“Dio ha detto una volta: non uccidere. Non può l’uomo, qualsiasi uomo, qualsiasi umana agglomerazione, mafia, non può cambiare e calpestare questo di-ritto santissimo di Dio. 
Questo popolo siciliano è un popolo talmente attaccato alla vita…non può vivere sotto la pressione di una civiltà contraria, di una civiltà della morte. Qui ci vuole una civiltà della vita. 
Nel nome di Cristo crocifisso e risorto, di questo Cristo che è Via, Verità e Vita, mi rivolgo ai responsabili: convertitevi! Un giorno verrà il giudizio di Dio!”
 
La data: 9 maggio 1993. Il luogo: Valle dei Templi, Agrigento. A parlare ad una folla immensa era Giovanni Paolo II, Papa Wojtyla, e il suo discorso attraversò la valle, attraversò la Sicilia sino ad  arrivare al cuore di tutti gli uomini onesti.
 
Il 23 maggio dell’anno precedente era stato barbaramente ucciso da mano mafiosa il giudice Giovanni Falcone e il 19 luglio dello stesso 1992 era toccata la stessa sorte al giudice Paolo Borsellino.
Alcuni mesi dopo l’accorato appello del Papa un’altra vittima cade per mano mafiosa. 
Don Pino Puglisi, parroco della chiesa di uno dei quartieri più disastrati e difficili della periferia palermitana. Nel giorno del suo cinquantaseiesimo compleanno, il 15 settembre 1993, cade sotto i colpi di una pistola munita di silenziatore mentre tornava in canonica dopo una lunga e faticosa giornata in cui aveva celebrato due matrimoni, battesimi e, infine, aveva spento le candeline di una torta preparata in suo onore da alcuni amici del quartiere Brancaccio per festeggiare il suo compleanno.

 Pino Puglisi è stato assassinato nel giorno del suo 56° compleanno

 Pino Puglisi è stato assassinato nel giorno del suo 56° compleanno

 

Quest’anno nel ventesimo anniversario della sua scomparsa, è stato beatificato e il 25 maggio un’immensa folla di fedeli ha pregato ancora una volta per lui, per padre p3, come amava farsi chiamare e come era chiamato da chi gli voleva bene: Padre Pino Puglisi.
È stato lo stesso luogo in cui i palermitani e tutti i convenuti da ogni parte della Sicilia – e non solo – hanno ascoltato le parole di Papa Benedetto XVI in visita a Palermo il 3 ottobre 2010, quando, rivolto ai giovani il giorno seguente, nella piazza Politeama, disse: “Cari giovani di Sicilia, siate alberi che affondano le loro radici nel “fiume” del bene! Non abbiate paura di contrastare il male!…Non cedete alle suggestioni della mafia, che è una strada di morte, incompatibile con il Vangelo”.
 
Si sono radunati, dunque, al Foro Italico, immensa terrazza naturale sul mare del capoluogo siciliano circa 100.000 fedeli,  100 vescovi, 700 tra sacerdoti e diaconi, circa 200 personalità istituzionali e non e 1200 volontari. Il mare ha fatto da sfondo all’evento per il quale Papa Francesco ha designato a rappresentarlo il Cardinale De Giorgi, emerito dell’arcidiocesi siciliana, e non il cardinale di Palermo Paolo Romeo.
 
Due momenti comunitari hanno preceduto la celebrazione, il 23 maggio un’adorazione Eucaristica in tutte le parrocchie e comunità religiose dell’Arcidiocesi e il 24 maggio alle ore 21, una Veglia di preghiera, in via Fichidindia a Brancaccio sul terreno concesso alla Curia arcivescovile dall’Agenzia nazionale dei beni confiscati alla mafia, dove sorgerà la nuova chiesa intitolata al martire. 
Don Pino Puglisi è sempre vivo  nella memoria dei palermitani e in questi ultimi mesi non sono mancati convegni, celebrazioni, pubblicazioni tutte a lui dedicate.
 
Il magazine Cntn (cieli nuovi terra nuova) di ispirazione cattolica, gli ha dedicato tutto un numero con interventi che portano le firme prestigiose di giornalisti, storici, sacerdoti, poeti, il presidente del Centro di Accoglienza Padre Nostro fondato da don Pino, gente comune che per un qualche motivo lo ha incontrato nella propria vita e ciascuno ha trattato un particolare aspetto del parroco di Brancaccio, della sua vita del suo operato. 
 
Tra le firme che hanno siglato alcuni dei temi che sottolineano le varie sfaccettature della vita, del carattere e dell’apostolato di don Puglisi, hanno certamente colto tra gli aspetti più importanti suor Fernanda Di Monte, il prof. Giovanni Bonanno, lo scrittore e poeta Elio Giunta, il vescovo emerito di Cefalù, Rosario Mazzola, Francesco Deliziosi, amico di don Pino, Salvatore Di Cristina, arcivescovo emerito di Monreale.

 Il libro di Vincenzo Bertolone

 Il libro di Vincenzo Bertolone

 

E alcuni giorni fa è stato presentato presso la libreria delle Paoline, a Palermo, il libro di Vincenzo Bertolone “La sapienza del sorriso. Il martirio di don Giuseppe Puglisi” per le edizioni Paoline.
Vincenzo Bertolone, arcivescovo metropolita di Catanzaro -Squillace è il postulatore della causa di Beatificazione di don Pino Puglisi.
Il libro è l’insieme delle indagini approfondite che l’autore ha raccolto per dimostrare che padre Puglisi è stato ucciso per il “suo costante impegno evangelico e sociale nel quartiere Brancaccio di Palermo, controllato dalla criminalità”.
 
Scrive Monsignor Bertolone nell’introduzione: “Il libro, che non ambisce a essere una biografia, ripercorre per brevi cenni le tappe biografiche, pastorali e giudiziarie della vicenda terrena di don Puglisi e affronta con maggior profondità le ragioni e le cause del suo martirio”.
 
Il Cardinale Paolo Romeo, che aveva dato l’incarico di postulatore della causa di beatificazione del martire, scrive nella presentazione: “Nel dono di un nuovo martire, come lo è don Giuseppe Puglisi, avverto la benevolenza di un Dio che non si stanca di proporre e riproporre incarnata quella Parola del Vangelo che salva e indica all’uomo la strada della vera umanità, garantendogli la dignità e aprendogli un futuro di libertà autentica”. 
E continua: “Dio non abbandona l’uomo e continua a bussare al suo cuore. Per questo ci esorta Sant’Ambrogio: “Sia aperta a colui che viene la tua porta, apri la tua anima, allarga il seno della tua mente perché il tuo spirito goda le ricchezze della semplicità, i tesori della pace, la soavità della grazia”.
 
Padre Giuseppe Puglisi sorrideva sempre, apriva sempre il suo cuore e sul suo volto, anche nel momento della morte per mano assassina, il sorriso rimase impresso come in un segno di perdono, anzi di benevolenza. Cosciente della fine che lo aspettava – non erano mancati segnali intimidatori evidenti – non si sottrasse al destino, consapevole di ciò che gli riservava. 
 
Aspettava i suoi carnefici, e non mancarono il  bersaglio la sera del 15 settembre 1993.
Nel 2005 nelle sale cinematografiche viene proiettato il film “Alla luce del sole”, per la regia di Roberto Faenza che vede, nella parte di don Puglisi, Luca Zingaretti (il protagonista della serie televisiva Montalbano). Vincerà il David di Donatello nello stesso anno.
 
Ma la vita di don Pino Puglisi non si può risolvere nelle sequenze cinematografiche di una pellicola, il suo apostolato lo visse tra la gente, nelle strade, tra i bambini, perché diceva che è da piccoli che bisogna insegnare loro come distinguere il bene dal male. E conosceva tanti modi di comunicare, fuori dai canoni, fuori dalle righe, ma sempre con un solo leit motiv: la parola di Dio, l’amore di Cristo, la consapevolezza che attraverso il proprio sacrificio si possono salvare delle anime perché non c’è perdono, non c’è redenzione se non c’è peccato.

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