Uno dei grandi classici italiani, Asiago DOP, chiude il 2018 con una positiva crescita su entrambe le tipologie.

Ottima la performance dell’Asiago Stagionato, prodotto in 10.200 forme in più rispetto al 2017, pari al +3,8%, mentre l’Asiago DOP Fresco conta 1.340.776 forme (+0,15% rispetto al 2017) e l’Asiago DOP Prodotto della Montagna, prodotto oltre i 600 metri d’altezza, raggiunge le 66.119 forme. Questi i dati del Consorzio Tutela Formaggio Asiago che – riconosciuto dal Rapporto ISMEA-Qualivita 2018 tra i primi quindici prodotti italiani a indicazione geografica per valore alla produzione – ha visto, nel 2018, un aumento della produzione.

Un risultato “positivo” sottolinea il Consorzio di tutela che, da un lato, con il piano di crescita programmata, ha adeguato la produzione all’effettiva domanda e favorito la riduzione delle scorte ai minimi storici dal 2013 ad oggi, dall’altro, ha rafforzato l’impegno nella valorizzazione del prodotto.

Il 2018, infatti, ha visto il Consorzio di tutela realizzare un articolato progetto di posizionamento che ha coinvolto le principali insegne della GDO e DO ed aumentato la conoscenza del prodotto, della sua storia millenaria e delle sue caratteristiche, con particolare riferimento all’Asiago Stagionato, il tutto accompagnato da un’intensa attività di tutela e promozione in Italia e all’estero coronata dal successo, tra gli altri, in Messico e Giappone, dove la denominazione è oggi riconosciuta e pienamente tutelata nell’ambito degli accordi globali della Ue con i due Paesi.

“La DOP è un progetto collettivo che tutela la ricchezza del territorio e valorizza la diversità delle produzioni – afferma il Presidente del Consorzio, Fiorenzo Rigoni – e proprio questo aspetto risulterà sempre più strategico. Su questo tema intendiamo apportare il nostro contributo di esperienza anche a Siena, inell’incontro Kickoff promosso da Qualivita, dove i Consorzi di tutela delle Indicazioni Geografiche si confronteranno per definire una nuova proposta a supporto dello sviluppo del settore. Crediamo che solo la valorizzazione delle produzioni capaci di esaltare la pluralità e diversità di un territorio e dei suoi produttori riuniti intorno ad un Consorzio di tutela sia la strada vincente da percorrere”. 

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