Oltre cento espositori italiani e stranieri a Bari per la nuova fiera internazionale specializzata nel settore tecno-lapideo MediStone Expo 2013, che sta riscuotendo successo soprattutto all’estero.
 
L’internazionale Marmi e Macchine Carrara ha presentato  Stone Sector, il volume con le statistiche relative all’interscambio mondiale di pietra naturale dal quale emergono alcuni elementi di grande interesse per il valore sempre crescente ma anche per i flussi dell’interscambio e per la distribuzione sulle diverse aree. 
 
In particolare si mette in evidenza come nel 2012 la domanda internazionale di pietra ornamentale si sia confermata in crescita: sono stati scambiati, tra importazioni e esportazioni, circa 96 milioni di tonnellate di materiali grezzi e lavorati per un valore di 21,5 miliardi di euro.
 La domanda mondiale è in aumento del +12,67% rispetto al 2010. Se si tiene conto delle sole quantità la crescita sfiora addirittura il +31%.
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La Cina è il protagonista assoluto del mercato lapideo internazionale con una quota di mercato del 32,6% in crescita del +6,3% rispetto al 2010 ma in leggero calo se si considera il 2011, seppur in concomitanza con un aumento del valore medio unitario dell’export di grezzi e lavorati del 21%.
 
“Il lieve rallentamento del colosso cinese – ha spiegato Manuela Gussoni illustrando le statistiche – è da attribuire in parte al rallentamento del Pil, in parte alle restrizioni imposte dal governo centrale sul mercato immobiliare, restrizioni che proseguiranno nel 2013 con riflessi sull’import di materiali pregiati”.
 
L’Italia, che ha avuto una produzione stimata in circa 9 milioni di tonnellate, perde progressivamente quote di mercato sia in termini di valore che di quantità ma con una sostanziale tenuta dei prezzi. 
Il prodotto made in Italy tende sempre più a caratterizzarsi per i segmenti di alta qualità del mercato lasciando buona parte della restante fetta di mercato ai suoi competitors fra i quali spicca la Turchia che guadagna posizioni pur facendo segnare un calo del valore medio unitario delle sue esportazioni.
 
Il dato statistico mette in evidenza che, a livello mondiale, i primi 3 Paesi per saldo commerciale (esportazioni-importazioni) sono, nell’ordine, Cina (1,8 miliardi di euro), Italia (1,4 miliardi di euro) e Turchia (1,3 miliardi di euro).
 
Nel 2012 i lavorati di italiani di pregio si sono diretti, in particolare, verso Stati Uniti e Canada che rafforzano la loro importanza come mercati di sbocco per la pietra italiana mentre la crisi economica rallenta significativamente la domanda europea. Stati Uniti e Canada sono tornati protagonisti per le esportazioni italiane di pregio e, nel corso del 2012, hanno assorbito 225.193 tonnellate di materiali di alta qualità, in particolare lavorati sia in marmo che granito, per un valore totale di 337,5 milioni di euro con una crescita, rispetto al 2011, del +14,6% in quantità e del +27% in valore e con aumento del valore medio unitario del +11% che risulta pari a quasi 1.500 euro per tonnellata.
 
Tra i Paesi emergenti nel panorama del commercio dei lapidei risulta degna di nota la crescita del mercato indonesiano verso il quale l’Italia ha esportato 26 mila tonnellate di materiali di pregio, soprattutto marmo grezzo ma anche lavorato, per un valore complessivo di 22 milioni di euro in crescita rispetto al 2011 del 28% in quantità e del 39% in valore.
 
Dallo studio è però emerso un “caso Puglia”. Il Distretto Lapideo Pugliese è il secondo d’Italia dopo quello toscano. Le esportazioni hanno registrato, nell’ultimo anno, un incremento pari al 16,2% rispetto al 2011 nei Paesi importatori di marmi italiani: Russia, Emirati Arabi, Arabia Saudita, Kuwait, Marocco, Tunisia ed Egitto.  Una parte importante di MediStone Expo è stata dedicata all’analisi dell’export del Distretto pugliese, da alcuni anni in crescita costante tanto da essere divenuto un caso nel panorama nazionale. 
 
Nel 2012 la Puglia ha esportato materiali sia grezzi che lavorati per un valore di oltre 37 milioni di euro. Un’ottima performance se si pensa che già nel 2011 la Puglia aveva segnato un incremento tendenziale dell’export rispetto all’anno precedente del 45% sia in quantità che in valore.
 
“Le aziende pugliesi che hanno intrapreso questo percorso virtuoso di internazionalizzazione sono ancora piccole – ha sottolineato Manuela Gussoni – con una dimensione media di fatturato di 1,3 milioni di euro ben al di sotto della media italiana che è pari a 2,2 milioni”. 

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