Dopo un mese di sfilate, carri, eventi gastronomici, rassegne teatrali, spettacoli pirotecnici, feste notturne e musica, si sono conclusi a Viareggio i cinque grandi corsi mascherati del Carnevale. La manifestazione quest’anno è stata inaugurata da Carlo Verdone e si è aperta in memoria di Giorgio Gaber.

Il Carnevale di Viareggio è considerato uno dei più importanti d’Italia e d’Europa e per questo la città toscana viene definita la capitale del carnevale italiano che proprio quest’anno celebra i 140 anni della manifestazione.

Per realizzare i carri di cartapesta o in carta a calco, inventata da Antonio D’Arliano nel 1925, i maestri di Viareggio, che hanno ereditato dai parenti i segreti di questo antico mestiere, lavorano tutto l’anno usando carta di giornale, modelli in creta, calchi in gesso. L’impegno è tanto, ed è un’esperienza unica vedere la contentezza, dopo giorni di lavoro, nei loro occhi, pieni di entusiasmo e di commozione.

Nato nel 1873 con una sfilata nel centro della città vecchia, il carnevale si è trasferito sul lungomare all’inizio del 1900 e ha visto crescere la popolarità anno dopo anno. Negli anni ’50 il carnevale viene ripreso in diretta dalla Rai e poi successivamente è trasmesso in Eurovisione. Con i suoi magnifici carri allegorici, che sono i più grandi e movimentati del mondo, popolati da 200 figuranti ciascuno, le musiche, i trucchi colorati, il caloroso entusiasmo, i variopinti costumi, non è solo la più spettacolare festa folcloristica italiana, ma rappresenta le capacità artistiche ed organizzative degli italiani nel mondo.

Quest’anno, vista la concomitanza con la campagna elettorale, la satira politica ha avuto ampio spazio di rappresentazione: dal carro delle “nozze coi fichi secchi” tra Napolitano e Mario Monti al “carro pollaio” che ha rappresentato il potere ecclesiastico, quello della monarchia, quello delle forze armate, della magistratura e delle multinazionali in grado di ottenere provvedimenti a proprio favore esercitando forti pressioni sul potere politico; dal carro “fuck the austerity jazz band” dove la speranza è che la musica cambi altrimenti ci penseranno i cittadini a farla cambiare al carro “aprite le finestre è primavera” che ha rappresentato il bisogno di pulizia e di cambiamenti positivi all’interno dei partiti, al carro con il busto di Totò con le fodere delle tasche vuote, simbolo di una politica che porta alla povertà del cittadino italiano.


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