The archaeological area in Altino(Copyrighted work available under Creative Commons Agreement. Author: Cervellin at Italian Wikipedia. License: CC BY-SA 3.0)

This year, La Serenissima turned 1600, and she carries her age well. According to tradition and historical sources, Venice was founded in 421 AD: it’s the Chronicon Altinate,  a chronicle dating from the 11th century, that tells us. Of course, as it is easy to imagine, it didn’t all happen in a day. Just like Rome wasn’t built in 24 hours, neither was Venice, and plenty of light still needs to be shed on the vicissitudes and events that brought to the birth of the city. However, historians agree that the urban nucleus we can consider Venice’s forefather still exists, and it’s called Altino.

Altino, or Altinum to say it with the Romans, was an ancient city roughly corresponding to modern Quarto d’Altino, in the Venezia province of Veneto. Altino was favored by its position, straight on the Venetian lagoon and the sea, which made it important for commerce and military maneuvers. Archeological discoveries tell us that the first human settlements there date back to the Paleolithic, that is, the Stone Age, and the Paleoveneti – the Indoeuropean people who occupied this area before the Romans – had already made Altino their main port in the 7th century BC. With the construction of the Via Annia (131 BC), the road connecting Atria (today’s Adria) to Aquileia, Altino became Roman, even though its people had to wait another century before being granted citizenship, a goal achieved between 49 and 42 BC. At its largest, Altino had a population between 20,000 and 30,000, the same as Pompeii. 

The Ponte del Diavolo (Devil’s Bridge), in Torcello. It once connected Altino to the island (Photo: 18042011e/Dreamstime)

Under the Roman Empire, Altino flourished, developing an economy centered on farming, fishing, and sea trade. It was, by all means, a very wealthy town, and beautiful, too, if we trust the aesthetic taste of coeval historians: it isn’t really difficult to believe it, as they tell us of elegant gardens, bridges and porticos, and of a breathtaking view on the lagoon. Just like Venice today.

In a part of the region characterized by marshland, the Romans managed to reclaim vast portions of land to develop Altino, often linking one part of town to the other via bridges, just like it was to happen, some century later, in Venice. With its bridges and boats, Altino must have resembled La Serenissima quite a lot, if not for its architecture, at least for the surreal atmosphere created by the feeling of, quite literally, walking on water. According to Roman historiographers, Altino had a breathtaking town center, and its surroundings were dotted with imposing villas, which had nothing to envy to those of Baiae and Pompeii, sung by Martial and destroyed by Mount Vesuvius.

Altino was, by all means, a rich, well-established city, that based its wealth on activities like trade and farming, both reliable sources of income back in those days. So why did it disappear from history, and why is it considered the “mother” of Venice?

A first theory associated the end of Altino to that of the Roman Empire and, more precisely, to the Barbaric Invasions that had plagued the North-East of Italy since the 2nd century AD. Tired of fending off the enemy – Attila’s Huns in particular –  and seeing their city ransacked, the people of Altino decided to abandon their homes and settle in an area that offered natural protection from invasions, the island of Torcello, in the Venetian lagoon. That Torcello was one of the first Altinian settlements outside their town is demonstrated by a wealth of archaeological findings. However, recent discoveries have changed slightly the inception of this narrative, as it seems the people of Altino weren’t forced to leave their town but decided to move willingly, in an organized, structured, and gradual manner. The town wasn’t abandoned in a rush, but throughout the years, perhaps because of increasing sea levels which made living in Altino more and more difficult.

Whatever is the truth behind the end of Altino, its role in the birth of Venice remains clear, because it was its people who created what is, today, the most famous city in Italy, second only in popularity – one may guess – to our capital, Rome.

A detail of the Tabula Peutingeriana, representing Altino(Copyrighted work available under Creative Commons Agreement. Author: Holapaco77. License: CC BY-SA 4.0)

And today, what remains of old Altino?

Well, archaeologists have uncovered streets and some buildings belonging to ancient Altino in the countryside between the northern part of the lagoon and the Parco Regionale del Fiume Sile. While very little is visible to the eye, the use of modern technologies helped investigate the underground and create a map of the old city: Altino, we learn, had a port, defensive walls,  and a water system; a forum, a theatre, and an amphitheater as large as the Arena di Verona, as well as a basilica and thermal baths. A true Roman city, wealthy and beautiful, whose vestiges we can observe today at the Museo Archeologico Nazionale di Altino (MANA).

Altino was abandoned by the Late Antique period, most of its buildings used as a source of stone and marbles to build its younger sister, Venice. If very little physically remains of this town, its aura and its ancient soul live in the canals, palaces, and history of La Serenissima.

Quest’anno La Serenissima ha compiuto 1600 anni, e porta bene la sua età. Secondo la tradizione e le fonti storiche, Venezia fu fondata nel 421 d.C.: è il Chronicon Altinate, una cronaca dell’XI secolo, a dircelo. Naturalmente, come è facile immaginare, non è successo tutto in un giorno. Così come Roma non fu costruita in 24 ore, nemmeno Venezia lo fu, e molta luce deve ancora essere fatta sulle vicissitudini e gli eventi che portarono alla nascita della città. Tuttavia, gli storici concordano sul fatto che il nucleo urbano che possiamo considerare l’antenato di Venezia esiste ancora, e si chiama Altino.

Altino, o Altinum per dirla come i Romani, era un’antica città corrispondente grosso modo alla moderna Quarto d’Altino, nella provincia veneta di Venezia. Altino era favorita dalla sua posizione, direttamente sulla laguna veneta e sul mare, che la rendeva importante per il commercio e le manovre militari. Le scoperte archeologiche ci dicono che i primi insediamenti umani risalgono al Paleolitico, cioè all’età della pietra, e i Paleoveneti – il popolo indoeuropeo che occupava questa zona prima dei Romani – avevano già fatto di Altino il loro porto principale nel VII secolo a.C. Con la costruzione della Via Annia (131 a.C.), la strada che collegava Atria (l’odierna Adria) ad Aquileia, Altino divenne romana, anche se la sua gente dovette aspettare un altro secolo prima di ottenere la cittadinanza, obiettivo raggiunto tra il 49 e il 42 a.C. Al suo apice, Altino aveva una popolazione tra i 20.000 e i 30.000 abitanti, la stessa di Pompei.

Sotto l’Impero Romano, Altino fiorì, sviluppando un’economia incentrata sull’agricoltura, la pesca e il commercio marittimo. Era senz’altro una città molto ricca, e anche bella, se ci fidiamo del gusto estetico degli storici coevi: non è davvero difficile crederlo, visto che ci parlano di eleganti giardini, ponti e portici, e di una vista mozzafiato sulla laguna. Proprio come Venezia oggi.

In una parte della regione caratterizzata da paludi, i Romani riuscirono a recuperare vaste porzioni di terreno per sviluppare Altino, spesso collegando una parte della città all’altra tramite ponti, proprio come sarebbe successo, qualche secolo dopo, a Venezia. Con i suoi ponti e le sue barche, Altino doveva assomigliare parecchio alla Serenissima, se non per la sua architettura, almeno per l’atmosfera surreale creata dalla sensazione di camminare, letteralmente, sull’acqua. Secondo gli storiografi romani, Altino aveva un centro storico mozzafiato, e i suoi dintorni erano costellati di ville imponenti, che non avevano nulla da invidiare a quelle di Baia e Pompei, cantate da Marziale e distrutte dal Vesuvio.

Altino era senza dubbio una città ricca e solida, che basava la sua ricchezza su attività come il commercio e l’agricoltura, entrambe fonti di reddito affidabili a quei tempi. Allora perché è scomparsa dalla storia, e perché è considerata la “madre” di Venezia?

Una prima teoria associa la fine di Altino a quella dell’Impero Romano e, più precisamente, alle Invasioni Barbariche che avevano afflitto il Nord-Est dell’Italia dal II secolo d.C. Stanchi di respingere il nemico – gli Unni di Attila in particolare – e di vedere la loro città saccheggiata, gli abitanti di Altino decisero di abbandonare le loro case e di stabilirsi in una zona che offriva una protezione naturale dalle invasioni, l’isola di Torcello, nella laguna veneziana. Che Torcello sia stato uno dei primi insediamenti altini al di fuori della loro città è dimostrato da una ricchezza di reperti archeologici. Tuttavia, recenti scoperte hanno cambiato leggermente l’inizio di questa narrazione, poiché sembra che gli abitanti di Altino non furono costretti a lasciare la loro città, ma decisero di spostarsi volontariamente, in modo organizzato, strutturato e graduale. Il paese non è stato abbandonato in fretta e furia, ma nel corso degli anni, forse a causa dell’aumento del livello del mare che ha reso la vita ad Altino sempre più difficile.

Qualunque sia la verità dietro la fine di Altino, il suo ruolo nella nascita di Venezia rimane chiaro, perché fu la sua gente a creare quella che è, oggi, la città più famosa d’Italia, seconda in popolarità solo – e lo si può intuire – alla nostra capitale, Roma.

E oggi, cosa rimane della vecchia Altino?

Ebbene, gli archeologi hanno scoperto strade e alcuni edifici appartenenti all’antica Altino nelle campagne tra la parte settentrionale della laguna e il Parco Regionale del Fiume Sile. Mentre molto poco è visibile, l’uso di tecnologie moderne ha aiutato a indagare il sottosuolo e a creare una mappa della vecchia città: Altino, apprendiamo, aveva un porto, delle mura difensive e un sistema idrico; un foro, un teatro e un anfiteatro grande come l’Arena di Verona, oltre a una basilica e alle terme. Una vera città romana, ricca e bella, le cui vestigia possiamo osservare oggi al Museo Archeologico Nazionale di Altino (MANA).
Altino fu abbandonata nel periodo tardo antico, la maggior parte dei suoi edifici fu usata come fonte di pietra e marmi per costruire la sua sorella minore, Venezia. Se molto poco rimane fisicamente di questa città, la sua aura e la sua anima antica vivono nei canali, nei palazzi e nella storia della Serenissima.


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