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Every time the month of October rolls around, many people think about the change of the seasons, from summer to now true fall. The holidays are just ahead, and so we all gear up to see how and where and if we will spend them and, of course, with whom, too. So, we all go out and look for the way we can get ready: fix the car, buy needed warm clothes or bathing suits, depending on whether we will be going, North or South.  

But while all this is going on in our families or circle of friends, do we ever really stop to think about why all this fuss and bustle is so important? What really moves us? Will our friends think us foolish or wise? What about what we, ourselves, really want to get into, and why?

Sure, Halloween is going to be fun but, if you’re Italian or Italian American, is that really the holiday that’s going to start up your motor, get you going to celebrate getting through another year? Or is there another more personal feast you can wrap your head around and feel good about you, your family and friends?

What’s on your mind? Oh, yeah, there’s Columbus Day. That’s right. There’s the parade, maybe, or that school or community center dance, maybe.  

But what about you yourself? What does all that hullabaloo of a holiday mean to you? And why Columbus?

So let’s understand this: You’re an Italian or an American with some roots in Italy, the country your parents or probably your grand-parents came from.  That’s nice, but so what? Now, YOU are here, so what’s the big deal?

Let’s see.
If you plan to buy a new jacket to go North or maybe, just let’s say, a new bathing suit to go South and enjoy some summer for a little bit longer, you plop down your cash or pony up a credit card and just go! It’s that simple.  

But then, let’s think about Nonna, or even Pop. How did they do it, to get up go? Not so easily, you think? Did they just get up one morning and say that was the day they were leaving their family behind because there was not enough money for two or three other fares? What about the courage to do that? What about the clothes they needed to go out of the house like a “Cristiano” and not like a “pezzente.” So then, where did this courage to venture forth from their native environments, leaving behind their language, their way of  getting through their daily lives come from?

Would we make it through the inevitable hardships and prejudices we’d have to face in a journey such as theirs? We all have role models, either from the movies or comics or wherever. But who were Nonna’s or Zio’s, who had little access to film, and no smart phones, Facebook, Twitter?

Could one of these models be Columbus?  

Christopher Columbus left his home when he was about twelve years old to be a sailor. He spent the greater part of his youth on the Mediterranean, hitting ports all over: Spain, Africa, the Middle East. He met all kinds of people, some as young as him and others much older, speaking different languages, but all harboring the same curiosity as him for “the different:”  something new, something totally foreign but alluring, and something they all wanted.  

This is the spirit that propelled him to do novel things, find new adventures, and discover what he needed to in order to fulfill himself, in a better way; just like Nonna and Zio and maybe your Mom and Dad, too.

So the question then is: can praising audacious courage and compelling motivation be the real reason we all have gotten into the habit of celebrating Columbus Day? Not just the man himself but also, and most importantly, those in our own family and among our friends who found and continue to find the same impulse to be, as the Army ad used to say, “All You Can Be.”  

More than just devouring the pizzas and the cannolis and the lasagne and the broccoli rabe we all truck out, isn’t it possible that, while we wash all this good food down with Poppa’s wine or some friend’s Prosecco, we are also acknowledging the importance of growing, developing and enjoying the harvest of our experiences, some of good taste and others not so much, but each and everyone of them all important for building a solid appreciation of the luck we have, everyday and not only in October, of knowing who we are and what we are capable of doing well and effectively?  

So raise the glass, dance the dance, and be glad you are fortunate enough to understand the whys and hows to be the Italian Columbuses of today, in this great country of ours.

And since we live in such a diverse nation, we can easily find “the different” around us without needing to travel too far. It is so very clear that Italian Americans are not the only ones to buy the tickets to the dances or rock star shows that sparkle on the eve of Columbus Day. There are so many different Americans like us who feel the need to understand and respect our separate  personalities. Like the famous New York sociologist Dr. Richard Richard Gambino once said, we make up a “salad bowl of people.” This is such a better image of who we are as a nation than the usual “melting pot,” simply because it clearly underlines the fact we can all live in one country and yet continue to enjoy all of our native customs and languages. There is so much room in our America for celebrating the “different.”  

What a gift!
So let’s all strut out and get down with our tarantellas, fox trots, jitter-bugs, and cha-cha-chas with pride.  

As his sailors, who sighted land ahead, used to shout out: ho! Columbus!

Ogni volta che arriva il mese di ottobre, molti pensano al cambio di stagione, dall’estate all’autunno. Le vacanze sono già in testa, e tutti pensiamo come e dove le passeremo e, naturalmente, con chi. Quindi, usciamo tutti e cerchiamo di prepararci: sistemiamo la macchina, acquistiamo i necessari vestiti caldi o i costumi da bagno, a seconda di dove andremo, a Nord o a Sud.
Ma mentre tutto ciò accade, nelle nostre famiglie o nella nostra cerchia di amici, ci fermiamo davvero a pensare perché è così importante questo impegno? Cosa ci muove davvero? I nostri amici ci riterranno degli sciocchi o dei saggi? Pensate al perché e se davvero vogliamo farlo?

Certo, Halloween sarà divertente ma, se siete italiani o italoamericani, è davvero questa la festa che farà partire il vostro motore, che vi farà celebrare il passaggio attraverso un altro anno? O c’è un’altra festa più personale in cui potrete capire e sentirvi bene con voi stessi, la vostra famiglia e i vostri amici?

Cosa avete in mente? Oh, sì, c’è il Columbus Day. Giusto. C’è la parata, forse, o quel ballo della scuola o del centro comunitario, magari.

Ma voi? Che cosa significa per voi tutto quel clamore suscitato dalla festa? E perché Colombo?

Capiamoci: siete italiani o americani con qualche radice in Italia, il paese da cui sono arrivati i vostri genitori o probabilmente i vostri nonni. Bene, e poi? Ora, Voi siete qui, quindi qual è il punto?

Vediamo.
Se avete intenzione di acquistare una nuova giacca per andare a Nord o magari, diciamo, un nuovo costume da bagno per andare a Sud e godervi un po’ d’estate in più, potete sborsare denaro o pagare con carta di credito e basta! È così semplice.

Ma ora pensiamo alla Nonna, o anche a Papà. Come hanno fatto a prendere e partire? Non è stato altrettanto facile, pensate? Si sono alzati una mattina e hanno detto che quello era il giorno in cui lasciavano alle spalle la loro famiglia perché non c’erano abbastanza soldi per due o tre biglietti? E il coraggio di farlo? Che dire degli abiti di cui avevano bisogno per uscire di casa vestiti come un “cristiano” e non come un “pezzente”. Allora, da dove è venuto fuori quel coraggio di avventurarsi lontano dai loro ambienti nativi, lasciando dietro di sé la loro lingua, il loro modo di affrontare la vita quotidiana?

Attraverseremmo le inevitabili avversità e i pregiudizi che dovremmo affrontare in viaggi come i loro? Abbiamo tutti i modelli di riferimento, dai film ai fumetti o altro. Ma quali erano quelli di Nonna o di Zio, che avevano scarso accesso al cinema e nessuno smartphone, Facebook o Twitter?

Uno di questi modelli potrebbe essere Columbo?

Cristoforo Colombo ha lasciato casa sua quando aveva circa dodici anni per fare il marinaio. Ha trascorso la maggior parte della sua giovinezza nel Mediterraneo, toccando porti dappertutto: Spagna, Africa, Medio Oriente. Ha incontrato persone di tutti i tipi, alcuni giovani e molti altri, che parlavano lingue diverse, ma tutti avevano la sua stessa curiosità per “il diverso”: qualcosa di nuovo, qualcosa di totalmente estraneo ma allettante e qualcosa che tutti loro volevano.

Questo è lo spirito che lo spinse a fare cose nuove, a cercare nuove avventure e a scoprire ciò di cui aveva bisogno per realizzare se stesso, in un modo migliore; proprio come Nonna e Zio e forse anche la vostra mamma e il vostro papà.

Quindi la domanda è: il coraggio audace e una motivazione convincente possono essere la vera ragione per cui abbiamo preso l’abitudine di celebrare il Columbus Day?

Non l’uomo in sé stesso ma anche, e soprattutto, quanti nella nostra famiglia e fra i nostri amici hanno trovato e continuano a trovare lo stesso impulso di essere, come diceva l’esercito, “Tutto ciò che puoi essere”.

Più che divorare pizze, cannoli, lasagne e broccoli che tiriamo fuori tutti, non è possibile che, mentre innaffiamo tutto questo buon cibo con il vino di Papà o il prosecco di qualche amico, stiamo anche riconoscendo l’importanza di crescere, sviluppare e godere del raccolto delle nostre esperienze, alcune di buon gusto e altre non così tanto, ma ognuna di esse importante per costruire un solido apprezzamento per la fortuna che abbiamo, ogni giorno e non solo in ottobre, di sapere chi siamo e cosa siamo capaci di fare bene ed efficacemente?

Quindi alzate i calici, ballate e siate felici per avere abbastanza fortuna da capire perché e come siamo i Colombo di oggi, in questo nostro grande Paese.

E dal momento che viviamo in una nazione così diversa, possiamo facilmente trovare “il diverso” intorno a noi senza dover viaggiare troppo lontano. È così chiaro che gli italoamericani non sono gli unici ad acquistare i biglietti per le danze o gli spettacoli delle rockstar che luccicano alla vigilia del Columbus Day.

Ci sono così tanti americani, diversi come noi, che sentono il bisogno di comprendere e rispettare le nostre personalità distinte.

Come il famoso sociologo di New York Richard Richard Gambino una volta disse, facciamo una “insalata di persone”. Questa è la migliore immagine di ciò che siamo come nazione rispetto al solito “melting pot”, semplicemente perchè essa sottolinea chiaramente il fatto che possiamo vivere in un Paese e continuare a godere di tutte le nostre usanze e lingue native. C’è così tanto spazio nella nostra America per celebrare la “diversità”. Che regalo!

Quindi andiamo tutti fuori e balliamo con orgoglio le nostre tarantelle, i fox trot, i jitter-bugs, e i cha-cha-cha.

Anche noi come i suoi marinai, quando avvistavano terra davanti a loro, e gridavano: Ho! Columbus!


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