Ha spento la prima candelina domenica 20 ottobre il Parco Uditore di Palermo e non è mancato un sole cocente che, oltre a rendere davvero luminosa la giornata, ha inondato di calore i cittadini intervenuti in questo poco credibile autunno.
 
Un grande calore di cui il sole non è stato l’unico protagonista, ma che ha condiviso la sua energia con l’entusiasmo dei bambini che, numerosissimi e insieme ai loro genitori e nonni, hanno celebrato questo primo anniversario di quello che può essere definito il primo parco cittadino sorto per iniziativa popolare. 
 
Sono i volontari dell’associazione Parco Uditore, U’ Parco, che si occupano di questa che è una struttura fortemente voluta dagli abitanti del quartiere Uditore, già caposaldo del boss Totò Riina.
I rappresentanti delle istituzioni cittadine intervenute alla cerimonia, non hanno mancato di sottolineare la grande opera di collaborazione effettuata dagli abitanti del quartiere, dal corpo forestale e da tutte le maestranze che hanno prestato e continuano a farlo gratuitamente la loro opera. 
  Il sindaco di Palermo Leoluca Orlando con la fascia tricolore alla cerimonia per celebrare il parco Uditore voluto dai cittadini

  Il sindaco di Palermo Leoluca Orlando con la fascia tricolore alla cerimonia per celebrare il parco Uditore voluto dai cittadini

 
La Regione Siciliana ha contribuito alla realizzazione della struttura, che è ancora in fieri, con soli centomila euro. Il resto è tutto un insieme di gratuito volontariato e contributi privati.
Una grande festa quella che ha accompagnato la celebrazione della giornata che ha visto protagonisti lo sport, il gioco, la cura dell’ambiente e del verde urbano, la cultura, la socialità che sono i valori che l’associazione promuove. E il processo già avviato mira alla realizzazione di una città più vivibile e più “a misura” delle generazioni future, che strizzi l’occhio alla legalità, alla semplicità e alla collaborazione.
 
Un processo, insomma, di ridimensionamento di quegli eccessi, spesso negativi, di una società che sembrerebbe destinata a una sempre maggiore corsa all’indifferenza, alla rassegnazione.
Vedere, quindi, tanti bambini e tanti adulti che insieme hanno lo stesso scopo, positivo, di serena e gioiosa convivenza, è rivalutare il senso stesso della vita, della comunità chiamata città.
 
Non sono mancate le mostre di artigiani, i laboratori di Orticoltura, di Riciclo ecocompatibile, di Giardinaggio, di Disegno e di Pittura in movimento per i bimbi, oppure le osservazioni astronomiche, i Libri “in movimento”, le esposizioni di dipinti, lo sport con mini tornei di pallavolo e minivolley, la Scherma, il Football americano, lo Yoga, la Capoeira, il Pilates, la musica con le bande locali, lo spettacolo di fuoco e l’immancabile torta di compleanno con tanto di candelina.
 
Insomma, una festa in piena regola con tanti sorrisi e tanta gioia. Sembrava che si stesse festeggiando un parente, un amico di famiglia.
L’Associazione Parco Uditore – U’ Parco è uno strumento di democrazia appartenente a tutti i cittadini che vogliano farne un uso di fruizione sociale o di libera circolazione di idee ed è nato dalla rete. Non ha fini di lucro, ma ha lo scopo di migliorare la città di Palermo, la Sicilia tutta e i suoi abitanti per mezzo dell’aggregazione spontanea e con il coinvolgimento e la partecipazione della cittadinanza, delle imprese e delle istituzioni.
 
Il Fondo Uditore su cui insiste il parco, si estende per circa 73.500 mq ed è parte di quello che era chiamato nel 1912 Fondo Morello di ben più vasta estensione.
  Il programma degli eventi con cui è stato celebrato il primo anno di vita del parco Uditore nato dopo una raccolta di firme e tanto volontaiato

  Il programma degli eventi con cui è stato celebrato il primo anno di vita del parco Uditore nato dopo una raccolta di firme e tanto volontaiato

Tra il 1918 e il 1920 il Fondo subisce delle trasformazioni e una parte viene frazionata per aprire nuove strade e, poco prima della Seconda Guerra Mondiale, tra il 1937-39 e il 1943, parte del suo territorio, principalmente sotterraneo, diviene grande centro di stoccaggio di carburanti a servizio del porto della città e contemporaneamente ben lontano da esso per evitare disastri in caso di bombardamento aereo della zona portuale.
 
Alcuni resti di queste opere sotterranee sono stati rinvenuti: cisterne per carburanti, cunicoli. Una casermetta, all’interno del Fondo, è ancora visibile tra i fabbricati.
 
Nell’ottobre del 2010 nasce sul web l’iniziativa da parte di un comitato di cittadini che poco dopo si raggruppano spontaneamente per salvare Palermo dalla cementificazione che avanza sempre più. 
Al centro del quartiere Uditore, un’oasi di verde miracolosamente scampata alla speculazione edilizia, viene individuata come possibile giardino per adulti e bambini.
 
Il tam-tam è immediato ed efficacissimo. Il 13 ottobre nasce il progetto su iniziativa di Giovanni Callea che pubblica un post “C’è un grande prato verde” – parafrasando alcuni versi di una canzone portata al successo da Gianni Morandi –  sul blog rosalio.it. Le risposte arrivano immediate. Nasce la pagina facebook e il 10 novembre 2010 nasce il Comitato Parco Uditore.
 
Molti gruppi si aggregano: WWF, Legambiente, arrivano sostegni e cresce il numero dei sostenitori su fb. Gli architetti e professori Giuseppe Barbera e Manfredi Leone daranno un grande appoggio anche con i loro allievi dei corsi universitari. Firmeranno i progetti e si occuperanno della loro realizzazione.
Il 21 dicembre 2010 gli “amici” del network sono già 5000 e 3000 sono le firme, 1000 in più di quelle richieste, per presentare il progetto.
 
Incontri, dibattiti, partecipazioni a manifestazioni pubbliche sino ad avere la visita, a cui seguirà l’appoggio, del presidente della Regione Lombardo.
Intanto la Giunta comunale con a Capo il sindaco Leoluca Orlando vedono positivamente la realizzazione del progetto.
 
Il 23 settembre 2011, Claudia Cusimano, abitante nel quartiere e membro dell’associazione, la più giovane, ha appena 9 anni,  organizza per cinque sere consecutive una grande raccolta di firme. Un fiore all’occhiello di questa lodevole iniziativa.
 
Servono volontari che non si fanno attendere e donatori che  regalano attrezzature per i giochi dei bambini e attrezzature sportive. È una gara di solidarietà che mette subito in luce la generosità degli abitanti del quartiere Uditore, e non solo, che possono riappropriarsi, in nome della legalità, di un polmone verde, divenuto ora centro di aggregazione cittadina, di un terreno che era stato baluardo dell’illegalità. 
 
I media si occupano del fenomeno e durante i lavori di ripristino delle condizioni del parco vengono organizzate visite guidate e nel giugno 2012 viene lanciata la campagna “Parco Uditore è mio”. Ciò che di solito viene considerato di proprietà del Comune, in questo caso è sentito come appartenente ai cittadini e alle istituzioni che, ascoltandoli, hanno contribuito alla sua realizzazione.
Nel settembre dello stesso anno il progetto partecipa alla VII Biennale Europea del Paesaggio di Barcellona (Spagna).
 
Il 15 ottobre 2012, piantati alberi donati anche da privati cittadini oltre che dalle istituzioni e associazioni, avendo istallato attrezzature sportive e giochi per i bimbi, recintato una zona per i cani e aperto dei sentieri per passeggiare o andare in bicicletta, completata la messa in posa delle panchine e sistemata in parte la cancellata di recinzione e la segnaletica, il Parco Uditore viene aperto al pubblico.
 
Seguono eventi, manifestazioni sempre all’insegna della comunione d’intenti e della partecipazione attiva dei cittadini e dei volontari sino ad arrivare al 20 ottobre di quest’anno per festeggiare il primo anno di vita di quella che si pone certamente come una delle grandi iniziative popolari nella città di Palermo. 
 
Un’iniziativa che, non solamente intende essere all’insegna della legalità, ma vuole e può dimostrare, ancora una volta, che se si crede fermamente in un progetto e si trova la strada giusta per realizzarlo, si può cercare di ritornare ad una città, Palermo, che fu “felicissima”, anche se in una nuova forma rinnovata, ma sempre con l’occhio rivolto alla crescita culturale dei suoi abitanti.
 

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