare che avevo sacrificato per tanto tempo. Poi ho scoperto che i bambini, i nipotini che ho, i figli dei miei figli ai quali ho dedicato troppo poco tempo, sono una risorsa straordinaria, loro non lo sanno ancora, glielo dirò più in là, ma io gli sarò eternamente grato, perché loro mi hanno consentito di non guardare al passato con rancore e con risentimento.
 
Dopo la pubblicazione del libro, è arrivata la sentenza, potrebbe parlarne?
La sentenza è stata molto importante, anche se ci sono voluti sette anni, avrei voluto che il processo si concludesse in tempi brevi. Ma i tempi si allungavano, con il rischio che ci fosse la prescrizione, e questo avrebbe lasciato un’ombra. Il tribunale di Napoli, ha fatto una scelta molto importante, anziché prendere atto dei fatti già passati, ha voluto fare una sentenza del merito, e di piena assoluzione. Questo è stato un dato molto importante. 
 
Per diverso tempo si è creato un corto circuito molto doloroso per uno che viene dalla mia storia, che ha camminato sempre a testa alta. In quel periodo circolavano cose assurde; qualche miserabile andava a dire in giro che Bassolino era proprietario di grandi alberghi, di laboratori di analisi e addirittura che mia moglie, Anna Maria Carloni, era diventata proprietaria di Equitalia. 
 
Dai rifiuti non ha guadagnato un euro, sia in modo illegale che legale. Rispetto ad altri commissari, sono stato l’unico ad aver rinunciato alle indennità che spettavano al commissario. Non solo non ci ho guadagnato nulla,  ma sono quello che ci ha perso, perché ero la persona più popolare in Italia, e per quella vicenda in tanti si sono accaniti contro di me. Mentre invece sui rifiuti c’era chi prima organizzava le proteste contro ogni discarica giusta, contro il termovalorizzatore che era indispensabile fare, e poi magari politicamente ha fatto carriera su queste cose.
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