Questo novembre, la città degli angeli si tinge di verde, bianco e rosso.
Le mostre di Caravaggio e Giotto, l’annuale rassegna di Cinema Italian Style, la mostra di gioielli Orodautore, hanno fatto da cornice alla prima visita ufficiale dell’Ambasciatore Italiano Claudio Bisogniero, in carica a Washington dal gennaio 2012. Un’impronta fortissima quella che l’Italia ha lasciato e ancora lascia negli Stati Uniti; un arricchimento reciproco tra due Paesi strettamente legati.
Diverse le occasioni di incontro e confronto tra l’Ambasciatore e la comunità italiana ed italo-americana locale; tra queste, l’inaugurazione della nuova sede del Consolato Generale d’Italia a Century City, uno dei maggiori distretti finanziari della città. Il Consolato è presente a Los Angeles dal 1901, e da allora ha lavorato per una sempre maggiore cooperazione tra Italia e sud della California.
Dal Consolato all’Istituto Italiano di Cultura, che si occupa della promozione culturale sul territorio. La visita dell’ Ambasciatore ha accompagnato la presentazione del volume Italy Art L.A. e ha inaugurato la mostra Orodautore, una collezione di gioelli che racchiudono tradizione e modernità, firmati da alcuni dei più importanti artisti e designer, a prova del grande valore dell’artigianato italiano, oggi riconosciuto in tutto il mondo. Durante la visita a Los Angeles l’Ambasciatore non ha mancato di riconoscere l’ impegno di gruppi e associazioni locali che continuano a promuovere la cultura Italiana in California. Tra queste, il nostro giornale, L’Italo-Americano.
Con lui abbiamo discusso della presenza italiana negli Stati Uniti e dei rapporti tra i due Paesi.
Qual è dunque il ruolo delle comunità italiane in territorio americano? In che modo queste contribuiscono alla promozione del nostro Paese?
C.B.: Quello delle comunità italo-americane è un ruolo fondamentale, così come quello dei mezzi d’informazione. Noi incoraggiamo moltissimo il lavoro dei giornali italiani negli USA; è anche grazie a questi che italiani di terza o quarta generazione possono riscoprire la bellezza e il valore della nostra cultura. Sia l’Italia che gli Stati Uniti riconoscono e apprezzano moltissimo il ruolo svolto dalle comunità, basti riascoltare le parole del Presidente Obama durante il suo intervento lo scorso anno alla NIAF, in occasione dei150 anni dell’Unità d’Italia.
Gli Italiani hanno davvero dato all’America un apporto eccezionale, e anche le Istituzioni – Governo, Ambasciata e Consolati – continuano a ricevere da loro il massimo sostegno, un sostegno che io tocco sempre con mano durante le mie visite, inclusa questa a Los Angeles.
Si parla dunque anche di immigrati italiani di terza e quarta generazione. Molti di questi, pur avendo un forte legame con il Paese d’origine, non conoscono la lingua italiana, che è però veicolo fondamentale di cultura. Come si pensa di implementarne e supportarne la diffusione negli Stati Uniti, specie in un momento di tagli alla cultura?
C.B.: La diffusione della lingua italiana è fondamentale, per questo stiamo lavorando con le Università e i centri accademici per rafforzarne la presenza. Stiamo investendo moltoanche sull’esame AP (Advanced Placement Program), che era stato precedentemente interrotto. L’anno scorso, grazie anche all’attuale Ministro degli Esteri Giulio Terzi, lo abbiamo riavviato, e i risultati ottenuti sono molto positivi. Durante il primo anno di attività 2.036 ragazzi hanno sostenuto l’esame. L’obiettivo è di arrivare a 2.500 entro il 2016, e ce la faremo, ne sono certo; stiamo svolgendo un’azione capillare per la promozione di questo esame, avviando anche nuove collaborazioni con l’Italia. La promozione della lingua è decisamente una priorità per noi, perché sta alla base della conoscenza della cultura italiana intera.
A proposito di cultura, il 2013 sarà l’Anno della Cultura Italiana negli Stati Uniti, un progetto promosso dal Ministero degli Affari Esteri. Quali gli obiettivi e le iniziative con cui si intende raggiungerli?
C.B.: Si tratta di un’iniziativa di grande interesse, vogliamo promuovere un concetto di cultura che sia molto ampio, che includa sicuramente il patrimonio artistico più classico, ma anche l’innovazione e la ricerca. “Ricerca, scoperta e innovazione” sarà il filo conduttore dei moltissimi progetti in programma negli USA.
L’Anno della Cultura Italiana mira quindi a rilanciare l’immagine dell’Italia con una campagna in positivo, e la cultura è il mezzo con cui farlo. Inoltre, attraverso la cultura si può rafforzare il rapporto economico e commerciale con gli USA, che è comunque già solido, ma che si può solidificare ancora di più.
In che modo la rielezione del Presidente Obama può agevolare i rapporti Italia-USA?
C.B.: La rielezione di Barak Obama significa continuità, continuità con un Presidente che ha sempre avuto un occhio di riguardo per l’Italia. Obama è in ottimi rapporti con il Presidente della Repubblica Napolitano e con il Presidente del Consiglio Monti, e ha sempre svolto un’azione di sostegno per il risanamento economico dell’Italia. Italia e Stati Uniti sono vicini in molti punti, incluse questioni di interesse mondiale, come le crisi internazionali e i diritti umani. Abbiamo intenzione di portare avanti i nostri impegni fianco a fianco. È importante ricordare anche i nostri militari, che accanto ai soldati americani, sono impegnati quotidianamente nelle missioni di pace, svolgendo un lavoro spesso ad alto rischio.
Sempre più italiani, specie giovani, lasciano le loro città per gli Stati Uniti. Tra questi, moltissimi sono ricercatori o lavoratori altamente specializzati. Perché l’Italia non ha interesse a “coltivare” questa grande risorsa?
C.B.: Non credo sia un percorso unidirezionale, perché molti di questi ricercatori tornano poi in Italia. Credo si tratti di uno scambio, uno scambio fruttuoso di cui siamo orgogliosi. Un dato importante riguarda gli studenti stranieri: gli americani che studiano in Italia erano 27.000 l’anno scorso, e sono 30.000 quest’anno. È un dato che forse ci può tranquillizzare un po’ su questo argomento importantissimo…
Fieri quindi degli Italiani che lavorano negli Stati Uniti, ricoprendo spesso posizioni di prestigio. È il caso del Jet Propulsion Laboratory, una delle tappe della visita dell’ Ambasciatore. Molti i connazionali che lavorano nel centro di ricerca leader per l’esplorazione del Sistema Solare, rappresentati per l’occasione da una delegazione. Il JPL ha recentemente avviato un progetto di internship in collaborazione con il Politecnico di Torino; il progetto porterà in California studenti italiani a cui sarà offerta una formazione altamente specializzata.
Uno sguardo positivo sull’Italia dunque, che guarda all’uscita dalla crisi finanziaria, a rapporti sempre più stretti con gli USA e a riguadagnare un ruolo sempre più importante nella politica internazionale.
“La visita dell’Ambasciatore Bisogniero ha permesso di riaffermare con grande visibilità il ruolo in prima linea che l’Italia gioca nell’economia, nella cultura e nella società di questa città”, afferma il Console Generale d’Italia Giuseppe Perrone.
“L’eccezionale concentrazione di eventi dal rilievo davvero straordinario durante la visita, come le mostre al Getty su Firenze all’alba del Rinascimento ed al LACMA su Caravaggio, insieme al festival Cinema Italian Style, all’inaugurazione dei nuovi uffici del Consolato Generale ed all’incontro con gli scienziati italiani al Jet Propulsion Laboratory di Pasadena, ha dimostrato quanto forte siano l’interesse e l’attrazione esercitati dal nostro Paese a Los Angeles”.
“Ho avuto modo di vedere quanto forte e varia sia la presenza italiana qui in California” ha dichiarato l’Ambasciatore. “Voglio che sappiate che potrete continuare a contare sulle Istituzioni italiane e sull’intero Sistema Italia presente sul territorio”.