An Etruscan fresco, preserved in one of the many tombs still extant (Photo: Wulwais/Dreamstime)

The Etruscans are widely considered the first great cultural and military power in the peninsula. They had a developed society, good technological knowledge, a complex language, and a complex spiritual system. Their refined aesthetics were powerful enough to influence their most famous neighbors, the Romans. Still today, the elegance of their art remains symbolic of the greatness of their civilization.

The war-oriented Romans caused their fall, but the Etruscan influence on their society and culture remained strong. Indeed, when we Italians think about our ancient ancestors and the great things they did for Western Civilization, we should give the Etruscans way more credit than we often do.

But who were they?

The Etruscans inhabited modern-day Tuscany and northern Latium, as well as parts of Emilia and Umbria; their civilization developed between the years 1000 BC and 100 BC when they were conquered by Rome. Their society was likely ruled by a military aristocracy, but the vast majority of their people were farmers. Very likely, they also cleverly used the many natural resources of the land, including copper and gold, which contributed to the development of a well-known metalwork tradition. The Etruscans were also well-versed sailors and likely traveled across the Mediterranean for trade.

With the rise of Rome, it was only a matter of time before the two civilizations clashed: the Romans had a clear expansion plan to carry out, but the Etruscans were attracted by Rome, too. The city was in a strategic position in Latium and it would have granted easier access to Southern Italy. And while the Etruscans never conquered Rome literally, they did rule on it for quite some time, if you think that two of its seven kings were, in fact, Etruscans, and one – Servius Tullius – had Etruscan roots.

Servius Tullius is actually an important figure in the history of Rome: it was under his rule the first Roman census took place, and key social and military reforms – which made up the very core of what was to become Roman society as we know it – were implemented.

But the first, wholly Etruscan king of Rome was Tarquinius Priscus: as king number six, he was the second last, followed by another Etruscan, Tarquinius Superbus, under whom the Roman kingdom collapsed. Despite his feisty nature, Priscus was an important ruler for the city, as it led its army to the conquest of large portions of territory in central Italy. His successor, however, didn’t leave a great impression at all. Tarquinius Superbus ruled as a dictator and the Romans didn’t quite do dictatorships: they rebelled, overthrew the monarchy, and instituted a republic. Whether we consider Etruscan kings’ rule on Rome positively or negatively from a social and political point of view, their importance for the development of the city is undeniable. It was thanks to them that what was, overall, still a small town, became a bonafide city-state.

The Etruscans were also great engineers and it’s thanks to their ingenuity that Rome developed from an urbanistic point of view, too, if it’s true that they learned about a key architectural feature, the arch, from them. The first sewage system in the city was built under the Tarquini, too.

And while we don’t know much about the Etruscan religion – besides that they had an otherworld similar to that of other ancient civilizations, where the dead lived in eternity mirroring how they lived on Earth – we certainly know that the Romans inherited the traditions of divination and the interpretation of divine signs from them. Some essential figures in Roman religion, such as that of the haruspex, were inherited from the Etruscans. The haruspex was a priest who specialized in identifying and interpreting divine signs and the will of the gods through the analysis of sacrificial animals’ organs, the flight of birds, as well as the way sacred animals…ate their food! And there is more because, while on the Roman throne, Tarquinius Priscus obtained from the famous Cumaean Sibyl a series of books on divination and prophecy, the Sybilline Books, which became key in Roman religion and were consulted until the very end of the Western Roman Empire.

Truth is that Etruscan culture and mores remained entrenched into Roman society well into the Republican period, also because Etruscan and Romans… mingled a lot with one another. When already part of the Kingdom of Rome, Etruscan soldiers, for instance, contributed greatly to the Roman army, especially during the Second Punic War.

Tarquinius Priscus consults an oracle (Copyrighted work available under Creative Commons agreement. Wikicommons/Public Domain)

The greatness of the Romans and the contribution they gave to our civilization is immense, but it would be wrong to consider everything they gave us exclusively as farina del loro sacco: they didn’t do it all on their own. The Etruscans, along of course with the Greeks and other great civilizations of the ancient Mediterranean, with whom the Romans came into contact, contributed heavily to the development of their society, becoming an active part of our own heritage.

Gli Etruschi sono considerati la prima grande potenza culturale e militare della penisola. Avevano una società sviluppata, buone conoscenze tecnologiche, una lingua complessa e un sistema spirituale articolato. La loro estetica raffinata è stata abbastanza potente da influenzare i loro vicini più famosi: i Romani. Ancora oggi, l’eleganza della loro arte rimane simbolo della grandezza della loro civiltà.

I Romani, orientati alla guerra, causarono la loro caduta, ma l’influenza etrusca sulla loro società e cultura rimase forte. In effetti, quando noi italiani pensiamo ai nostri antichi antenati e alle grandi cose che hanno fatto per la civiltà occidentale, dovremmo dare agli Etruschi molto più credito di quanto non facciamo.

Ma chi erano?

Gli Etruschi abitavano l’odierna Toscana e il Lazio settentrionale, oltre a parti dell’Emilia e dell’Umbria; la loro civiltà si sviluppò tra il 1000 a.C. e il 100 a.C., quando furono conquistati da Roma. La loro società era probabilmente governata da un’aristocrazia militare, ma la stragrande maggioranza della popolazione era costituita da agricoltori. Molto probabilmente utilizzarono abilmente le numerose risorse naturali della terra, tra cui il rame e l’oro, che contribuirono allo sviluppo di una nota tradizione metallurgica. Gli Etruschi erano anche esperti navigatori e probabilmente viaggiavano attraverso il Mediterraneo per il commercio.

Con l’ascesa di Roma, fu solo questione di tempo prima che le due civiltà si scontrassero: i Romani avevano un chiaro piano di espansione da portare avanti, ma anche gli Etruschi erano attratti da Roma. La città si trovava in una posizione strategica nel Lazio e avrebbe garantito un più facile accesso all’Italia meridionale. Sebbene gli Etruschi non abbiano mai conquistato Roma in senso letterale, la dominarono per un bel po’ di tempo, se si pensa che due dei suoi sette re furono, di fatto, etruschi e uno – Servio Tullio – aveva radici etrusche.

Servio Tullio è in realtà una figura importante nella storia di Roma: sotto il suo governo si svolse il primo censimento romano e vennero attuate riforme sociali e militari fondamentali, che costituirono il nucleo di quella che sarebbe diventata la società romana come la conosciamo.
Ma il primo re di Roma, pienamente etrusco, fu Tarquinio Prisco: come re numero sei, fu il penultimo, seguito da un altro etrusco, Tarquinio il Superbo, sotto il quale il regno romano crollò. Nonostante il carattere esuberante, Prisco fu un sovrano importante per la città, che guidò il suo esercito alla conquista di ampie porzioni di territorio nell’Italia centrale. Il suo successore, tuttavia, non lasciò affatto una grande impressione.

Tarquinio il Superbo governò da dittatore e i Romani non erano proprio favorevoli ai dittatori: si ribellarono, rovesciarono la monarchia e istituirono una repubblica. Che si consideri il dominio dei re etruschi su Roma in modo positivo o negativo dal punto di vista sociale e politico, la loro importanza per lo sviluppo della città è innegabile. Fu grazie a loro che quella che nel complesso era ancora una piccola città divenne una vera e propria città-stato.
Gli Etruschi erano anche grandi ingegneri ed è grazie al loro ingegno che Roma si è sviluppata anche dal punto di vista urbanistico, se è vero che da loro hanno imparato un elemento architettonico fondamentale: l’arco. Anche il primo sistema fognario della città fu costruito sotto i Tarquini.

E se non sappiamo molto della religione etrusca – a parte che avevano un mondo ultraterreno simile a quello di altre civiltà antiche, dove i morti vivevano nell’eternità in modo speculare a come vivevano sulla Terra – sappiamo certamente che i Romani hanno ereditato da loro le tradizioni di divinazione e di interpretazione dei segni divini. Alcune figure essenziali della religione romana, come quella dell’aruspice, sono state ereditate dagli Etruschi. L’aruspice era un sacerdote specializzato nell’individuare e interpretare i segni divini e la volontà degli dei attraverso l’analisi degli organi degli animali sacrificali, il volo degli uccelli e il modo in cui gli animali sacri… mangiavano il loro cibo! E c’è di più perché, mentre era sul trono romano, Tarquinio Prisco ottenne dalla famosa Sibilla Cumana una serie di libri di divinazione e profezia, i Libri Sibillini, che divennero fondamentali nella religione romana e furono consultati fino alla fine dell’Impero Romano d’Occidente.

In realtà, la cultura e i costumi etruschi rimasero radicati nella società romana fino al periodo repubblicano, anche perché Etruschi e Romani… si mescolarono molto tra loro. Quando già facevano parte del Regno di Roma, i soldati etruschi, ad esempio, diedero un grande contributo all’esercito romano, soprattutto durante la Seconda Guerra Punica.
La grandezza dei Romani e il contributo che hanno dato alla nostra civiltà sono immensi, ma sarebbe sbagliato considerare tutto ciò che ci hanno dato esclusivamente come farina del loro sacco: non hanno fatto tutto da soli. Gli Etruschi, insieme naturalmente ai Greci e alle altre grandi civiltà del Mediterraneo antico con cui i Romani entrarono in contatto, contribuirono pesantemente allo sviluppo della loro società, diventando parte attiva della nostra eredità.


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