Carla Vistarini non è solo una nota autrice di canzoni storiche rese celebri dai grandi della musica italiana come Ornella Vanoni (La voglia di sognare), Mina (Buonanotte, Buonanotte), Renato Zero, Mia Martini (La nevicata del ‘56), Patty Pravo, Riccardo Fogli o Amedeo Minghi. Non è solo una importante autrice televisiva (Pavarotti & Friends, Sanremo, Ieri Goggi e Domani) che vanta collaborazioni con Fabio Fazio, Maurizio Costanzo o Gigi Proietti. Nè è soltanto una pluripremiata sceneggiatrice cinematografica: per citarne solo uno, ha ricevuto il David di Donatello per “Nemici d’infanzia” di Luigi Magni. 
 
La scrittrice, da giovanissima, frequentava il Piper, la discoteca romana mito degli anni ‘60/’70, che ospitò gli Who e dove esplose il beat italiano. Nello stesso periodo fece parte del pubblico della trasmissione radiofonica “Bandiera gialla” condotta da Renzo Arbore e Gianni Boncompagni. Fu in quel clima e in quelle situazioni che, oltre agli autori, conobbe, tra i tanti, Mia Martini, Renato Zero e il musicista Luigi Lopez, con cui creò un binomio artistico di grande successo. 
Il passaggio da autrice a protagonista è avvenuto con i suoi due romanzi, una sfida con se stessa per esporsi senza la mediazione di altri artisti.
In giro per l’Italia sta presentando il suo romanzo d’esordio: “Se ho paura prendimi per mano”, accolta da un pubblico attento, partecipe e cordiale.
 
Quello che poteva sembrare un percorso facilitato dai riconoscimenti del passato (David di Donatello, Biglietto d’oro, Telegatti) si è dimostrato invece irto di difficoltà e indifferenza. L’italica disaffezione e la cronica amnesia di cui soffre il nostro Paese sembravano avere fatto una nuova vittima ma Carla, senza perdersi d’animo, si è iscritta con uno pseudonimo al torneo letterario “Io scrittore”, dove finalisti e vincitori sono scelti direttamente dal pubblico, guadagnandosi la pubblicazione del suo romanzo “Città sporca” in formato elettronico.
La medesima situazione si è ripetuta con “Se ho paura prendimi per mano”, con la differenza che, oltre a entrare in finale, questa volta il torneo letterario l’ha vinto. Corbaccio editore, tra i promotori del concorso, ha pubblicato il romanzo, il primo della Vistarini su supporto cartaceo.
 
Carla, tra le sue grandi soddisfazioni professionali, ha ricordato l’incontro con Luciano Pavarotti, avvenuto nella sua casa di Pesaro, per nulla sfarzosa ma da lui preferita, così come le tagliatelle che il tenore le fece preparare prima di pianificare il “Pavarotti & friends”. Un’altra grande soddisfazione fu quella riguardante il musical “Stanno suonando la nostra canzone”, tradotto dal testo di Neil Simon, di cui scrisse le parole di tutte le 20 canzoni interpretate da Gigi Proietti e Loretta Goggi, artisti molto stimati dalla scrittrice.
 
Lo stile di scrittura di Carla Vistarini è essenziale, un esempio di sottrazione e sintesi funzionale al racconto, come uno storyboard la cui essenza si trasforma in film. L’apparente leggerezza è una forma di rispetto verso il lettore ma per raggiungere quest’obiettivo occorre un lungo lavoro, necessario per non incidere sui contenuti e proporre sottotracce intriganti e ricche di riferimenti. La scrittrice, spiegando questo concetto, ha citato volutamente Italo Calvino, riconoscendosi nel suo noto saggio sulla leggerezza.
 
Il protagonista di “Se ho paura prendimi per mano” si chiama “Smilzo”, un ex analista finanziario divenuto barbone una volta travolto dalla crisi. L’incontro che cambierà ancora una volta la sua vita avviene in un supermercato, durante una rapina finita in tragedia, dove incontra una bambina di tre anni. Smilzo salva la piccola da un tentativo di rapimento e, aiutato da un prete e un anziano professore, cerca di sfuggire a una banda di criminali. 
Smilzo ritrova se stesso proprio mentre si sente perso. E’ solo, reietto, abbandonato da tutti. Ma è proprio in questa condizione scopre di avere un’anima e voglia di riscatto. E fra mille difficoltà si rimette in gioco e riesce a proteggere l’altra protagonista del racconto, la bambina sperduta, inseguita da oscure minacce. Non sa esattamente cosa l’abbia spinto a proteggere la piccola e non sa che farsene di lei. Però sa che lei ha bisogno di protezione e, incredibilmente, sente che lui può esserle di aiuto. 
 
Il racconto è ambientato a Roma, tra i quartieri meno turistici (Mandrione, Prati, Parioli) dove il caos e la trascuratezza che leggiamo nelle cronache di questi giorni sono il contorno di una storia a volte surreale, spesso reale, mai priva di humour. 
L’intreccio delle azioni e dei personaggi coinvolge il lettore, sino a portarlo al punto centrale della storia, dove la protagonista è quella bambina che interessa a molti ma che nessuno vuole. Il romanzo è leggero nell’esposizione ma complesso nei contenuti e drammaticamente reale.

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