Francesco Nicola Mancini, Louis  (Luigi) De Santis e Alfredo Squarcetta Di Marco hanno in comune tre cose: tutti abruzzesi, furono grandi e apprezzati musicisti che trovarono fortuna all’estero.
 
FRANCESCO MANCINI – Nacque a Serramonacesca, strada la Chiesa,  il 13 gennaio del 1886 da Cesidio, un farmacista, e Teresa Simonelli. Alla registrazione dell’atto di nascita era presente il sindaco Luigi Lattanzio. Francesco Nicola era il primo di sei figli. Sin da piccolo sembrò  un predestinato per la musica. Imparò i primi rudimenti musicali, soprattutto il clarinetto, nel suo paese da un vecchio orchestrale. 
 
Successivamente, a soli 19 anni, entrò nella banda di Chieti. Poi suonò in alcune delle migliori bande italiane. Nel 1907 il salto di qualità con la “Ellery’s Royal Italian Band” e conseguentemente  sbarcò in America. Nel 1908 venne chiamato dall’orchestra di John Philip Sousa e nel 1909 dalla Conway Band e ancora dalla Thavieu Exposition Band. Nel 1910 si stabilì a Oakland in California. Era un susseguirsi di successi e di guadagni. Così nel 1916 Mancini (oramai per tutti Frank) decise di investire ed acquistò  un grande ranch appena a sud di Modesto in California, lungo il fiume Tuolumne. Dirà: “Questa zona somiglia al mio Abruzzo e un giorno verrò a viverci”. E così sarà. Nel 1917 sposò, a Oakland, Ione Kahlow.
Intanto continuò a lavorare a Oakland e a San Francisco fino al 1921. Proprio nel 1921 lui e sua moglie Ione decisero di trasferirsi il quel ranch a Modesto. In questa città guiderà la “Band Modesto” portandola a successi indimenticabili. Oltre ad essere un eccezionale direttore d’orchestra fu anche insegnante e formatore. Fu chiamato nelle più prestigiose giurie musicali. 
 
Tenne concerti radiofonici. Contribuì a fondare la Modesto Symphony Orchestra. Mancini ebbe sempre uno stretto rapporto con la comunità di Modesto. Arrivò, nella sua straordinaria carriera,  ad affiancarsi ad  un vero “gigante” come Edwin Franko Goldman che lo definì “uno straordinario musicista e direttore d’orchestra”. Nel 1940 venne inserito nella prestigiosa “American Bandmasters Association”.
 
Nel loro ultime volontà Mancini e la sua consorte lasciarono soldi, azioni ed altri investimenti per favorire l’istituzione di una considerevole borsa di studio musicale per gli studenti della Modesto High School. Inoltre lasciarono il loro ranch alla città di Modesto che, in seguito, gli verrà dedicato con il nome di “Mancini Park”. 
Frank Mancini morì nel 1964. I  suoi funerali, vi parteciparono migliaia di persone, si trasformarono in un commovente evento. Nel 1994 gli arrivò un riconoscimento postumo: fu inserito nella “National Band Association’s Hall of Fame” istituito dalla Troy State University di Troy in Alabama. 
 
LOUIS DE SANTIS – Nato Luigi a Torino di Sangro (Chieti), il 23 aprile 1880, era figlio di Geremia e Maria Loreta Cionci. Sin da piccolo mostrò una straordinaria capacità di rapportarsi alla musica. Per questo i genitori, con enormi sacrifici, decisero di mandarlo al Conservatorio di Musica “San Pietro a Majella” di Napoli. 
Qui le sue indubbie qualità emersero e divenne studente prediletto dei “maestri” di allora. Poi la scelta dello strumento cadde sul “clarinetto” e fu la sua fortuna. Dopo una breve parentesi in una banda locale, fu ingaggiato per una “tournée” che lo portò in Grecia e Francia. 
Nel 1912 l’arrivo negli Stati Uniti dove iniziò la sua folgorante ascesa. Sempre come “Primo Clarinetto”. 
 
Durante la “Grande Guerra” fu Primo Clarinetto con la “Naval Academy Band”. Poi dal 1925 al 1926 con la “St. Louis Symphony”; dal 1926 al 1929 con la “Cleveland Orchestra”; dal 1930 al 1931 con la “Philadelphia Orchestra”;  nel 1930 registrò per con la “Cbs Symphony” e successivamente fece la stessa cosa per la “Wpa Orchestra” di Philadelphia. Influenzò e fu ritenuto, da loro, “vero maestro” da quelli che sarebbero, poi, divenuti grandi clarinettisti: Mitchell Lurie e Robert Marcellus. Conobbe, edd era da loro stimato, Ottorino Respighi e Arturo Toscanini. Scrisse un libro “New Studies for Clarinet”.  Morì a New York, il 23 dicembre 1940, investito da un autobus. 
 
ALFREDO SQUARCETTA –  Nacque a a Teramo l’11 ottobre 1890. Sin da piccolo iniziò a suonare il pianoforte. 
Il suo primo maestro fu Nicola Dati (a Teramo per la direzione della cappella del Duomo) che sentendolo suonare predisse: “Sarà un grande musicista”. In seguito i genitori lo mandarono al  Conservatorio di Santa Cecilia di Roma. Il suo sogno e il suo impegno erano tutti rivolti ad essere Direttore d’Orchestra. 
 
A solo 22 anni fu chiamato a sostituire un anziano collega ed ebbe la fortuna di poter condurre un concerto al Teatro Adriano di Roma, alla presenza di Pietro Mascagni. Il grande maestro a fine concerto volle stringere la mano a Squarcetta e gli disse un semplice “bravo” ma un “bravo” detto da Mascagni equivaleva ad un lasciapassare per il successo. La cosa non passò inosservata e finì sui giornali. 
 
Il regista Francesco Di Domenico che già da inizio secolo aveva avuto un ruolo fondamentale nel nascente cinema colombiano gli offrì l’opportunità di un ottimo contratto. Così nel 1913  Alfredo Squarcetta arrivò in  Colombia.  
 
Francisco Di Domenico gli diede l’incarico di formare un’orchestra che accompagnasse i film muti proiettati al Teatro Colombia a Barranquilla. Il giovane teramano si ambientò presto alla nuova realtà e provò da subito ad allagare  il suo raggio d’azione. Come confermano varie fonti, Squarcetta fu chiamato dall’impresario musicale italiano Adolfo Bracale a creare “La Compañía de Ópera Bracale en Colombia” composta da musicisti come il soprano Anita Chaparro e il tenore José Agudelo.
 
Nel 1925 Squarcetta preparò un tour nazionale con  “La Traviata” che fu rappresentata ventisette volte al “Teatro Colon” di Bogotà. Al di fuori delle sue attività con l’opera, era noto per un quartetto d’archi integrato con Alvaro Bacilieri e Turi Marino (violinisti) e Venanzio Brunetti, (violoncello) a cui si aggiunse in seguito Pietro Biava (clarinetto). Prima di entrare al Conservatorio di Tolima fu chiamato a dirigere l’Orchestra Sud America. Intanto piovevano su di lui apprezzamenti: “Alfredo Squarcetta, un grande artista” e ancora “il numero uno del mondo” e “Uno dei registi più importanti” e poi “non è possibile parlare di musica in Colombia senza fare riferimento a Squarcetta”. 
 
Squarcetta prese il posto del maestro Castilla nella direzione del Conservatorio di Tolima (1937) e fu grazie a lui che il Coro del Tolima conobbe successi e  riconoscimenti mai prima ottenuti. Nel 1949  grande tournèe  a Cuba. E poi negli anni successivi negli Stati Uniti, in Spagna, in Francia, in Brasile e in Argentina. Ovunque fu successo. Mancava all’appello solo il suo paese, l’Italia. E nel 1964, finalmente, il coro di Tolima giunse a Roma. Squarcetta tornerà in Italia poco prima di morire, provato dalla malattia nel 1969.

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