Expo è ufficialmente finita. Milano torna alla sua consueta  normalità. Tutte le manifestazioni a latere, legate all’Expo, stanno chiudendo lasciando il posto a  nuove iniziative. Anche alla Triennale, tempio del design di fama internazionale, l’esposizione Art & Food ha chiuso i battenti. 
La mostra ha rappresentato un padiglione dell’Expo esterno all’area di Rho: una sorta di virtuale estensione dell’esposizione in un luogo non adiacente. Ovviamente questo padiglione ha rispettato la caratteristica principale del posto ospitante, pur parlando di  cibo e nutrizione: l’argomento è stato analizzato dal punto di vista artistico e del design. Una mostra di 7.000 metri quadrati che si è sviluppata tra interni ed esterno. Sono stati ospitati una serie di oggetti dal 1851 a oggi, legati al design nell’ambito gastronomico. 
 
Sorge spontaneo domandarsi come mai si parta da quello specifico anno del Diciannovesimo secolo. Ebbene, quella fu la data  in cui ebbe svolgimento la prima edizione dell’Expo. L’esibizione alla Triennale, lontana  dalla confusione degli altri padiglioni, ha mantenuto più l’assetto della mostra che quello fieristico, curando ogni particolare con attenzione. 
 
Nelle numerose stanze erano ammirabili vari soggetti legati all’argomento, oggetti ed ambientazioni, creando un insieme vario ma strutturato, fruibile in vari percorsi tematici. La mostra partiva dalla  rivoluzione industriale quando la produzione seriale stravolse i normali usi e costumi delle persone, creando un differente modo di vivere e di gestire anche i bisogni primari, fra cui la nutrizione. A seguito di questo fondamentale evento nella storia moderna si svilupparono i concetti di massa e di consumismo. La mostra ha ricostruito ambienti che riportano ad un immaginario del passato, che conosciamo a volte solo di sfuggita. In una delle prime sale è stato riprodotto un bar, abbellito da magnifici poster dell’epoca, risalente agli inizi del Novecento. Passando di fronte a questa ricostruzione viene quasi voglia allo spettatore di fermarsi e ordinare un caffè. 
 
Di grande effetto per il visitatore sono state le cucine esposte come icone dell’arte, seguendo lo stile delle avanguardie: si potevano vedere  la cucina futurista o quella cubista. La cucina realizzata da Le  Bourbuiser e il suo atelier nel 1955, ad esempio, mette in evidenza i principi funzionali in base a uno spazio che unisce i bisogni domestici ai concetti urbanistici. 
 
Dal punto di vista artistico la mostra ha esposto opere di Giorgio Morandi con le sue tinte spente, che riproducono in pittura, la polvere che si deposita sugli oggetti sottolineando lo scorrere inesorabile del tempo, e i poster di Fortunato Depero per la Campari. Fu il più grande cartellonista del futurismo, movimento avanguardistico prettamente italiano che sperimentò i primi passi nella grafica e gettò alcune basi per lo sviluppo delle future tecniche pubblicitarie. I poster sono gioielli da esposizione. 
 
Immancabili le Campbell di Andy Warhol e la sua immensa tela di reinterpretazione in chiave post moderna dell’Ultima Cena di Leonardo da Vinci. 
La stanza dedicata agli oggetti della coca cola riportano a un immaginario comune che conferma come la notorietà di un marchio, possa entrare nell’immaginario collettivo trasformandosi in icona. Di grande fascino le installazioni: dall’insegna luminosa  riportante  la scritta “Eat” all’hamburger appeso alla parete o la forchetta di enormi dimensioni con tanto di polpetta e spaghetti. 
 
Dopo un periodo di allontanamento dalle tradizioni gastronomiche anche il settore dell’alimentare vive un’inversione di rotta e torna ad essere più attento all’ambiente, all’individuo e alla valorizzazione del locale inteso come prodotto alimentare e come tradizione gastronomica. Con la mostra della Triennale si è solo sottolineata questa nuova tendenza che continua ad affermarsi oltre ogni evento. Arts & Foods coinvolge tutti i media e linguaggi: dalla pittura alla scultura, dal video all’installazione, dalla fotografia alla pubblicità, dal design all’architettura, dal cinema alla musica e alla letteratura.

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