L’estate è per antonomasia la stagione delle diete drastiche e improvvisate per perdere peso velocemente e ritornare in forma, anche se, come ben sappiamo, solo la buona educazione alimentare può garantire alla lunga degli effetti positivi non solo sulla linea, ma anche sulla qualità della nostra vita.
 
Sull’argomento abbiamo rivolto qualche domanda alla dottoressa Viviana Mamolo, affermata nutrizionista laureata presso la University of California Davis, la quale, dopo aver conseguito un Master in Lavoro Sociale, ha assistito e aiutato molte donne colpite da disordini alimentari fino a diventare health coach, insegnando alle persone come migliorare la qualità della propria vita mangiando bene. Viviana, prima di quattro figlie nate a Los Angeles da genitori italo–svizzeri, è cresciuta in una famiglia dove il cibo fresco e naturale non solo è una buona abitudine, ma anche un valore aggiunto.
 
Dottoressa, ci vuole spiegare la sua filosofia “Don’t diet, modify it”?
La mia teoria consiste nel non privarsi di qualcosa, ma sostituirla. L’ho elaborata attraverso la mia esperienza di vita privata e professionale, durante la quale ho compreso che la semplice eliminazione di un alimento comporta solo frustrazione e raramente conduce a un effettivo cambiamento delle cattive abitudini alimentari. Grazie alla mia esperienza diretta e non solo accademica ho scoperto come si può gustare del buon cibo e i piatti preferiti con alcuni accorgimenti che aiutano a rimanere sani e in forma, senza necessariamente sentirsi afflitti da fame e depressione.

Viviana Mamolo

La dieta mediterranea e la cucina italiana hanno ancora appeal sul pubblico americano e losangelino? Siamo ancora un modello del mangiar sano e naturale?
Assolutamente sì e più che mai! Non ho mai conosciuto un solo americano che non ami il cibo italiano, lo dimostra anche il numero di ristoranti italiani in costante aumento che riscuotono sempre un grande successo. In particolare, i ristoranti più recenti stanno introducendo una varietà eccezionale di piatti utilizzando ingredienti freschi, stagionali e naturali, a dimostrazione che siamo ancora di diritto un modello del mangiar sano. La dieta mediterranea è certamente di per sé una dieta equilibrata che, in particolare a Los Angeles, si è rinnovata  per soddisfare l’interesse della popolazione locale per il mangiare sano; così rispetto al passato la cucina italiana ha inglobato più verdure, farine integrali e pesce e questo è sicuramente un positivo passo avanti.
 
Tre alimenti o piatti della tradizione italiana che possono essere un esempio del “mangiar bene”?
Ce ne sono moltissimi, ma i miei favoriti sono: insalata di farro con verdure arrostite, cioppino con insalata di rucola, limone e olio d’oliva extra vergine, minestrone di verdure.
 
Il significato greco del termine dieta è stile di vita. Crede anche lei che il cambio di abitudini alimentari sia più efficace di diete temporanee? E come giudica le diete ipocaloriche a cui molti si sottopongono prima dell’estate?
La maggior parte di queste diete last minute sono non solo nocive, ma anche pericolose e in ultima analisi inefficaci. Quando sentiamo nominare la parola dieta, specie come viene percepita qui negli US, pensiamo immediatamente alla privazione. Questa errata percezione può condurre a scelte poco sane o comunque drastiche. Dovremmo invece adottare la filosofia greca e capire che una dieta deve diventare il nostro stile di vita, un’abitudine alimentare costante.
 
Si sente ciclicamente parlare di alimenti miracolosi per la salute come quinoa, mirtilli, cioccolato, talvolta caffè o vino. Esiste un alimento che lei considera elisir di lunga vita?
Non credo in nessun cibo miracoloso, ma tutti quelli che ha citato assieme al nostro amato olio extra vergine di oliva sono certamente benefici per la nostra salute. Credo fermamente che mangiare con moderazione, preferendo l’abbondanza e varietà di frutta e verdura, che peraltro abbiamo la fortuna di avere qui in California, sia l’unico vero segreto per vivere a lungo e in forma.
 
Come possiamo orientarci al supermercato tra mille prodotti ed etichette, c’è una lista di prodotti che possiamo mettere nella black list?
Il segreto è semplice, basta orientare la propria spesa evitando gli scaffali posti al centro del supermercato e privilegiando l’esterno, dove troviamo frutta fresca, verdure, pesce fresco e limitare la nostra spesa nelle parti in cui troviamo i cibi più lavorati. Il mio consiglio è leggere sempre attentamente le etichette perché i cibi da cui tenersi alla larga sono quelli preparati con additivi pericolosissimi come olio idrogenato, MSG (glutammato monosodico), nitriti, nitrati e dolcificanti artificiali come l’aspartame. Siccome esistono centinaia di conservanti, coloranti e additivi pericolosi e cancerogeni, raccomando sempre di non acquistare prodotti che hanno una lunga lista di ingredienti, la maggior parte dei quali impronunciabili. Inoltre, personalmente sono solita verificare che la quantità di grassi saturi in qualsiasi prodotto sia inferiore ai 2 grammi e quella di zucchero inferiore ai 4 grammi per porzione.
 
Molte regioni italiane sono state negli anni accostate alla California per le varie produzioni di vino, olio e altri prodotti. Pensa che l’integrazione della cucina italiana con la tradizione losangelina sia stata favorita da questi fattori?
La tradizione culinaria e la storia di L.A. non sarebbero tali senza l’apporto dei prodotti e della cultura italiana. Piatti tipici come pizza e spaghetti sono conosciuti da molto tempo, ma è curioso che moltissimi americani pur non essendo mai stati in Italia conoscano prodotti locali come gnocchi, polenta o l’aceto balsamico di Modena! Di certo l’integrazione di prodotti italiani ha arricchito e migliorato la cucina californiana come nel resto del mondo.

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