In 800 hanno sfidato il caldo, la fatica e le colline della San Gabriel Valley. La prima Gran Fondo Giro d’Italia in terra americana ha scelto Pasadena per allestire una due giorni che ha esaltato la passione del ciclismo, molto diffusa in California.

La corsa, che a novembre bisserà a Miami, ha avuto un testimonial d’eccezione: Francesco Moser. Due volte campione del mondo, vincitore del Giro nel 1984 e recordman italiano con 273 vittorie nel palmares, ha firmato autografi, incontrato gli appassionati ricordando decine di episodi successi in gare e scalate, fatto fotografie accanto alla coppa del Giro d’Italia, ma soprattutto ha partecipato alla corsa non competitiva da vero sportivo.

Accanto a lui per la foto di rito, il Console Generale d’Italia a Los Angeles Giuseppe Perrone a cui è toccato il countdown che, alle 7 del mattino, ha visto sfilare entusiasti ciclisti di tutte le età pronti a conquistarsi la loro medaglia rosa su tre circuiti, dopo essersi lasciati alle spalle lo stadio del Rose Bowl. In bicicletta invece, con il pettorale numero uno, il sindaco di Pasadena Bill Bogaard. “Il giro d’Italia arriva negli Stati Uniti per la prima volta, e sono fiducioso che diventerà un evento molto seguito. Pasadena – ha detto il sindaco – ama divertirsi: abbiamo festival e numerosi eventi di vario tipo. Il ciclismo è uno sport popolare: porterà divertimento, prestigio e persone a Pasadena”.
 
La città parte avvantaggiata: ha 50 miglia di piste pedalabili che la rendono bike-friendly e una consistente comunità italiana. Bogaard: “Abbiamo incentivato le piste ciclabili e stiamo lavorando ad un piano per estendere le miglia ciclabili nella nostra città. Sì, qui vivono molti italiani che credo siano attratti da questo evento. Ma penso che con la Gran Fondo si divertano tutti, non solo gli italiani”.
 
Ben consapevole della portata storica, sociale, sportiva ma anche economica del Giro, visto che l’industria della bicicletta italiana in America fattura 30 milioni all’anno, è il Console Generale Perrone. “Il Giro è un’occasione per parlare di Italia e assaporare il gusto del nostro Paese. È molto  più di un evento sportivo. La memoria storica che porta è sentita tanto qui a Pasadena, dove la gente è molto entusiasta. Tutto il rosa che ci circonda dimostra che il Giro è sentito anche dagli americani”. Non è un caso che per l’occasione sia stato scelto un testimonial come Moser: “È una figura storica molto conosciuta anche negli Usa. La sua immagine è associata con il Giro d’Italia. È un grande promoter e, partecipando personalmente alla gara, aiuta a farla conoscere ancora di più”.
 
Per la manifestazione ci sono traguardi ambiziosi. “Questa Gran Fondo è la prima tappa di un progetto molto più ampio. L’idea è quella di portare il nome del Giro in tutto il mondo. Noi – dice Andrea Trabuio, responsabile Epm per il running e il cycling di Rcs Sport – abbiamo costruito questa tappa in un lasso di tempo molto breve (a partire da maggio quando era ancora in corso la competitiva in Italia) ma abbiamo riscontrato un grandissimo interesse: il nome del Giro d’Italia piace, tutto quello che è italiano piace. In due mesi abbiamo riscontrato che c’è un grande interesse e questo è un buon viatico per quello che andremo a fare in futuro a cominciare da novembre, quando è in calendario una tappa a Miami. A Pasadena torneremo l’anno prossimo, magari a giugno anticipando la data, ma ci sono almeno altri due eventi che stiamo per decidere dove andare a fare. Per il prossimo anno abbiamo già in programma tutta una serie di manifestazioni qui in America che, grazie al successo di questa Gran Fondo, porteremo avanti con grande impegno”.
 
A tirare le somme della due giorni di Pasadena, che alla non competitiva ha affiancato una expo che ha messo in vetrina prodotti specializzati per ciclisti (dalle selle ai telai, dall’abbigliamento sportivo agli integratori), l’organizzatore Matteo Gerevini: “Devo dire che è stato un grosso successo: iscritti superiori al previsto, oltre 800, e tempo perfetto che ha portato la gente vicina all’impresa. Percorso molto duro, impegnativo. Ma il ciclismo è così, è uno sport che fa soffrire, è una gara fatta per chi è allenato. I ciclisti stessi sono fatti così, se li fai pedalare sulle strade piatte non si divertono, se li fai soffrire si lamentano. L’anno prossimo torneremo. L’11 novembre invece, saremo a Miami dove limiteremo le iscrizioni a duemila persone perché vogliamo mantenere il numero controllato, ma abbiamo già parecchie iscrizioni dall’Italia, e Miami è una località che attira”.
 
In bicicletta a Pasadena c’era anche l’organizzatore di Coral Gables, Gustavo Walder che ha dato qualche anticipazione su un percorso che sarà molto diverso. “La gente scherza dicendo che a Miami la montagna più alta è di 40 metri ma abbiamo l’umidità, il caldo e il vento che metteranno in difficoltà le persone che non sono abituate a questo clima. Miami è stata scelta per ospitare il marchio riconosciuto nel mondo del Giro anche perchè, dopo New York, ha una delle più grosse comunità italiane”.

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