(Ph Leonid Andronov da Dreamstime.com)

Piazza dell’Unità d’Italia è il salotto buono di Trieste; da sempre biglietto da visita della città incanta i turisti di tutto il mondo con la sua eleganza aristocratica. Abbracciata su tre lati da palazzi imponenti, guarda con occhi rapiti verso il quarto lato, unico e impagabile, il mare. Fra Ottocento e Novecento questa piazza insieme alla città che la ospita vissero la loro Belle Epoque, un periodo di fervida attività culturale e artistica.

Non era difficile veder passeggiare James Joyce, scrittore irlandese in Italia dal 1904 al 1915, ma anche i triestini Umberto Saba e Italo Svevo. A loro spetta di diritto il ruolo di ciceroni in questo piccolo itinerario letterario a Trieste. Le statue in bronzo ubicate in punti strategici testimoniano la loro presenza ancora viva tra gli abitanti. Nei pressi della statua di Saba c’è ancor oggi quella che fu la sua libreria dal 1919 al 1957. All’interno opere preziose, introvabili altrove. In Piazza Hortis, invece, difronte alla statua di Svevo si trova l’ingresso della Biblioteca civica dove è ospitato il museo sveviano.

La statua di Joyce è posizionata sul ponte lungo il canale di Ponterosso, zona da sempre adibita a commerci. Durante la settimana c’è un variopinto mercato di frutta, verdura ed altre specialità alimentari. I tre scrittori erano accomunati oltre che dalla passione per la scrittura anche da quella per il caffè, non era raro incontrarli seduti ai tavolini dei caffè che adesso sono denominati “Caffè storici” triestini.

Ne restano alcuni molto belli densi di quell’atmosfera retrò, i loro arredi d’epoca e le frequentazioni intellettuali li hanno resi famosi. Ancor oggi sono un piacevole rifugio per gli scrittori e per tutti quelli che desiderano sorseggiare un buon caffè magari accompagnato da una fetta di torta Sacher, Linzer, Dobos o Rigojanci. Al caffè San Marco, dove è facile incontrare lo scrittore triestino Claudio Magris, si tengono Trieste vi dà appuntamento nei suoi caffè storici so carico: provenivano dai porti di Smirne e Alessandria d’Egitto.

La Casa d’Asburgo istituì nel 1917 il Porto Franco facendo di Trieste il principale porto dell’Impero d’Austria, dando un importante avvio alle attività commerciali della città e quindi anche al mercato del caffè. Oggi, a secoli di distanza, Trieste è il primo scalo del mediterraneo per questo prodotto. Si sdogana il 30% di tutto il caffè importato in Italia e il consumo pro capite è il doppio rispetto al resto d’Italia. Ogni 2 anni Trieste ospita la più importante fiera B2B sull’intera filiera dell’industria del caffè espresso, si chiama TriestEspressoExpo ed è un appuntamento imperdibile per tutti gli operatori internazionali del settore. Per un turista in visita a Trieste è difficile districarsi nella vastissima scelta dei caffè proposti, ogni tipo di preparazione non corrisponde a quelle fuori Uno degli splendidi mosaici della Basilica patriarcale di Santa Maria Assunta ad Aquileia anche conferenze e presentazioni di libri.

Anche al Caffè Tommaseo l’atmosfera è suggestiva e d’altri tempi. Il rapporto di Trieste con il caffè ha inizio nel 1700.

Arrivarono infatti in quell’epoca le prime navi con il loro preziodal nostro territorio. Questi i nomi più comuni: Nero – espresso in tazzina. Nero in B – espresso in bicchiere. Deca – espresso decaffeinato in tazzina. Deca in B – espresso decaffeinato in bicchiere. Capo – caffè macchiato in tazzina. Capo in B – caffè macchiato in bicchiere. Capo Deca – decaffeinato macchiato in tazzina Capo Deca in B – macchiato decaffeinato in bicchiere. Goccia – caffè con una goccia di schiuma di latte. Chiedere un cappuccino, per chi è abituato alla tazza grande di caffè con latte e schiuma, è talvolta imbarazzante. Il cameriere vi porterà un caffè in tazza piccola, praticamente un macchiato. Se desiderate il cappuccino in tazza grande dovete specificare cappuccino all’italiana. Strani i triestini, vero? Unici per questo….


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