Ogni anno nel mondo si consumano 500 miliardi di tazzine di caffè. Di queste ben 700 milioni vengono consumate ogni giorno in Europa. Expo Milano è diventata per due giorni la capitale internazionale del caffè, la bevanda più popolare del pianeta che però tocca gli ambiti della sostenibilità sociale e ambientale, parlando attivamente di progetti e di applicazioni concrete di nuovi modelli produttivi, in grado di fare la differenza in un futuro minacciato anche dagli effetti del cambiamento climatico.

Giuseppe Lavazza, vice presidente di Luigi Lavazza Spa e co-chairman del progetto “Coffee & Climate”, ha sottolineato l’importanza di “fornire soluzioni per combattere i cambiamenti climatici che hanno un impatto negativo sulle produzioni di caffè per dare risposte concrete al climate change in generale. Il caffè, in ragione degli impatti economici, sociali ed ambientali ai quali sottende, può essere considerato una sorta di ‘cartina di tornasole’. Per le popolazioni di intere nazioni – ha continuato il discendente della storica azienda italiana produttrice di caffè tostato fondata nel 1895 a Torino da Luigi Lavazza – rappresenta infatti una risorsa fondamentale e noi non possiamo restare a guardare. Dobbiamo cooperare e investire in sostenibilità e qualità, lavorare con i produttori per mettere a sistema conoscenze, tecnologie e strumenti per affrontare il cambiamento climatico, migliorare le coltivazioni e minimizzare ogni impatto”.
 
Significativa, all’interno del panel di discussione, anche la presenza di Jeffrey D. Sachs, direttore dell’Istituto Terra della Columbia University, uno dei massimi esperti sul tema dei cambiamenti climatici che ha presentato gli esiti della ricerca “Climate Change, coffee production and trade”. Mentre di Blue Economy applicata al mondo del caffè, si è parlato con il Presidente di Novamont, Gunter Pauli.
 
“Questo è il culmine della più grande celebrazione del caffè nella storia e l’inizio, spero, di un nuovo percorso nel mondo del caffè – ha detto Andrea Illy, Ceo illycaffè spa e presidente del Comitato per la promozione e lo sviluppo del mercato di Ico, l’Organizzazione internazionale del caffè. “Annunciamo e celebriamo il primo International Coffee Day. Lo facciamo qui a Expo Milano 2015, in Italia, una delle culle della cultura del caffè,  insieme con l’Organizzazione internazionale del Caffè, con i Paesi coltivatori, gli amici e colleghi del settore e con tutti gli amanti del caffè: vogliamo che tutti siano consapevoli di ciò che sta dietro la nostra tazza quotidiana di caffè – il duro lavoro di 25 milioni di famiglie per lo più nel Sud del mondo – il cui sostentamento migliora ogni volta che beviamo quella tazza di caffè. Oggi sappiamo che se saremo in grado di nutrire e realizzare il circolo virtuoso tra il caffè che porta piacere al consumatore e lo sviluppo economico che crea per i coltivatori, si ridurrà il divario esistente lungo la catena del valore: questo – ha detto il nipote del fondatore di un’altra grande azienda familiare italiana del caffè fondata nel 1933 a Trieste e sponsor ufficiale del caffè a Expo – è anche il principale messaggio della Milan Coffee Legacy, una dichiarazione che è appena diventata un’appendice della Carta di Milano. 

A Milano confronto sulla sostenibilità economica e ambientale della coltivazione del caffè a livello mondiale (Foto in pagina Ph. Expo-Mascolo)

Ultimo ma non meno importante: lanciamo Coffee4Change, il primo progetto di beneficenza dedicato al caffè e alle comunità di coltivatori di caffè, ispirata alla tradizione napoletana del ‘caffè sospeso’. E’ un’altra prova che il caffè è sempre stato ‘buono’ in tutti i sensi e per tutti i sensi”. 
Il ricavato sarà devoluto a favore di piccoli produttori di caffè in realtà come la Repubblica Dominicana, Haiti, Honduras, Uganda, Timor Est e Papua Nuova Guinea.
Momento clou della celebrazione del caffè è stata una festosa parata alla quale hanno partecipato i Paesi produttori e importatori della bevanda nera più amata e consumata. I rappresentanti di oltre 30 Stati presenti all’Esposizione Universale (tra cui Angola, Austria, Bahrain, Belgio, Bolivia, Brasile, Burundi, Camerun, Costa d’Avorio, Repubblica Centro Africana, Colombia,  Ecuador, Etiopia, Eritrea, Francia, Gabon  Ghana, Guatemala, Ungheria, Indonesia, Kenya, Laos, Madagascar, Messico, Oman, Polonia, Rwanda, San Marino, Spagna, Svizzera, Stati Uniti, Tanzania, Timor Est, Turchia, Uganda, Dominica, Santa Lucia, Somalia e Yemen) hanno sfilato lungo il Decumano portando dei chicchi di caffè provenienti dalle piantagioni delle proprie nazioni insieme a oggetti legati alla sua lavorazione e al consumo della bevanda. 
 
La parata dei Paesi del caffè è terminata con un gesto simbolico. Tutti i chicchi di caffè, protagonisti della sfilata, sono stati raccolti in un unico sacco di canapa, per comporre la “miscela Expo”, un mix inedito dei caffè più buoni del mondo. Piccole confezioni di questa nuova miscela dall’aroma tutto da scoprire sono poi state distribuite tra i visitatori.
 

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