Italians and Americans have plenty of things in common, but there is one they don’t share: Father’s Day.
To be truthful, it’s not only the US and Italy that celebrate their dads on different times of the year, because Father’s Day — unlike children’s undying love for their papà — is not the same everywhere: in the United States, it falls on the third Sunday of June; in Russia on the 23rd of February, on occasion of Defender of the Fatherland’s Day; in Scandinavia, on the second Sunday of November. In Italy, just like in other Mediterranean countries such as Spain and Portugal, as well as some Southern American ones, la Festa del Papà happens on the 19th of March, the day Catholic tradition dedicates to the most iconic dad of them all: Saint Joseph.
Indeed, the roots of Italy’s Festa del Papà are religious, because of the association between fatherhood and the figure of Joseph, the Christ’s “adoptive” father. His cult was solid in the East, before Benedictine monks brought it to the West and made it popular around 1030. Later in the Middle Ages and the Renaissance, devotion to Saint Joseph was embraced also by the Servites in the 14th century and by the Franciscans, a century later. In the same period, the 1500s, Pope Sixtus IV introduced Saint Joseph’s worship officially into the Roman Calendar and, in 1871, he became the patron saint of fathers and of the Church. Saint Joseph’s Day used to be, up until the mid-1970s, a national holiday and not only a religious one, meaning people stayed home from work and kids didn’t go to school.
And so, here in Italy, San Giuseppe is the day dedicated to the protector of all fathers and, by extension, to all of our beloved papà. There are two things Italians do for the occasion — well, three, if you add getting silly socks and cookies for their dads: celebrating with bonfires and eating zeppole.
It is not unusual, in some parts of Italy, to see traditional Saint Joseph celebrations revolving around fire: this is because, in ancient pagan tradition, the day was associated with the end of the Winter and, therefore, with rituals of purification and fertility, both symbolized by the cleansing power of fire. Our falò, so common in the countryside on this very day, are nothing more than a marker for the passage from Winter to Spring and the rebirth of Nature. In some areas, puppets — usually in the unpleasant form of a hag — are burnt: a way to say, “enough with old (the cold Winter), bring in the new (the fresh and fragrant Spring)!
Between fires and zeppole, I certainly prefer the latter, though. While they are not traditionally common all over Italy — they originated in the South — today you’ll find them pretty much in all bakeries around the country, on the 19th of March. For those who are not familiar with them, zeppole are deep fried dough balls, filled with custard or jam and sprinkled with sugar. In some regions, like the Frosinone area of Lazio, zeppole are baked and not fried, and in Calabria you even find a savory version, filled with anchovies and sultanas; these, however, are not made for Saint Joseph’s Day, but for New Year’s Eve and New Year’s Day.
So, Saint Joseph’s Day and Father’s Day are synonym in Italy, but there are other… Saint Joseph celebrations we should talk about. For instance, in Italy we celebrate Saint Joseph not only as a father, but also as a craftsman: on the 1st of May, Italian Catholics remember San Giuseppe Artigiano (Saint Joseph the Craftsman), Christian symbol of all workers. Let’s not forget Joseph was a carpenter himself! The feast was instituted by Pope Pius XII in 1955, a religious answer to the fully atheist Workers’Day that falls on the same day.
Now that you know why Italy’s Father’s Day is in March, let’s take a look at the reason Americans celebrate it in June. First of all, it isn’t only the US that chose the Summer to honor all fathers, but also the UK, China and Japan, just to name a few. But why?
Well, on the 19th of June 1910, 26 years old Sonora Smart Todd, from West Virginia, organized a big party to celebrate the birthday of her own father, a Civil War veteran: it was the beginning of a long tradition indeed, that was made national in 1924 by President Calvin Coolidge, and finally officialized in 1966 by Lyndon Johnson, who made of the third Sunday in June America’s own Festa del Papà.
To keep in line with that proverbial love for the family both Italians and Italian-Americans have, we should get into the habit — if we don’t already do it, that is! — of embracing both traditions and treating our papà to an extra hug, a little present and some more “me and you time” in March and in June. Or, as it should really be, we should just use both occasions to remind ourselves fathers deserve all that and more, every single day of the year.
Italiani e americani hanno molte cose in comune, ma ce n’è una che non condividono: la festa del papà.
A dire il vero, non sono solo gli Stati Uniti e l’Italia a festeggiare i loro papà in periodi diversi dell’anno, perché la festa del papà – a differenza dell’amore imperituro dei bambini per il loro papà – non è uguale ovunque: negli Stati Uniti cade la terza domenica di giugno; in Russia il 23 febbraio, in occasione della Festa del Difensore della Patria; in Scandinavia, la seconda domenica di novembre. In Italia, come in altri paesi mediterranei come Spagna e Portogallo, e in alcuni paesi del Sud America, la Festa del Papà cade il 19 marzo, giorno che la tradizione cattolica dedica al papà più iconico di tutti: San Giuseppe.
In effetti, le radici della Festa del Papà in Italia sono religiose, a causa dell’associazione tra la paternità e la figura di Giuseppe, il padre “adottivo” di Cristo. Il suo culto era solido in Oriente, prima che i monaci benedettini lo portassero in Occidente e lo rendessero popolare intorno al 1030. Più tardi nel Medioevo e nel Rinascimento, la devozione a San Giuseppe fu abbracciata anche dai Serviti nel XIV secolo e dai Francescani, un secolo dopo. Nello stesso periodo, il 1500, Papa Sisto IV introdusse ufficialmente il culto di San Giuseppe nel Calendario Romano e, nel 1871, divenne il patrono dei padri e della Chiesa. Il giorno di San Giuseppe è stato, fino alla metà degli anni ‘70, una festa nazionale e non solo religiosa, il che significa che la gente restava a casa dal lavoro e i bambini non andavano a scuola.
E così, qui in Italia, San Giuseppe è il giorno dedicato al protettore di tutti i padri e, per estensione, a tutti i nostri amati papà. Ci sono due cose che gli italiani fanno per l’occasione – beh, tre, se si aggiungono calzini divertenti e biscotti per i loro papà: festeggiare con i falò e mangiare zeppole.
Non è insolito, in alcune parti d’Italia, vedere le celebrazioni tradizionali di San Giuseppe ruotare intorno al fuoco: questo perché, nell’antica tradizione pagana, il giorno era associato alla fine dell’inverno e, quindi, a riti di purificazione e fertilità, entrambi simboleggiati dal potere purificatore del fuoco. I nostri falò, così comuni nelle campagne proprio in questo giorno, non sono altro che un indicatore del passaggio dall’Inverno alla Primavera e della rinascita della Natura. In alcune zone, i fantocci – di solito nella sgradevole forma di una befana – vengono bruciati: un modo per dire: “basta con il vecchio (il freddo Inverno), fate entrare il nuovo (la fresca e profumata Primavera)!
Tra i fuochi e le zeppole però, preferisco certamente queste ultime. Sebbene non siano tradizionalmente diffuse in tutta Italia – sono nate al Sud – oggi le troverete praticamente in tutte le pasticcerie del Paese, il 19 marzo. Per chi non le conosce, le zeppole sono palline di pasta fritte, ripiene di crema o marmellata e cosparse di zucchero. In alcune regioni, come la zona di Frosinone nel Lazio, le zeppole sono cotte al forno e non fritte, e in Calabria si trova persino una versione salata, ripiena di acciughe e uva sultanina; queste, però, non vengono fatte per il giorno di San Giuseppe, ma per la vigilia e il giorno di Capodanno.
Dunque, il giorno di San Giuseppe e la festa del papà sono sinonimi in Italia, ma ci sono altre… celebrazioni di San Giuseppe di cui dovremmo parlare. Per esempio, in Italia si festeggia San Giuseppe non solo come padre, ma anche come artigiano: il primo maggio, i cattolici italiani ricordano San Giuseppe Artigiano, simbolo cristiano di tutti i lavoratori. Non dimentichiamo che anche Giuseppe era un falegname! La festa fu istituita da Papa Pio XII nel 1955, una risposta religiosa alla Festa dei Lavoratori completamente atea che cade nello stesso giorno.
Ora che sapete perché la festa del papà in Italia è a marzo, diamo un’occhiata al motivo per cui gli americani la celebrano a giugno. Prima di tutto, non sono solo gli Stati Uniti ad aver scelto l’estate per onorare tutti i padri, ma anche il Regno Unito, la Cina e il Giappone, solo per citarne alcuni. Ma perché?
Ebbene, il 19 giugno 1910, la 26enne Sonora Smart Todd, del West Virginia, organizzò una grande festa per celebrare il compleanno del proprio padre, un veterano della Guerra Civile: fu l’inizio di una lunga tradizione, che fu resa nazionale nel 1924 dal presidente Calvin Coolidge, e infine ufficializzata nel 1966 da Lyndon Johnson, che fece della terza domenica di giugno la Festa del Papà d’America.
Per rimanere in linea con quel proverbiale amore per la famiglia che hanno sia gli italiani che gli italo-americani, dovremmo prendere l’abitudine – se non lo facciamo già! – di abbracciare entrambe le tradizioni e regalare al nostro papà un abbraccio extra, un piccolo regalo e un po’ più di “tempo tra me e te” a marzo e a giugno. O, come dovrebbe essere, dovremmo semplicemente usare entrambe le occasioni per ricordare a noi stessi che i padri meritano tutto questo e molto altro, ogni singolo giorno dell’anno.
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