Disoccupazione record, retribuzioni ferme, pil e consumi in calo: l’Italia combatte ancora contro la crisi

 
Il G20 di Città del Messico ha scattato l’ultima fotografia alla crisi. Non sono risolti i problemi finanziari europei ma la situazione, pur rimanendo incerta, dà segni di miglioramento.
Un tocco di ottimismo che a fatica controbilancia gli spread negativi che continuano a scuotere le Borse europee e soprattutto gli ultimi dati rilevati dall’Istat.
 
In Italia la disoccupazione ha raggiunto livelli record, le retribuzioni sono quasi ferme, c’è una contrazione dei consumi e il Pil risulta in calo. Senza contare che le previsioni sono ancora più fosche dei dati già accertati: peggiorano le condizioni sul mercato del lavoro con disoccupati in crescita per l’effetto a catena della recessione economica.
 
Il 2012 dovrebbe terminare con una disoccupazione al 10,6% e poi subire un’ulteriore crescita sino all’11,4% l’anno prossimo.
Il rapporto dell’Istituto nazionale di statistica, sulle prospettive dell’economia 2012-2013 ha poi stimato che se da un lato non aumenteranno i consumi, con le significative riduzioni del reddito, si avranno conseguenze negative sui risparmi. 
 
Quest’anno, in particolare, la spesa privata per i consumi dovrebbe registrare una contrazione del 3,2% e sarà ancora in leggero calo nel 2013 (-0,7%). 
Secondo l’Istat “la crescente situazione di disagio finanziario dichiarata dalle famiglie porterebbe, in un primo tempo, ad un proseguimento nell’utilizzo del risparmio, cui potrebbe seguire una evoluzione in negativo dei modelli di consumo”.
 
Non solo. “Il progressivo deterioramento delle prospettive di domanda, associato al peggioramento delle condizioni di finanziamento, inciderebbe negativamente sulle spese per in-vestimenti per l’anno in corso. A tale risultato contribuirebbe una significativa diminuzione dei margini di profitto delle imprese per effetto dell’incremento dei costi unitari di produzione in misura superiore ai prezzi finali di vendita”. 
 
Detto altrimenti, secondo gli analisti, “la durata della crisi attuale supererebbe sia quella del biennio 2008-09 (cinque trimestri) sia quella del periodo 1992-93 (6 trimestri)”. Insomma, Pil in rosso anche per il 2013.
 

Disoccupati a livelli record, soprattutto al Sud e tra le donne

Non meglio la situazione occupazionale. Se nei primi due trimestri dell’anno in corso si è osservata una sostanziale tenuta dei livelli occupazionali, segnali più negativi sono emersi a settembre. Tanto che il 2012 ha una diminuzione prevista in termini di input di lavoro pari all’1,2%.
 
Va poi aggiunto che l’aumento delle persone in cerca di lavoro iniziata già alla fine del 2011, sta contribuendo non poco al rilevante incremento del tasso di disoccupazione previsto per quest’anno al 10,6%. Il deterioramento delle condizioni complessive del mercato del lavoro potrebbe attenuarsi (anche se l’input di lavoro risulterebbe ancora in calo dello 0,5% in media d’anno) solo a partire dalla seconda metà del prossimo anno a seguito del miglioramento delle condizioni economiche generali.
 
Anzi, dice l’Istat, “la domanda estera risulterebbe, in entrambi gli anni, la principale fonte di sostegno alla crescita, con un contributo rispettivamente pari a 2,8 e a 0,5 punti percentuali nei due anni considerati, mentre il contributo della domanda interna è previsto rimanere negativo sia nel 2012 (-3,6 punti percentuali) sia nell’anno successivo (-0,9 punti percentuali)”. 
 

Nel 2013, tuttavia, le prospettive di ripresa del ciclo produttivo e il graduale miglioramento delle condizioni di accesso al credito porteranno, per gli analisti di mercato, ad un rallentamento della caduta (-0,9%).

Stando alle previsioni, nel secondo semestre un moderato recupero dell’attività economica (che dovrebbe ripartire dai settori macchine, attrezzature e beni immateriali) potrebbe sostenere un lento ma costante recupero del processo di accumulazione dei capitali da parte delle imprese. 


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