E’ tornato al cinema in versione restaturata, a cura del Centro sperimentale di Cinematografia, il film cult “Ricomincio da tre” a 35 anni dall’uscita nelle sale. 
Nel 1981, un allora 27enne Massimo Troisi, regista e attore esordiente sul grande schermo, batte tutti incassando 14 miliardi delle vecchie lire (su un costo di 450 milioni) superando i grandi campioni del tempo fra cui “L’impero colpisce ancora”, secondo capitolo di Guerre stellari, e raggiungendo il record del film rimasto in sala più a lungo, 600 giorni. 
 
Si affacciava sul grande schermo il talento e la poesia che accompagnerà poi il resto della carriera e l’uscita postuma de “Il Postino” nel 1994. L’ultima, toccante, interpretazione dell’attore napoletano scomparso 12 ore dopo la fine delle riprese, che otterrà 5 candidature agli Oscar (ma solo una statutetta) e un incasso record di 22 milioni di dollari, 10 in più di quelli guadagnati da “Nuovo Cinema Paradiso” di Giuseppe Tornatore. 
 
Da subito la comicità napoletana, fatta di pause e guizzi arguti, di malinconia, surrealismo, paradossi ed estrema umanità conquistò il pubblico e la critica. Il finale, che spiega il titolo, ne è la dimostrazione nel dialogo tra Gaetano: “Chell ch’è stato è stato…Basta, ricomincio da tre” e Lello: “Da zero! Ricomincio da zero”. Ma Gaetano ribatte: “Nossignore, ricomincio da …cioè…tre cose me so’ riuscite dint’a vita, pecché aggià perdere pure chest? Aggia ricomincià da zero? Da tre!”.
In Italia la pellicola che racconta storia di un giovane e timido  ragazzo di San Giorgio a Cremano (Napoli), che decide di trasferirsi a Firenze lasciando la vita in famiglia, ha vinto due David di Donatello (miglior film e attore protagonista), 4 Nastri d’argento (miglior attore, regista emergente, produttore e miglior soggetto) e due Grolle d’oro. 

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