La “poesia visiva” di Magdalo Mussio protagonista a Macerata grazie a una importante retrospettiva allestita nei Musei civici di Palazzo Buonaccorsi e alla Galleria Galeotti. Il progetto è stato curato da Antonello Tolve, teorico e critico d’arte, studioso delle esperienze artistiche del Novecento, e nasce dalla collaborazione tra Accademia delle Belle Arti, Fondazione Filiberto Menna e Comune di Macerata. 
 
Ricordare Magdalo Mussio a 10 anni dalla sua scomparsa significa rinnovare la memoria di un grande artista del Novecento che ha saputo inventare nuovi linguaggi. 
La mostra tra Palazzo Buonaccorsi e Galleria Galeotti, ha creato un itinerario artistico nel centro storico di Macerata, una città colta che sa essere d’arte e di cultura.
 
“Con più di cento opere che coprono l’intero percorso artistico di Mussio, la mostra vuole evidenziare l’attitudine multidisciplinare di un intellettuale totale che ha spaziato con disinvoltura dall’editoria alla grafica creativa, dalla poesia alla prosa, dalla pittura alla scenografia, dal teatro alla videoanimazione” spiega Antonello Tolve. 
 
L’idea di organizzare una mostra bipolare, dislocata in due luoghi diversi, è frutto di un proficuo dialogo tra l’Accademia di Belle Arti, Macerata Musei e il Comune di Macerata e nasce dal desiderio di costruire un percorso espositivo che parte dai nuovi spazi dell’Accademia e giunge in un luogo storico (già sede dell’Accademia) dove l’artista ha insegnato per anni incisione. Con più di cento opere che coprono l’intero percorso artistico di Mussio, la mostra ha evidenziato l’attitudine multidisciplinare di un intellettuale totale che ha spaziato con disinvoltura dall’editoria alla grafica creativa, dalla poesia alla prosa, dalla pittura alla scenografia, dal teatro alla videoanimazione. 
 
Un momento espositivo e assieme riflessivo che ha reso omaggio non solo a una ricerca straordinaria “svoltasi all’insegna dei rapporti fra scrittura e pittura, fra parola e immagine” (Pignotti), ma anche ad un uomo la cui curiosità e il cui senso del fare hanno costruito, negli anni, un caleidoscopio allusivo e illusivo legato alla eco del passato, alla memoria del presente, alla nostalgia del futuro “ricca di intimi supplizi e embrione di immaginazione operante, sommersa e prensile, quasi musica penetrante” (Villa). 
 
Accanto ad una serie di opere in cui è stato possibile leggere la sperimentazione miocinetica di un equilibrista che cammina sul filo della trasparenza, la mostra ha proposto la visione dei film Il potere del drago, Il reale dissoluto e Umanomeno realizzati da Mussio nel triennio 1971-1973 e il documentario Detto tra noi – firmato da Alessandro Sartori nel 1986 – che disegna l’artista nella sua casa di Pollenza. In mostra anche una sezione documentaria di libri e una biografia dettagliata dell’artista a firma di Ilaria Tamburro.
 
Magdalo Mussio, morto nel 2006, ha esposto in molte prestigiose sedi internazionali, dal Finch Museum di New York alla Casa della Cultura di Tokio, dal Museo Municipale di Montreal al Centre Pompidou di Parigi, dal Ministère de la Culture de France all’Università di Sidney. E’ stato direttore di riviste d’arte, scenografo e docente d’incisione all’Accademia alle Belle Arti di Macerata. 

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