Il racconto in pillole di una città sospesa, di una Napoli svuotata per l’emergenza Covid-19; il capoluogo campano in una versione inedita è ritratto dall’obiettivo di Eduardo Castaldo che, online sul profilo Instagram del museo Madre, ha lanciato “Intervallo Napoli, 2020”.

Il progetto originale, prodotto dalla Fondazione Donnaregina per le arti contemporanee di Napoli con fondi POC (Programma Operativo Complementare) 14-20 nell’ambito di “Piazza Madre”, riprende nella sua struttura quella dello storico format Rai “Intervallo”, che scandiva la separazione tra le trasmissioni del giorno e quelle serali con immagini simbolo di paesaggi e monumenti italiani, e con una musica che avrebbe accompagnato generazioni di bambini nel passaggio all’età adulta.

Partendo da questa suggestione, Castaldo ha lavorato quotidianamente attorno al concetto di “interruzione”, in particolare quella della quotidianità, mostrando allo stesso tempo in maniera completamente diversa gli spazi che eravamo fino ad ora abituati a conoscere e vivere in altre modalità. Il tutto raccontato in un vero e proprio diario di bordo, composto da fotografie e clip video inedite.
Un diario di bordo in cui “l’intervallo” diventa, così, la cesura sulla linearità del nostro quotidiano, causata dalla diffusione improvvisa e globale del Covid-19. Per molti mesi ancora la rassicurante continuità sulla quale si poggiavano la nostra società e il suo “sistema mondo” sarà progressivamente sostituita da una dimensione nuova, sconosciuta e imprevedibile, che nell’immaginario comune si può associare, al momento, con la parola vuoto. Attraverso un progetto che ambisce a cogliere nel divenire questo enorme processo di trasformazione globale, l’intento è quello di raccontare, a partire dalla specificità di Napoli, la straordinaria fase di trasformazione che sta attraversando il genere umano nell’anno 2020.

“Lo spazio della città, Napoli – racconta Eduardo Castaldo – spogliato della vita, rivela il suo scheletro e diviene evidenza visiva di questa crisi aperta sul nostro sistema. Sparuti abitanti ne percorrono le geometrie spettrali mettendo in scena gesti quotidiani drammaticamente svuotati del loro senso originario e della libertà di scelta che li legittimava. Al contrario la natura, in questo vuoto, riprende fluidamente il suo vigore, i suoi suoni e i suoi cicli si adattano pacificamente a questa nuova dimensione, riprendendo rapidamente spazio in aree della città dove erano diventati ormai invisibili, inaudibili. Il golfo, con i suoi tre grandi porti in silenzio, riprende a respirare e vivere”.
Un contributo, quello di Castaldo, che ancora una volta lega un museo d’arte contemporanea al suo tempo e ai linguaggi che lo rappresentano, e in cui le narrazioni degli artisti offrono letture e nuovi approcci all’attualità.
Con “Intervallo Napoli, 2020” prosegue il palinsesto digitale con cui il museo Madre ha continuato a restare aperto, seppur solo virtualmente, proponendo contenuti artistici e promuovendo nuovi momenti di riflessione condivisa.
Eduardo Castaldo (Napoli, 1977) è un fotografo italiano. Inizia la sua carriera ad Acerra nel 2006 documentando l’emergenza rifiuti e il dolore della sua terra.

Dal 2007 al 2014 lavora come fotogiornalista free-lance dal Medio Oriente per testate internazionali fra le quali “TIME Magazine”, “Newsweek”, “Le Monde”, “Internazionale”, “The Guardian”, “DerSpiegel”, “L’Espresso”, “IoDonna” e “Il Venerdì”. Per il lavoro sulla rivoluzione egiziana riceve numerosi riconoscimenti tra i quali, nel 2012, il World Press Photo nella sezione Sport News e due Photographer of the Year International. Nello stesso anno fa la sua prima esperienza sul set, lavorando come fotografo di scena al film di Matteo Garrone “Reality”, vincitore del Grand Prix al Festival di Cannes nel 2012. Un’esperienza proseguita con “Nevia”, debutto alla regia di Nunzia De Stefano, e culminata con la collaborazione con Saverio Costanzo per la serie televisiva “L’amica geniale”.

Dal 2016, con lo pseudonimo “edie”, realizza interventi di street art, rielaborando e trasformando i suoi lavori fotografici in relazione con il contesto urbano. È autore del progetto di arte pubblica dedicato alla serie “L’amica geniale” realizzato nel rione Luzzatti, il cui primo intervento è stato realizzato presso la Biblioteca Giulio Andreoli nel gennaio 2019, e sviluppato in occasione della mostra “L’Amica Geniale. Visioni dal Set”, nata da un’idea della Film Commission Regione Campania e realizzata in collaborazione con la Fondazione Donnaregina per le arti contemporanee, in occasione della Summer Universiade Napoli 2019.


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