Nel mese di marzo mentre nelle sale cinematografiche americane viene proiettato il colossal moderno del mito eterno di Pompei, l’Istituto Italiano di Cultura di San Francisco ha inaugurato la mostra dell’artista Ferdinando Ambrosino “Da Cuma a Pompei”, ispirata all’antica città romana ai piedi del monte Vesuvio.
 
La mostra comprende la produzione degli ultimi sei anni dell’artista originario di Bacoli (Napoli), noto al pubblico americano di NewYork e della Bay Area, ispirata ai più importanti siti archeologici della Campania rivisitati nei suoi dipinti di colori ad acqua su tela olona in chiave contemporanea.
 
“Per questa esposizione a San Francisco sono state esposte diciassette opere che rappresentano tutti i siti archeologici: Napoli, Pompei, Castellammare di Stabbia, Campi Flegrei, fino alla costiera Amalfitana”, ci spiega Ambrosino.
  Ferdinando Ambrosino

  Ferdinando Ambrosino

Il titolo descrive un viaggio a ritroso nel tempo a partire dalla località di Cuma, appunto, fino a Pompei, ben nota in tutto il mondo. Si tratta di un’esposizione tra mito e realtà, accanto alle figure mitologiche di Afrodite, Artemide, e della leggendaria Sibilla Cumana.
 
“La Sibilla Cumana è il personaggio che più mi ha incuriosito per la sua storia e mitologia”, ci ha detto l’artista.
“La Sibilla non esiste nella realtà, è un personaggio mitologico, tuttavia esiste ancora a Bacoli l’Antro della Sibilla: una caverna scavata nel tufo che dà un’emozione fantastica, in quanto vi si percepisce una presenza viva al suo interno. La Sibilla godeva del dono dell’immortalità, ma non dell’eterna giovinezza e per questo io l’ho rappresentata come un corpo femminile, dove si intravedono delle forme, ma con delle sembianze svanite un po’ nel tempo”.
 
Questa mostra guarda alle opere antiche, come quelle presenti al Museo Archeologico di Napoli: Pan e Dafne e Toro Farnese.
 
“Nella lettura che io faccio cerco però di contaminare queste opere con degli elementi nuovi, con un tocco di originalità, come per esempio alcune scritte che sovrappongo al dipinto, senza fare una riproduzione fedele.
Nella mia rappresentazione di Toro Farnese, intervengo togliendo alcune cose e aggiungendone altre, facendo del gruppo marmoreo un’opera pittorica con degli elementi di modernità.
La mia opera di Artemide è invece ispirata a un piccolo esemplare che è presente negli scavi di Castellamare di Stabbia, che io ho sviluppato facendolo diventare un’opera importante lasciando però la sensazione dell’affresco antico”.
 
La mostra “Da Cuma a Pompei” è senza ombra di dubbio un evento importante per la percezione di Pompei nel mondo, ma anche in Italia.
 
“La regione Campania in qualche modo è stata sensibile a questa mia iniziativa e ho portato questa mostra in Italia in vari luoghi, per esempio a Bevagna lo scorso 10 gennaio. Dopo San Francisco andrà a Charleston nel Sud Carolina, ma è programmata anche a New York e in altre città americane.
“Questa mostra credo che sia un veicolo non soltanto in quanto messaggio artistico, ma soprattutto di promozione culturale. Spero che questo possa rinverdire un interesse sul prezioso patrimonio che abbiamo in Italia, che è spesso trascurato”.
 
Questa produzione viene mostrata per la prima volta negli Stati Uniti, mentre fra alcuni giorni si inaugurerà, sempre sullo stesso tema con opere di Ambrosino, una mostra a Ravello a Villa Ruffolo, che festeggia quest’anno un millennio di storia. Questa mostra sara’ aperta per trentacinque giorni dalla mattina sino a mezzanotte.
 
L’esposizione “Da Cuma a Pompei” rimarrà in mostra presso la galleria dell’Istituto Italiano di San Francisco fino al prossimo 4 aprile.
 

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